Castori insegue... Castori: filotti, vittorie, rendimento da corsaro. Dodici anni fa, alle porte dell'autunno, furono bagliori e blitz: la sua Salernitana vinceva in trasferta, comandava, si imponeva. Tre partite e sette punti: fu partenza a razzo. Ora come allora, i granata paiono compatti, concreti, si aggrappano alla coppia gol, c'è sempre staffetta sotto rete: nel 2008, Fava apriva i varchi e faceva anche gol, poi Di Napoli stangava; adesso Djuric prende posizione e Tutino scala la classifica dei marcatori. La Salernitana targata Castori, dodici anni dopo, è di nuovo in cima ma deve avere le ambizioni del tecnico, la sua umiltà. L'allenatore marchigiano della Salernitana non ama specchiarsi ma le statistiche gli piacciono, intese come grafici di rendimento. Ha notato che la sua squadra ha una media età non bassa per la categoria (lui ha lanciato i ragazzini) ma «giusta», come l'ha definita, cioè 25,8. Giusta per andare avanti e per non disunirsi. Pure Castori ha l'età giusta, molta esperienza: si avvicina a passo spedito al traguardo delle 400 panchine, è pronto ad eguagliare, anzi integrare, migliorare, superare il suo filotto granata della prima avventura alla guida dell'ippocampo.

IL PASSATO Pure dodici anni fa, infatti, si presentò da imbattuto alla quarta tappa ma in trasferta non aveva ancora sbaragliato la concorrenza. Lo fece a Modena e subito dopo difese a spada tratta la vittoria che brillava, nonostante i mugugni emiliani e un titolo sul televideo che non gli era piaciuto, a proposito di un calcio di rigore reclamato dai rivali e non concesso. Poi arrivò anche il blitz a Piacenza. Così ad inizio ottobre la Salernitana divenne all'improvviso imprendibile in trasferta. Sulle tracce di quei corsari (e di quelli di Ventura, che partirono ugualmente a razzo, fuori casa) può fiondarsi questa Salernitana, perché vincere aiuta a vincere e a furia di superare esami si acquista anche fiducia. Pare tutto già vissuto, tutto ritorna stranamente e magicamente d'attualità, pure gli incroci di Coppa Italia. In questo tour de force, che Castori ha presentato ricordando le cinque partite già inaugurate in quattordici giorni e poi ha benedetto tutto, perché torneranno utili per il rodaggio, la Salernitana rivivrà di nuovo l'ebrezza della Coppa Italia, la vetrina, il proscenio, il salotto buono. Dodici anni fa, già sfibrata perché ci furono infortuni che pesarono e la squadra arrivò a corto di ricambi, le toccò in sorte il derby il Napoli che fu prima delizia e poi croce: lo sforzo fu pagato a caro prezzo in campionato.

IL PRESENTE Dodici anni dopo, la Salernitana volerà a Genova, incrocerà la Sampdoria per la manifestazione tricolore ma Belec stavolta ha... rinviato corto e ha detto che non c'è tempo per i ricordi, non ancora. A Vicenza, dunque, per riscrivere e aggiornare la storia: l'ultimo blitz allo stadio Menti fu firmato da un veneto, Busellato. Era il 10 febbraio 2017 e in panchina c'era Bollini. In campo, invece, si destreggiava Rosina che quella sera - si giocò sotto i riflettori anche in quella circostanza, ma di venerdì - indossò la fascia del capitano. Aveva già ricevuto l'investitura ad inizio stagione da Sannino (poi esonerato) al debutto in campionato contro lo Spezia allenato da Di Carlo, stasera avversario allo stadio Menti. Poi il Vicenza ha avuto difficoltà, fino al default e alla ripartenza. La Salernitana, invece, prova a scalare la B, su un campo che è stato sempre ostico, dai tempi della Serie A con Luiso e Schwoch. Sarà l'infrasettimanale che spalancherà non solo le porte al tour de force ma anche sulla logistica, sulle difficoltà, sul ritorno in volata, sulla necessità di attenersi al protocollo perché il Coronavirus incalza e non risparmia nessuno. La Salernitana in aereo di linea ha raggiunto Venezia e poi in autobus si è diretta a Vicenza. A fine partita, rientro immediato: treno da Padova per Napoli perché sabato si gioca di nuovo contro l'Ascoli e non ci sarà tregua.

Sezione: News / Data: Mar 20 ottobre 2020 alle 11:00 / Fonte: il Mattino
Autore: TS Redazione
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