È stata una giornata che ha parlato al cuore, quella dedicata a Peppino Soglia, a undici anni dalla sua scomparsa. Una giornata fatta di sport, memoria e sentimento, in cui il ricordo del “presidente tifoso” ha unito generazioni diverse sotto lo stesso segno: quello della passione autentica per la Salernitana e per la sua gente.

Il programma si è aperto sul campo, là dove Peppino avrebbe voluto essere: tra i ragazzi, l’erba e il pallone. Un triangolare di calcio giovanile ha visto scendere in campo l’Academy Giuseppe Soglia, il Benevento Calcio e la U.S. Salernitana 1919, che al termine di partite combattute e vibranti si è aggiudicata il trofeo. Ma il vero premio è stato un altro: trasmettere ai più giovani quei valori di lealtà, impegno e passione che Peppino ha sempre incarnato.

La premiazione, avvenuta alla presenza della famiglia Soglia, del Senatore Andrea De Simone e dell’ex granata Vittorio Tosto, è stata un momento di commozione e orgoglio. Proprio Tosto, simbolo di grinta e appartenenza, ha consegnato il trofeo ai vincitori, tra gli applausi di un pubblico che non ha mai dimenticato chi ha fatto del calcio una missione d’amore.

Nel pomeriggio, la memoria si è spostata al Comune di Castel San Giorgio, dove, in una sala gremita e vibrante di emozione, è stato presentato il volume “Novanta minuti ed una vita intera”. Dopo il saluto del sindaco, Avv. Paola Lanzara, si sono succeduti interventi toccanti: Antonia, la nipotina del presidente, i figli Nunzia e Gerardo, Vittorio Tosto ed il giornalista Enzo Sica.

Momento di profonda commozione quando il sindaco ha annunciato che il Comune dedicherà una strada o una struttura a Giuseppe Soglia, “illustre concittadino e uomo di sport che ha dato lustro e orgoglio alla comunità”.

A chiudere la cerimonia, le parole del Senatore Andrea De Simone, amico di una vita:

“La figura del presidente tifoso ha rappresentato un’epoca irripetibile. Peppino viveva la Salernitana come un amore, non come un’impresa. Credeva nel calcio come linguaggio dell’anima, prima che dei numeri. La sua passione ha costruito un ponte tra la squadra e la gente, rendendo ogni tifoso parte di un sogno comune. Oggi, forse, ci manca proprio quella visione romantica e coraggiosa che sapeva dare un’anima al pallone.”

De Simone ha aggiunto parole che hanno toccato il cuore di tutti i presenti:

“A Salerno il calcio non è un passatempo: è identità, orgoglio, appartenenza. La Salernitana è la bandiera di una città che si riconosce nelle sue vittorie e nelle sue ferite. Ogni domenica, sugli spalti o per le strade, c’è un popolo che si ritrova. Forse è questo il segreto: la Salernitana non è solo una squadra, ma il riflesso delle nostre speranze e del nostro amore per la vita.”

In platea, tra applausi e occhi lucidi, anche una delegazione del Centro di Coordinamento dei Club Granata, guidata dal presidente Riccardo Santoro.

Numerosi gli ex calciatori e i dirigenti che hanno voluto rendere omaggio al loro presidente: dal segretario Peppe Iodice ai protagonisti della storica promozione del 1990 — Matteo Mancuso, Ciro Ferrara, Carmine Della Pietra, Antonio Efficie, Enzo Leccese, Livio Maranzano, Bruno Incarbona — fino a Peppe De Biase, Antonio Capone, Roberto Chiancone, Luigi Sica, Pasquale Viscido ed Enrico Braione, che, pur militando in altri periodi, non hanno voluto mancare all’appello del cuore per uno straordinario protagonista della storia granata.

La serata si è conclusa in un clima di calore e riconoscenza, ospitata dalla famiglia Soglia: un momento conviviale in cui si è respirato affetto, amicizia e memoria viva.Per tifosi, ex giocatori, giornalisti e amici, è stata molto più di una commemorazione: è stata una celebrazione dell’anima granata, di quell’amore puro e viscerale che Peppino Soglia ha saputo incarnare come pochi.

Perché ricordarlo significa, ancora oggi, credere nel calcio come scuola di vita, simbolo d’identità e atto d’amore verso la propria terra.

Sezione: Primo Piano / Data: Sab 15 novembre 2025 alle 20:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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Caporedattore dal 2024
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