Ha salutato Salerno nel totale anonimato, lui che aveva contribuito a scrivere una delle pagine più belle della storia del calcio italiano e che aveva conquistato il cuore della gente a suon di gol ed esultanze particolari sotto la curva Sud. Con tanto di gelato offerto alle tante persone che intesero accettare il suo invito all'indomani della meravigliosa, sofferta e incredibile salvezza datata 22 maggio 2022.

L'ex direttore sportivo De Sanctis non avrebbe voluto riconfermarlo, preferendogli Maupay. Si arrivò ai botta e risposta a distanza con il procuratore attraverso gli organi di informazione locali, quelli che poi raccolsero l'opinione del presidente Danilo Iervolino che decise - legittimamente - di scavalcare il proprio dipendente e decidere con la sua testa "perchè stiamo parlando di uno degli attaccanti più forti d'Italia, già oggi pronto per la Nazionale".

Peccato, però, che Federico Bonazzoli non abbia saputo ripagare in pieno la stima incondizionata della proprietà, l'enorme investimento del presidente (5 milioni di euro alla Sampdoria, contratto di cinque anni per lui a cifre quasi da top player) e il calore di una tifoseria che sperava potesse ripetersi e trascinare i granata verso la zona sinistra della classifica.

Ormai il tormentone è sempre lo stesso: potenzialmente fortissimo, tecnicamente valido, un super lusso per la serie B, ma un carattere particolare che non gli ha permesso di spiccare il volo e di fare la differenza nelle big del calcio italiano. Lui che era partito dal prestigioso settore giovanile dell'Inter e che, un anno fa a quest'ora, si allenava con la Salernitana da solo e con un preparatore atletico che lo tenesse ben distanziato dagli altri compagni.

Dopo una trattativa non certo vantaggiosa col Verona (rinforzata una diretta concorrente pagando quasi tutto lo stipendio), Bonazzoli era rientrato alla base con la consapevolezza che, in A, ci fosse poco mercato. E in molti speravano potesse scegliere di restare, con una testa diversa e con motivazioni altissime. In fondo, in questa categoria, non è secondo a nessuno. Nemmeno ai vari Tutino, Coda, Moncini e Defrel.

Petrachi, però, era stato chiaro: bonifica dello spogliatoio e partenza necessaria per tutti quei calciatori legati al club da stipendi ritenuti elevati. E così, da ieri, il "pistolero" è un nuovo giocatore della Cremonese. Quella società che lo aveva virtualmente preso nel gennaio del 2023 prima del gol al Milan (l'ultimo all'Arechi) e del dietrofront della proprietà, convinta potesse partire da lì la sua rinascita dopo un brutto girone d'andata.

Oggi, invece, un addio nel silenzio generale, con una potenziale diretta concorrente che fa il colpo da 90 e la Salernitana che saluta un bomber vero senza aver ancora preso un attaccante di livello. 

Sezione: Primo Piano / Data: Mer 07 agosto 2024 alle 20:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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