Intervistato dal sito UltimoUomo, il tecnico della Salernitana Davide Nicola ha parlato della sua carriera e delle imprese fatte a Crotone e Salerno: "Lo dico senza falsa modestia. Io mi piaccio come sono, mi piace il mio modo di stare coi miei pensieri. Sono convinto che l’approccio alle cose che ho produca dei risultati. Non ho la frenesia di ottenere tutto e subito nella vita, ma mi piacciono le emozioni intensissime e pure. Lo scopo di accettare determinate sfide è proprio in funzione di questo. A me piace pensare: fin dove riesco a credere in una cosa, fin dove riesco a dimostrarmi pronto per raggiungerla? Devo mettere in conto che posso anche non raggiungere ciò che voglio. Questa è una cosa che io dico ogni giorno ai miei giocatori. Quello che abbiamo ottenuto, io so per certo che potrei non ottenerlo sempre. Quello che mi è andato bene, in una realtà parallela potrebbe essere andato male. Ma io non mi concentro sul risultato, mi concentro sulla sfida, sulla mia capacità di capire fin dove ho il mio punto di rottura, fin dove riesco a restare convinto dell’idea che io ce la possa fare.

Quindi non è la calma, non è il coraggio, non è l’empatia, non è l’esperienza, in quelle situazioni è il desiderio che ti muove?

"Il desiderio e la curiosità. L’empatia cos’è? Io posso riconoscere lo stato emotivo di un altro, ma non necessariamente esserne d’accordo. Per me un motivatore spaccia sensi di colpa. Il percorso di ciascuno è individuale, devi determinare da solo la tua autoefficacia, le tue aree di sviluppo, dove sei forte davvero. Noi sprechiamo la maggior parte del nostro tempo ad ascoltare quello che gli altri vorrebbero per noi, ma nessuno impiega il proprio tempo per conoscere se stessi. Io ce l’ho l’ambizione, elevatissima, non immagini neanche quanto. Ma non la identifico con una squadra, con un livello di competizione. La identifico col mio senso di quiete, di piacere a fare quello che faccio. Nel momento in cui non provo più quel piacere sono già diretto verso un’altra meta.

Per te non è più questione del posto in cui stai.

"Io ne faccio una questione di proiezione. Se tu mi chiedi qual è la mia ambizione in questo momento, ti rispondo che è crescere con questo club per dimostrare che possiamo arrivare a un certo livello. Poi, ce la farò, non ce la farò, ci arriveremo, andrò via, non lo so. Se mi chiedi qual è il mio livello più alto di ambizione, ti rispondo: dimostrare le mie idee sempre. Poi più c’è gente, più c’è casino, più c’è passione, più c’è importanza di club e di competizioni, meglio è. Ma non è che diventa una malattia. Non bisogna trasformare il desiderio in una bramosia, perché poi dopo vivi male. Io so che prima o poi ci arriverò, quella è la mia idea. Ci arriverò. Se non è oggi, è domani. Se non è domani, è dopodomani. Tra un mese, un anno, tra cinque anni. Tra dieci. Oppure non ci arriverò mai. Sono in pace".

Sezione: News / Data: Gio 29 settembre 2022 alle 15:30
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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