C'è un'aria di rassegnata attesa che aleggia attorno alla Salernitana in questi giorni convulsi. I playout contro la Sampdoria sono stati fissati per il 15 e 20 giugno, con la squadra granata che gode del vantaggio teorico dei "due risultati su tre" e del ritorno in casa. Un vantaggio che, sulla carta, sembra rassicurare la dirigenza granata.

Il Grande Papocchio della Serie B

La situazione che ha portato a questo scenario è emblematica del caos che regna sovrano nella Serie B. Secondo la Salernitana, si tratta di un provvedimento basato su presunte irregolarità e assunto senza consultare il Consiglio Direttivo, come richiesto dallo statuto della Lega B. Non è un caso che la Salernitana avrebbe la possibilità di continuare la sua battaglia legale per non giocare i playout, chiedendo l'istituzione di un campionato a 21 squadre.

Le violazioni delle norme procedurali sono evidenti e lampanti. Una federazione che si rispetti non può permettere che le proprie decisioni vengano prese bypassando gli organi statutari. Eppure, qui siamo di fronte a un sistema che ha messo in piedi una macchina burocratica che sembra funzionare secondo logiche tutte sue, dove le regole vengono piegate quando fa comodo e rispettate quando conviene.

Il miraggio del vantaggio

Ma torniamo al punto cruciale: questo presunto vantaggio della Salernitana è reale o è solo una cortina fumogena? Chi ha vissuto il calcio italiano sa che quando si arriva a certi livelli di caos istituzionale, quando la giustizia sportiva viene messa in discussione e quando i ricorsi si moltiplicano come funghi dopo la pioggia, allora tutto diventa possibile.

La tensione è alta in città, con la politica pronta ad appoggiare il club per il ricorso al TAR. È un segnale che la dirigenza granata dovrebbe comprendere: non ci si può fidare del sistema. Non quando lo stesso sistema ha dimostrato di poter cambiare le regole del gioco in corsa.

La domanda fondamentale

Ed ecco che arriviamo al cuore della questione: credete davvero che dopo tutto questo casino, dopo ricorsi, controricorsi, penalizzazioni che piovono dal cielo come manna e classifiche che cambiano come le previsioni del tempo, si lascerà tranquillamente vincere la Salernitana ai playout?

Sarebbe ingenuo pensarlo. Quando le irregolarità procedurali sono così evidenti, quando la credibilità stessa della competizione è messa in discussione, allora bisogna aspettarsi di tutto. E chi conosce il calcio italiano sa che "di tutto" significa spesso l'impensabile.

La strategia sbagliata

Il rischio concreto è che la dirigenza della Salernitana, cullata da questo vantaggio teorico, allenti la presa sul fronte legale. Che si convinca che basti giocare e vincere per risolvere tutto, riservandosi eventuali ulteriori ricorsi solo in caso di sconfitta. Ma questo sarebbe un errore strategico madornale. In questo contesto, pensare che la partita si risolva sul campo è da sprovveduti.

Il precedente che deve far riflettere i legali della Salernitana

Non dimentichiamo che ad aprile il TAR del Lazio ha respinto il ricorso del Cosenza Calcio sulla sospensione della penalizzazione di 4 punti in classifica. Un precedente che, paradossalmente, potrebbe giocare a favore della Salernitana nelle sue azioni legali, ma che dimostra anche quanto sia imprevedibile il sistema giustizia quando si intreccia con quello sportivo.

La verità scomoda

La verità è che in questo marasma di irregolarità, ricorsi e decisioni prese in violazione degli statuti, nessuno può garantire nulla. Quando le procedure vengono calpestate con tanta disinvoltura, quando la credibilità delle istituzioni è ai minimi storici, allora tutto può succedere.

E allora, ecco il consiglio di chi ha visto tante battaglie simili: la Salernitana deve continuare a combattere su tutti i fronti. Deve giocare i playout con la massima determinazione, certo, ma deve anche portare avanti con altrettanta fermezza le sue azioni legali. Perché in un sistema dove il caos regna sovrano, fidarsi solo del campo potrebbe rivelarsi un errore fatale.

Il vantaggio di cui gode la Salernitana è reale sulla carta, ma effimero nella sostanza. E in un paese dove il calcio è spesso specchio della società, dove le istituzioni mostrano crepe evidenti, dove la giustizia fatica a essere davvero tale, l'unica certezza è che non ci sono certezze.

Sezione: Primo Piano / Data: Sab 07 giugno 2025 alle 21:00
Autore: Giovanni Santaniello
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