Del calcio "dei grandi" si parla praticamente sempre, a tutte le ore. Non tanto per il fondamentale ruolo sociale sminuito da chi, ignorante e saccente, parla semplicemente di "22 persone in mutande che corrono dietro ad un pallone", quanto per quell'aspetto economico che, fondamentalmente, ha imposto al Governo e ad un Ministro testardo come Vincenzo Spadafora di consentire la ripresa delle ostilità. La stagione scorsa si è conclusa, tra mille ritardi, spese e difficoltà. Senza pubblico anche con regioni senza contagi, con giocatori costretti a scendere in campo ogni tre giorni (e una miriade di infortuni muscolari) e costi quadruplicati per i club che, senza nessun aiuto da parte di Giuseppe Conte, hanno dovuto anche adeguarsi a protocolli severissimi e costosissimi ripartendo poi dal mercato estivo basato, però, quasi esclusivamente sugli scambi. In questa realtà caotica e, a nostro avviso, destinata nuovamente a fermarsi, in tanti stanno sottovalutando il dramma dei settori giovanili. Si fa presto a dire che "i ragazzi rappresentano il futuro dello sport" e che bisogna "preferire i nostri giovani agli stranieri", ma se  campionati e allenamenti vengono sospesi di continuo e a tempo indeterminato si farà tremendamente fatica. Perchè la Primavera, sin qui ben guidata da mister Rizzolo, seguendo esattamente lo stesso protocollo della prima squadra non può disputare il suo campionato? Perchè non adeguarsi e trasformare tornei nazionali in competizioni regionali, ovviamente con tamponi, sanificazioni e misurazioni della temperatura? I grandi, economicamente e professionalmente, possono permettersi di perdere un anno, i giovani, a 19 anni, sono già vecchi per questo calcio malato e che sta creando una imbarazzante disoccupazione. Sono mesi che non tornano indietro, sono sogni che vengono riposti nel cassetto. Spadafora, tra un tweet e l'altro...se ci sei, batti un colpo!

Sezione: News / Data: Mer 25 novembre 2020 alle 19:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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