E adesso, Salernitana, come la mettiamo? Cosa bisogna aspettarsi? Che minuti saranno? Non si sa mai cosa aspettarsi, e infatti l'Ascoli già ha segnato. Il caldo sta divorando il vostro povero scrivano, un po' si guarda il computer un po' la partita; ho la sensazione di sudare più io che sto seduto a scrivere che i calciatori in campo. Illusione ottica, ovvio. Nemmeno il tempo di aggiungere righe che i gol dell'Ascoli (come le pizzette di Peppeniello) diventano due!A questo punto dovrei riscrivere l'incipit di questo articolo solo che conviene procedere, andare avanti, capace che accada qualcosa anche se in questo istante c'è Karo a terra. I tifosi forse dovrebbero chiudere occhi e orecchie per alcuni minuti, far finta di stare altrove, immaginare mondi diversi, bellissimi, incantevoli e poi riaprirli; lo so, forse il trauma sarebbe maggiore ma almeno avranno passato momenti piacevoli poco prima. Per il momento la Salernitana non c'è, in campo si vedono maglie granata però si fa fatica, come nella nebbia, a scorgere la squadra, chissà dov'è; certo la nebbia di luglio non è probabile ma certe tipologie di nebbia sì. Mi asciugo gli occhiali che scivolano dal naso, per il sudore. Non è che ci sia molto da scrivere, la cosa più interessante è quest'afa che opprime la luce e il buio. Il primo tempo svanisce anzi evapora e della Salernitana non resta nulla, non un tiro, non un passaggio, non un'azione e le statistiche sono solo una menzogna che quasi fanno sembrare che abbia giocato a calcio.I quindici minuti dell'intervallo spesso portano riflessioni su quanto è accaduto, per evitare di diventare leopardiani e deprimersi bisogna guardare in avanti e il futuro sono i prossimi quarantacinque minuti, non molto ma per il momento questo c'è, non altro; certo chi non ama il calcio, o lo sport, mica comprende il pathos del tifoso, il suo scoramento, la sua esaltazione; in fondo è solo una palla che finisce dentro una porta che per buona parte del suo tempo non serve a niente.

Nella nebbia si intravede la sagoma di Cerci, sembra lui; la Salernitana zoppica come Pawel Jaroszyski e l'Ascoli fa tris; mi sa che Leopardi s'è scaldato a bordo campo con uno dei canti del cosiddetto pessimismo cosmico solo che il mister gli chiede di avere pazienza, il rigore di Kiyine è un inno alla speranza; anche se perplesso il poeta di Recanati va a sedersi poco lontano da Ventura, sfogliando il suo libro senza guardare la partita.La nebbia insiste però le maglie granata si vedono un pochino meglio, anche se i gol dell'Ascoli ancora offuscano la visuale; c'è una partita sul campo, adesso, la squadra si muove, ha smesso di essere immobile. Immobile, invece, non resta il tempo. Che fischietta con le mani in tasca, strafottente, e dà calci ai sassi. I minuti passano, vanno avanti, un po' di confusione e poco altro; lento scivolare fuori dalla zona playoff, corpo nel pantano delle terre inutili. Non c'è vita su Marte, la Salernitana arranca, Kiyine a stento si muove, crolla a terra, così tutti. La nebbia ricopre il campo, Leopardi si rialza, mormora Il Canto del pastore errante per l'Asia, forse è un canto un po' lungo ma richiama l'erranza della Salernitana, che vaga sul campo come fosse la transumanza delle illusioni. Gol di Djuric, si rinnova la speranza. A questo punto non resta che aspettare la fine. Niente da fare, Leopardi scuote la testa e va via.

Sezione: News / Data: Sab 11 luglio 2020 alle 21:30 / Fonte: il Mattino
Autore: TS Redazione
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