"Il Crotone è una famiglia. Il club calabrese è la realtà del Sud, una delle poche, dove arrivano ragazzi che hanno la speranza di sfondare e qui crescono come uomini e calciatori". La lancetta del tempo torna indietro di quasi due anni: Gian Piero Ventura, in visita in Calabria a gennaio 2017, allo stadio Ezio Scida, pronunciava queste parole con l'autorevolezza e l'equidistanza del Commissario Tecnico della Nazionale Italiana. Il suo approccio alla realtà pitagorica era parte integrante di un tour azzurro che serviva a gettare «le basi per uno svecchiamento e una ricostruzione dei gruppi: vogliamo far capire ai ragazzi italiani che noi ci siamo e li osserviamo». Due anni dopo, il Crotone che ha lanciato Bernardeschi e Florenzi (19 gare con Menichini), ha svezzato il laziale Cataldi preso in comproprietà ma anche il ventenne Djuric, ora ex di turno, ha lasciato il posto all'esperto Cordaz, 36enne a guardia dei pali, al coetaneo Spolli in difesa e in coppia con il 30enne Gigliotti, un altro ex di turno. Il centrale di destra è Golemic, 28 anni. A centrocampo Barberis è nel pieno della maturità 26 anni Messias (28) è Junior solo di nome e Mustacchio, 30 anni, finisce ogni tanto nell'orbita della Salernitana in estate. Il più giovane è Crociata: abbassa la media come il golden boy Vido in attacco, 44 anni in due. Poi c'è il pericoloso Simy, 27enne attaccante nigeriano. La Serie B è laboratorio calcistico per antonomasia, il campionato-trampolino, quello dell'ora o mai più, del momento in cui - parafrasando Ventura - a proposito di Cerci, «un calciatore è oppure non è».
Campionato di corsa e di resistenza ma anche di continuità e lucidità, la cadetteria lascia poco spazio agli svolazzi e ai tentativi, quando il pallone scotta e si presentano le gare bivio. La sfida al Crotone lo è senza dubbio: la Salernitana sbucherà dal tunnel dello stadio Arechi dopo una settimana nella quale ha deciso di utilizzare il ritiro per parlare, chiarire e pensare e il centro sportivo Mary Rosy, invece, per allenarsi, prepararsi e anche cominciare ad abituarsi al contesto «frizzante» nel quale si imbatterà, domenica sera. Gian Piero Ventura, a più riprese durante la propria gestione, ha dimostrato coraggio nel dare fiducia ad alcuni validi e giovani prospetti, su tutti Gondo in attacco e Pinto in difesa, quest'ultimo scelto a sorpresa anche nella sciagurata trasferta di Cittadella. Molto spesso, però, quando ha analizzato la situazione di partenza il suo approdo in granata - legandola al punto di arrivo che ha in mente, ha parlato di squadra ringiovanita e che, dunque, ha bisogno di crescere. Adesso, però, è solo il momento di vincere e qualche risposta dai «vecchietti», sebbene timida, è cominciata ad arrivare.
Perso per squalifica Maistro che sarà pure talentuoso ma dimostra tutta la propria gioventù perché deve ancora imparare a gestire bene il momento di gloria e popolarità che gli ha dato la convocazione in nazionale Under 21, il tecnico granata medita di affidarsi all'esperienza e anche alle motivazioni di alcuni ex Crotone che nel frattempo sono diventati adulti. Djuric a 20 anni, allo stadio Scida, realizzò un gol meraviglioso in rovesciata, contro l'Empoli. Fu l'inno alla sua spensieratezza ed esuberanza. In granata, invece, quando il pallone scotta e la gente fischia, ha imparato ad attendere il proprio turno con pazienza, accettando di scivolare in seconda e terza fila. Adesso è al primo banco e deve salire in cattedra. All'ombra del «gigante», la Salernitana deve trovare riparo: era già accaduto lo scorso campionato e pare di nuovo un film già visto. Dopo i dubbi, i mugugni e il lunghissimo letargo, Djuric si svegliò all'improvviso realizzando una serie di gol sei, dal 30 marzo al 27 aprile - che furono viatico almeno verso il playout. Proprio nel periodo migliore, contro il Cittadella che aveva «impallinato» anche pochi giorni fa allo stadio Tombolato illudendo la Salernitana e i suoi tifosi, il bosniaco era riuscito anche a realizzare la tripletta personale, portando a casa il pallone della partita. Adesso lo stadio Arechi non gli chiede tre gol ma uno, a patto che sia pesante. Motivazioni feroci anche per Firenze, che non si è lasciato benissimo con il Crotone e chiede spazio a Ventura per lasciare il segno e farsi rimpiangere dai calabresi.
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