Tutto questo e molto altro è stato il Brescia in 114 anni di vita. Una tristezza senza eguali pensare che non esiste più. Massimo Cellino è voluto passare alla storia come colui che ha mandato al macero una storia così bella, un amore che non teme confronti per la maglia, la passione di tutti coloro che vivono e respirano biancazzurro.

Chi ha affiancato Cellino in questi anni, soprattutto chi è riuscito a contattarlo in questi ultimi giorni, parla con certezza di una ripicca bella e buona nei confronti di una città che, negli 8 anni della sua gestione, non lo ha mai trattato con i guanti bianchi, tutt’altro, e non gli ha risparmiato niente: procedimenti, contenziosi, sgarbi assortiti. Ma cosa ha fatto Cellino per farsi apprezzare da una piazza da lui definita «abituata alla mediocrità?» all’inizio della sua presidenza, nell’agosto 2017?

Ha azzerato il settore giovanile, non ha mai avuto uno straccio di programmazione, ha «mangiato» 17 allenatori in 8 anni, si è spesso rimangiato parola e progetti. Ma ogni discorso, ogni lacrima versata in questo momento, per quanto comprensibile, è inutile. Bisogna guardare avanti, Brescia non può, non deve rimanere senza società di calcio. Non sparirà del tutto ma intanto ha davanti a sé un’estate incerta, a partire dalla categoria in cui giocherà: si riuscirà a ripartire dalla Serie C con l’accordo con una delle 3 bresciane di Lega Pro (Feralpisalò, Lumezzane, la neopromossa Ospitaletto) e sarebbe grasso che cola? O dalla Serie D acquisendo la categoria di una società che ne ha il diritto? O sarà Eccellenza, il primo campionato regionale? Che tristezza, però!

La giornata più buia

Fin dalle prime ore del mattino in sede ci sono quasi tutti i dipendenti del Brescia. Attendono il miracolo di un cenno di Cellino, quel bonifico da 4,3 milioni di euro per saldare tutte le pendenze e iscrivere la squadra alla Serie C, in attesa del processo nelle aule della giustizia sportiva e ordinaria, che a questo punto si annulla non essendoci più il Brescia.

Ma si capisce subito che il miracolo non avverrà. Nella notte precedente i collaboratori e gli amici più stretti del presidente cercano di fargli cambiare idea. Non vale nemmeno l’argomentazione che sarebbe molto più costoso lasciare la società al suo destino tra tribunali, sanzioni, pagamento degli arretrati. Il Brescia non è in una situazione patrimoniale ed economica disastrosa, tutt’altro. Ma scompare per poco più di 4 milioni di euro.

Il colpo di grazia alle speranze di un salvataggio in extremis arriva intorno alle 11.30 con le dimissioni del consigliere Stefano Midolo, unica persona delegata a firmare i pagamenti dopo le penalizzazioni inflitte a Massimo ed Edoardo Cellino.

Le conseguenze

Alle 15 nessun bonifico. Il Brescia non si iscrive ad alcun campionato professionistico e l’esclusione è automatica. La Federcalcio presto autorizzerà il Brescia a ripartire dai dilettanti, salvo il caso di fusione con una realtà di categoria superiore. I calciatori della rosa sono immediatamente svincolati e possono quindi tesserarsi liberamente con altre società.

A far male è la sensazione di una storia evaporata per la ripicca di un uomo solo al comando. Restano ricordi, i campioni, il sacrificio di chi ha macinato milioni di chilometri per seguire la V bianca, chi ha fatto il bene del Brescia. Questo non lo può cancellare nessuno.

Sezione: News / Data: Sab 07 giugno 2025 alle 15:30 / Fonte: breciaoggi
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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