Sono giorni decisamente frenetici in casa Salernitana. Giorni, quelli estivi, che da anni ormai impongono al club granata un supplemento di lavoro quando arriva il momento di concentrarsi sulla questione allenatore. Specie dal 2015 in poi. Con quella attuale sono diventate sei le estati che hanno anticipato il nuovo debutto nel campionato di Serie B, ma soltanto in due circostanze sono state vissute senza l'assillo di dover scegliere il nuovo allenatore (Bollini nel 2017 e Colantuono nel 2018): "Una scelta che credo sia legata alla volontà della società di voler provare a fare sempre meglio ritiene Mauro Facci, ex calciatore granata e attuale direttore sportivo -. Probabilmente, come nella stagione da poco conclusa, le aspettative erano ben altre".

Non è sorpreso, quindi, dalla rottura con Gian Piero Ventura?

"Mai sorpreso quando una società non raggiunge gli obiettivi prefissati e decide di conseguenza di non andare avanti con un allenatore. In Italia, poi, spesso e volentieri si guarda sempre al risultato e non ad altri aspetti. Anche io pensavo che Ventura potesse fare di più e magari giocarsela senza grandissime pressioni nei playoff. Ero fiducioso che il mister potesse lasciare il segno, e invece non è stato così".

Negli anni Novanta la grande scommessa fu Delio Rossi, oggi chi potrebbe ripercorrere quella strada?

"Il primo nome è certamente quello di Vincenzo Italiano, un tecnico molto bravo che ha dimostrato di saper coniugare risultati e bel gioco. Certo all'inizio della stagione anche lui ha avuto delle difficoltà, ma poi ha saputo superarle grazie anche alla fiducia della società. Il secondo nome è quello di Alessio Dionisi che oggi come ieri continua a mettere in mostra tutte le sue qualità attraverso le squadre che allena. Infine il terzo è Paolo Zanetti che a me piace molto, ad Ascoli ha fatto un ottimo lavoro e non meritava l'esonero".

Ma intanto tra i candidati più concreti per il ruolo di allenatore della Salernitana targata 2020-21 ci sono Colantuono e Castori.

"Probabilmente la società vuole puntare sulla concretezza per provare a centrare determinati obiettivi, stiamo parlando di due allenatori esperti che conoscono la categoria e che in passato hanno raggiunto spesso risultati prestigiosi. Il direttore Fabiani è bravo e saprà certamente scegliere la persona giusta".

Due playout, due salvezze tranquille e un playoff mancato, il primo quinquennio di B con Lotito e Mezzaroma come va giudicato?

"A mio avviso la crescita c'è stata, la società ha fatto passi in avanti dalla Serie D a oggi. Non credo che si debba essere così negativi. Anzi, la società è tra le più solide e credo che potrà ambire tranquillamente alla promozione in Serie A".

La sensazione, però, è che nella prossima stagione il livello si alzerà notevolmente nel torneo cadetto viste le promosse dalla Lega Pro e le retrocesse dalla A, è d'accordo?

"Assolutamente sì, avremo un campionato più difficile. Merito soprattutto del Monza, che sta facendo da traino per tutto il movimento, nonostante il momento delicato dal punto di vista economico mi sembra che in molti siano stimolati proprio dalla presenza del club caro al duo Berlusconi-GallianI".

Tornando alla Salernitana, oltre alla questione allenatore c'è anche quella legata alla squadra, che non ha mantenuto le attese.

"Si tratta di una riflessione approfondita, purtroppo non sempre spendere e prendere determinati calciatori può voler dire risultato garantito. L'Empoli dell'ultima stagione è l'esempio lampante. Di sicuro per fare bene serve il giusto mix tra gente di esperienza che sappia reggere la pressione e giovani capaci di darti quel qualcosa in più grazie alla loro voglia, ma poi alla fine conta soprattutto l'alchimia che si riesce a creare nello spogliatoio. Un po' come quella che si creò nei miei anni di Salerno e che ci permise di disputare stagioni importanti".

Sezione: News / Data: Ven 07 agosto 2020 alle 22:30
Autore: TS Redazione
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