Correva la stagione sportiva 2021/22 ed era la notte di San Silvestro, quella che saluta l'anno vecchio che se ne va ed abbraccia l' anno nuovo che entra, allorquando sembrava essersi definitivamente chiusa l' era della Salernitana come seconda squadra di Claudio Lotito, il patron della SS Lazio. L'addio alla multiproprietà del presidente biancoceleste era giunto per mano dell' acquisto del club granata da parte di Danilo Iervolino, imprenditore palmese che, con grande entusiasmo, acquisiva la Bersagliera promettendole un radioso futuro. Nel primo anno e mezzo di gestione della nuova proprietà nessuna operazione di mercato veniva imbastita con la Lazio, quasi a voler sancire un taglio netto con il recente passato e aprire la strada ad una fase di piena autonomia gestionale del cavalluccio marino che avrebbe dovuto culminare nell'apogeo della storia del club campano. Di lì in poi l'inversione di tendenza e il passo del gambero intrapreso dalla Salernitana e dal suo presidente, con la retrocessione che giunge a suggello di un' annata orribile dove succede praticamente tutto quanto mai dovrebbe succedere in una società calcistica professionistica.
Il trend cambia anche per quanto riguarda i rapporti di calciomercato tra il sodalizio di via Allende e la società biancoceleste, proponendosi nuovamente operazioni sull'asse Salerno-Roma e ritorno, a cominciare dall' affaire Tchaouna, passato sulla sponda laziale del Tevere per otto milioni di euro. La transazione conclusa potrebbe fungere da apripista ad altri affari con il club di Lotito, con la Bersagliera che mediterebbe di restituire Sepe e cedere Dia per provare a tesserare Artistico, Gonzalez e magari pure il brasiliano André Anderson, vecchia conoscenza dalle parti dell' Arechi. Lungi qui dal voler ipotizzare chissà quali corsie preferenziali tra Lazio e Salernitana, smentite dal ds campano, e lungi anche dal sottolineare la cosa come anomala, sta di fatto che vi sarebbe la possibilità per entrambe le società di chiudere operazioni convenienti reciprocamente, sfruttando la disponibilità di Fabiani a negoziare con i granata.
Al di là di questa possibile asse forte con le Aquile della capitale, Petrachi starebbe lavorando alacremente sotto traccia, portando avanti simultaneamente diverse trattative di mercato anche in entrata, oltre che in uscita, così adottando una linea operativa volta a muoversi nel massimo riserbo possibile. Il manager salentino, infatti, non intende lasciare trapelare alcunché per non rischiare gli sgambetti di squadre rivali e l'inevitabile conseguente lievitare dei prezzi delle operazioni, ma anche per l'ipersensibilità attuale di una piazza salernitana già molto delusa e ferita da promesse e proclami non mantenuti. L'ex ds di Torino e Roma starebbe agendo per assicurarsi la disponibilità verbale di calciatori e loro agenti a trasferirsi a Salerno, magari convincendoli ad attendere, forti della credibilità della parola data da una figura credibile nel calcio come lo è Petrachi, che la società campana possa muoversi in entrata, ovvero che la stessa ceda qualche elemento reperendo la liquidità necessaria.
Non è mistero che all'uomo mercato della nuova Bersagliera piaccia e non poco Gennaro Tutino, il quale tuttavia starebbe temporeggiando in attesa dell' affondo deciso delle pretendenti, apprestandosi ad andare in ritiro con il Cosenza e, ogni giorno che passa, alimentando le speranze dei calabresi di trattenerlo in rosa per un programma ambizioso. Allo stato attuale Petrachi starebbe cercando di chiudere subito con diversi giovani di prospettiva che potrebbero essere utili alla causa granata e che possano rimpinguare numericamente una rosa da ricostruire in tempi record per non rendere del tutto insensato il ritiro in quel di Rivisondoli. Nel contempo la Salernitana sarebbe vigile su quattro o cinque elementi di spessore, almeno uno per reparto, da rendere promessi sposi del cavalluccio marino non appena si andranno a creare le condizioni per chiudere le eventuali pregresse intese verbali.
Il nuovo direttore sportivo scelto da Iervolino e soci per fare rialzare la prua alla navicella granata in cuor suo nutrirebbe la speranza di accelerare i tempi della risalita in A pur consapevole delle difficoltà createsi per via del diktat proprietario sul prima cedere e poi acquistare. Di qui l' accelerazione del manager leccese sul fronte cessione di diversi big, e su tutti di Pirola e Dia, i primi che dovrebbero lasciare Salerno portando in dote, e in cassa, denaro fresco da reinvestire subito in almeno tre importanti operazioni di calciomercato, Tutino in primis. Il pericolo, quasi inutile ribadirlo, risiederebbe nel tempo, che è quanto mai tiranno con Petrachi e il suo staff di collaboratori, sia per il romitaggio estivo ormai imminente, sia per le avances che altre ricche società di serie cadetta starebbero facendo a molti potenziali crack per la categoria, assottigliando la rosa di elementi cui potrebbe rivolgersi la Salernitana per alzare il tasso tecnico e di competitività in generale della squadra.
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