Chi troppo vuole nulla stringe recita un vecchio adagio e purtroppo nel calcio di oggi sono ben pochi i calciatori che arrivano ai massimi livelli gradualmente e senza bruciare le tappe talvolta accettando anche i propri limiti. Prendiamo il caso di Tiago Casasola, giocatore che l’anno scorso ha commesso una infinità d’errori pur segnando sei reti e che calò progressivamente dopo aver firmato un ricco pluriennale con la Lazio che ha portato 3,5 milioni di euro nelle casse granata. Da quel momento in poi i tifosi della Salernitana hanno visto un calciatore distratto, sempre in ritardo sull’avversario, talmente pieno di sè da rifiutare il confronto con gli ultras dopo la sconfitta con il Cosenza persa anche per un gol clamorosamente fallito a tu per tu con il portiere avversario. In estate fu dirottato nuovamente in prestito a Salerno, club al quale dovrà essere grato a vita per avergli dato la possibilità di tornare in B dopo le due retrocessioni consecutive tra Como e Trapani.

Sono bastati pochissimi giorni a Ventura per bocciarlo sia sul piano tecnico, sia su quello comportamentale. Il segnale al gruppo fu chiaro e inequivocabile: chi non si impegna e pensa esclusivamente alla Salernitana può fare la valigia anche dopo due minuti. Le cose non gli sono andate benissimo: attualmente Simone Inzaghi lo impiega soltanto in qualche amichevole in famiglia, ma è chiaro che a gennaio andrà via e restano in piedi le piste estere e americane. In Italia ci sarebbe l’interesse del Brescia, pare che mister Grosso sia un suo estimatore sin dai tempi del Verona. Minala, invece, è addirittura “retrocesso” in Primavera. Dalle stelle del Partenio alle stalle il passo è stato breve, sorprende davvero che in estate non ci siano stati contatti nemmeno con club di serie B. Naturalmente in inverno lascerà la Lazio, probabilmente a titolo definitivo dopo tre prestiti di fila a Salerno. E pensare che disse di no quando Lotito gli propose di firmare un contratto pluriennale con la Salernitana per coinvolgerlo pienamente nel progetto. Per caratteristiche non è un calciatore adatto al sistema di gioco di Ventura e un suo quarto ritorno sembra totalmente utopistico, purtroppo l’espulsione rimediata a Venezia ha sancito lo strappo con parte della piazza che ha giudicato negativamente comportamento e rendimento. Se la vede male anche Djavan Anderson: per lui qualche sgambatura in famiglia e null’altro, Tare pare l’abbia bocciato già dopo la prima parte del girone d’andata con la maglia granata. Anche per lui ipotesi Brescia, sempre per la stima riposta dal tecnico Grosso con il quale fece benissimo a Bari. Ma di quell’atleta ricco di motivazioni e talento si sono perse rapidamente le tracce.

Sezione: News / Data: Mar 19 novembre 2019 alle 21:30
Autore: TS Redazione
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