La prima parte di stagione della Salernitana ha lasciato in eredità indicazioni chiare su ciò che ha funzionato e su ciò che invece va corretto per alzare l’asticella nella seconda metà del campionato. Tra gli aspetti positivi spicca senza dubbio la solidità mentale del gruppo: i granata hanno imparato a soffrire, portando a casa undici vittorie su diciannove gare, tutte con un solo gol di scarto. Il famoso “corto muso” ha garantito continuità e punti pesanti, soprattutto nei momenti di difficoltà.

In crescita la fase difensiva nella seconda parte del girone d'andata, (spesso ordinata al netto di alcuni errori individuali che andranno necessariamente corretti), e l’impatto di alcuni innesti mirati come Villa, Golemic, Capomaggio, Achik e Tascone, diventati rapidamente punti di riferimento. Non tutto però ha convinto.

L’attacco ha vissuto fasi di evidente sterilità, con poche reti e una forte dipendenza dagli episodi. Gli infortuni hanno inciso, ma anche la mancanza di alternative ha limitato le scelte di Raffaele. A tratti è mancata qualità nella costruzione e la capacità di chiudere prima le partite, lasciando aperti finali spesso complicati. Anche la gestione della rosa, tra giovani poco coinvolti e rotazioni ridotte, è un tema su cui riflettere. Il bilancio resta comunque positivo, la Salernitana è in corsa, ma per puntare al primo posto servirà trasformare i limiti emersi in nuove certezze.

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 29 dicembre 2025 alle 16:00
Autore: Lorenzo Portanova
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Caporedattore dal 2023
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