Il divario tra i ricavi della massima serie italiana e la terza divisione supera ampiamente i 3,5 miliardi di euro. Nella stagione 2023-24 le società di Serie A hanno generato un fatturato aggregato record di 3,8 miliardi, mentre l'intera Serie C si è fermata attorno ai 216 milioni circa. La base di partenza è la torta dei diritti TV. Dal ciclo 2024-2029 la Serie A incassa 900 milioni di euro a stagione dal duo DAZN-Sky, una cifra che è minuscola rispetto alle principali leghe estere ma che, invece, è irraggiungibile per la concorrenza domestica.

Nel 2023-24 l'Inter, il club più remunerato, ha toccato i 101 milioni, mentre la Salernitana e l'Empoli si sono fermate a circa 31-33 milioni. C'è un rapporto di 3,2 a 1 fra la prima e l'ultima squadra della serie. In Serie C la situazione è diametralmente opposta. Il nuovo accordo pay con Sky garantisce soltanto 6-7 milioni lordi l'anno, a cui vanno aggiunti i 27 milioni redistribuiti dalla Serie A tramite il meccanismo di mutualità previsto dalla Legge Melandri e un pacchetto nazionale "Dirette a pagamento" con un prezzo base di 4,8 milioni.

Nel complesso, i diritti TV coprono meno del 20% dei ricavi della Lega Pro, contro circa il 50% della Serie A. Sui ricavi da botteghino il divario è ancora più netto, tra le big di massima serie (oltre gli 80 milioni per le milanesi) e una squadra top di Serie C (che supera a fatica il milione di euro con una media di tutta la categoria di qualche centinaio di migliaia).

I big club italiani ottengono ricavi dagli sponsor che viaggiano fra i 110 e i 160 milioni. Per molti club di Serie C, invece, la sponsorizzazione non copre neppure il monte ingaggi minimo imposto dal contratto collettivo. Con delle risorse così sbilanciate, la competitività del sistema ne risente. Il 90% dei club di Serie C dipende da delle iniezioni di capitale dei proprietari o da una gestione orientata al trading dei calciatori under-23.

Sezione: News / Data: Ven 06 giugno 2025 alle 21:30 / Fonte: tuttoc
Autore: Lorenzo Portanova
vedi letture
Print