“Tutto ha senso in questo magico momento, eccoci qua liberi e forti come il vento”. Fu questo il messaggio che comparì in Curva Sud lo scorso 10 marzo nel corso di Salernitana-Crotone. Il match si concluse con un’amara sconfitta per i granata che complicarono ancora di più la rincorsa alla salvezza. Sui gradoni dello stadio con il nome da principe, però, qualcuno aveva ritrovato comunque il sorriso. Erano i 35 supporters del cavalluccio marino che, pochi giorni prima, si videro annullare dal Tar Sicilia il Daspo di gruppo emesso in seguito ai controlli effettuati dalla polizia dopo la partita giocata a Palermo il 28 dicembre del 2017. Quel drappo comparso nel settore dove trova sede il cuore pulsante della torcida era un messaggio di bentornato per tanti tifosi che si videro raggiunti da un provvedimento per molti ancora inspiegabile. Adesso, però, quegli stessi sostenitori sono costretti ad ingoiare un boccone amarissimo: la sezione giurisdizionale del Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Sicilia - il Consiglio di Stato della regione a statuto speciale - ha ribaltato la decisione del Tar con un’ordinanza che accoglie il ricorso presentato dalla Questura di Palermo e dal Ministero dell’Interno ripristinando, dunque, il provvedimento di divieto d’accesso alle manifestazioni sportive (cinque anni per tre tifosi, due anni per tutti gli altri). Il caso e la battaglia legale. Tutto nacque il 28 dicembre del 2017, giornata in cui la Salernitana uscì sconfitta dalla trasferta di Palermo.

Un bus di tifosi granata fu fermato dagli agenti del commissariato di polizia di Bagheria all’esterno dello stadio. Nel corso delle verifiche - arrivate anche in seguito al lancio di alcuni fumogeni del corso del match - sul bus furono trovate altre torce. La presenza del materiale pirotecnico, dunque, fece scattare le segnalazioni previste dalla legge fino alla svolta arrivata tre mesi dopo il match: il Questore di Palermo, Renato Cortese, emise ben 45 Daspo nei confronti dei supporters presenti all’interno del bus. Da lì, dunque, scattò la battaglia giudiziaria: gran parte dei tifosi granata - una parte decise di procedere autonomamente - presentarono ricorso contro il provvedimento, assistiti dall’avvocato romano Lorenzo Contucci. Una lunga battaglia che, lo scorso 20 febbraio, portò alla sentenza della seconda sezione del Tar Sicilia (presidente Cosimo Di Paola) che cancellò i Daspo. I giudici amministrativi ritennero inopportuna l’emissione del provvedimento di massa in quanto «è necessario riscontrare una partecipazione al comportamento violento tenuto dal gruppo in capo a ciascuno dei partecipanti». Invece venne rilevato che «l’unico comportamento comune al gruppo individuato dalla Questura è quello di aver viaggiato in un pullman nel quale sono stati rinvenuti artifizi pirotecnici e che nello stesso bus hanno viaggiato alcuni soggetti che all’interno dello stadio hanno lanciato fumogeni». Inoltre nel verbale redatto dai poliziotti «non emergono le modalità in cui sono stati rinvenuti i fumogeni né tanto meno che gli occupanti del bus fossero a conoscenza dell’esistenza di quel materiale».

Per questo «la semplice circostanza di aver viaggiato nello stesso pullman con i responsabili della condotta illecita non può ritenersi soddisfacente all’emissione del provvedimento». L’inatteso ribaltone. La doccia gelata per i 35 supporters granata che si videro cancellare i Daspo, però, è arrivata giovedì scorso. La sezione giurisdizionale del Cga Sicilia (presidente Rosanna De Nictolis) ha accolto il ricorso per sospendere l’efficacia della sentenza del Tar. Smontando proprio quelle che erano state le basi dell’annullamento delle limitazioni, decretato dai giudici amministrativi. "Il materiale esplosivo era nell’immediata disponibilità di tutti gli occupanti del pullman perché non occultato e sparso in modo palesemente visibile, sul pullman viaggiavano gli autori del grave lancio di fiaccole durante la partita, i precedenti di alcuni dei tifosi evidenziano identiche condotte e modalità operative", scrivono i giudici giustificando così il sussistere di una condotta di gruppo che avrebbe autorizzato l’emissione del provvedimento di massa. Non solo: il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Sicilia ha sottolineato che «è evidente il periculum atteso che sono in fase di inizio i campionati di calcio con conseguente messa in pericolo per l’ordine pubblico". Le difese, adesso, dovranno fare istanza di una nuova udienza al Cga per entrare nel merito della vicenda. "È un’ordinanza di sospensiva, andremo nel merito per cercare di avere ragione", sottolinea l’avvocato Contucci. Ieri sera, intanto, nel centro di Salerno è comparso uno striscione che ha puntato il dito contro il ricorso presentato dalla Questura di Salerno e che fa vivere un nuovo incubo ai 35 tifosi granata finiti nel calderone dei Daspo di massa.

Sezione: News / Data: Ven 20 settembre 2019 alle 17:00 / Fonte: La Città
Autore: TS Redazione
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