Direzione tutto sommato sufficiente quella del signor Giua della sezione di Olbia che, in un pomeriggio di pioggia, ha inteso rispettare le indicazioni e non sospendere la partita al netto di un terreno di gioco ai limiti della praticabilità. L'orientamento, mai come quest'anno così complesso per i noti motivi legati al Covid, è quello di rinviare le gare soltanto in presenza di una effettiva pericolosità per i calciatori: troppi i match da giocare fino a maggio, troppe le incognite legate alla chiusura regolare del torneo, pochissime le date a disposizione. Tuttavia a inizio ripresa lo stop sembrava quasi inevitabile: la palla non rimbalzava più, la fascia presidiata da Kupisz e Casasola era inzuppata d'acqua e ridotta ad una risaia  e il lancio lungo era l'unica strategia efficace per non perdere palla. Per fortuna Giove Pluvio ha concesso una tregua di venti minuti e la partita ha regalato uno spettacolo a tratti anche piacevole. La gestione dei cartellini non è piaciuta. L'Ascoli, in evidente difficoltà, ha commesso molti falli da ammonizione senza che nessun calciatore finisse sul taccuino dei cattivi. Gli interventi di Pucino su Cicerelli, Brosco su Tutino e Cavion su Di Tacchio erano tutti da sanzionare, mentre Giua è stato inflessibile e severo con i calciatori di casa. A farne le spese proprio Di Tacchio, Cicerelli (che, in realtà, ha colpito l'avversario perchè era scivolato), Casasola e Dziczek, ammoniti in contemporanea tra le proteste della panchina locale. 

L'Ascoli, tuttavia, ha lasciato il campo con grande rabbia contestando due episodi in particolare. Anzitutto il gol della Salernitana, nato da un duro contrasto a centrocampo tra Di Tacchio e Sabiri. Sicuramente un impatto duro per entrambi, ma le immagini certificano che c'è uno scontro reciproco senza che i calciatori commettano alcuna scorrettezza. Giusto, dunque, far proseguire l'azione. Poco prima la Salernitana aveva timidamente reclamato per la mancata concessione di un rigore per un presunto fallo di mano di Brosco: forse il difensore bianconero tocca la palla con il polso, ma la distanza era talmente ravvicinata da non giustificare la concessione della massima punizione. Giusto così, insomma. Arriviamo all'episodio più discusso, il penalty non dato ai marchigiani al 95'. Va detto, anzitutto, che la partita doveva essere già finita: Giua doveva fischiare la fine già da 30 secondi, ma ha prolungato il recupero senza una spiegazione. Nella fattispecie, invece, le immagini dimostrano che Lopez anticipa in modo rischioso, ma efficace un avversario che stava per calciare a porta vuota. Con la punta del piede prende nettamente la palla, con l'altra gamba incrocia la caviglia dell'attaccante ma certo non poteva smaterializzarsi. Intervento ai limiti, certo, ma ci sentiamo di condividere la decisione del direttore di gara. 

Sezione: News / Data: Dom 25 ottobre 2020 alle 13:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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