Bentornati al nostro appuntamento settimanale con la "terapia di gruppo granata"! Oggi dal Salento arriva un pareggio che sa di pizza con l'ananas: tecnicamente commestibile, ma qualcosa nel tuo DNA campano si ribella istintivamente.

La nostra amata Salernitana continua la sua crociata medievale verso la . . .  (omissis per scaramanzia), armata di coraggio leonino e difesa di cartapesta. È come guardare Braveheart dove Mel Gibson combatte con una spatola da cucina: epico nell'intento, comico nei risultati.
Continua anche il suo percorso di "crescita caratteriale" subendo gol con la costanza di un orologio svizzero e la precisione di un meteorologo napoletano. Ma almeno stavolta abbiamo pareggiato, che già è un miracolo, come ritrovare l’auto non saccheggiata nel parcheggio davanti all'Arechi dopo la partita.

DONNARUMMA 8

Il nostro Santo Patrono del pallone, più miracoloso di Padre Pio in versione portiere. Continua a trasformare l'area di rigore granata in Lourdes, dove i tiri degli avversari vanno a morire purificati dalle sue parate divine. Su Cajazzo vola come un drone militare programmato per intercettare missili balistici, su Cerbone compie un intervento che nemmeno Matrix con il rallentatore cinematografico. Se esistesse un oscar per "Migliore interpretazione di un portiere che tiene in piedi una squadra di cristallo", lui vincerebbe per acclamazione popolare. Senza Donnarumma questa Salernitana sarebbe più esposta al pericolo di una gelateria aperta sotto il Vesuvio durante l'eruzione.

COPPOLARO 5

Inizia la partita come un sommelier che assaggia un Brunello di Montalcino, poi finisce che beve vino in cartone al supermercato. Ma sul 2-1 dorme più profondamente di un pensionato dopo il pranzo domenicale con le lasagne della suocera. La lettura sbagliata sul gol casaranese fa più male di una dichiarazione d'amore respinta davanti a tutti gli amici.

GOLEMIC 5

Gli diamo 5 solo perché si è presentato nonostante fosse più impreparato di uno studente universitario all'esame dopo aver saltato tutte le lezioni per giocare alla PlayStation. Il coraggio di scendere in campo dopo aver saltato il ritiro merita una medaglia al valore civile, ma tecnicamente è stato più spaesato di un turista giapponese che cerca il Duomo di Salerno con Google Maps spento. Nel primo tempo va sempre fuori tempo come un orologio di Salvador Dalì, permettendo al Casarano di arrivare in porta con più facilità di un delivery che consegna pizza a domicilio.

FRASCATORE 4,5

Vive una domenica pomeriggio più nera di un documentario sulla mafia siciliana degli anni '80. Il fantasma del "papero" di mercoledì lo perseguita come i creditori inseguono un imprenditore fallito. Sbaglia l'appoggio elementare che porta al 2-1 con la precisione di chi prova a infilare il cavetto USB al buio durante un blackout. Prende il giallo e viene sostituito con la stessa urgenza di chi chiama l'ambulanza dopo aver mangiato funghi trovati nel bosco senza essere micologi. Non mollare Paolo, ricordati che Chiellini nei suoi ultimi anni faceva più figuracce di un ubriaco sulla pista da ballo, ma nessuno si ricorda quelle. Con la tua esperienza tra qualche partita tornerai a leggere il gioco meglio di un veggente che guarda la sfera di cristallo.

UBANI 5

Tranquillo Ubani, hai solo 20 anni e già dimostri di avere il talento naturale per far venire l'infarto ai tifosi granata - a quest'età Maldini manco sapeva allacciarsi le scarpe da calcio! Considera ogni cross mandato in curva come un investimento per il futuro: stai solo calibrando la potenza per quando ti servirà davvero. I grandi terzini si riconoscono proprio da questo: prima ti fanno disperare per anni, poi diventano leggenda.

ANASTASIO 4,5

Viene sverniciato da Cajazzo come una Ferrari d'epoca lasciata sotto la grandine per una settimana. Essere sverniciato da un ragazzino del 2004 a 29 anni significa solo che hai ancora lo spirito giovanile per giocare con i coetanei! Considera Cajazzo come un personal trainer gratuito che ti ha insegnato l'umiltà e l'arte della corsa veloce in retromarcia. Anche Roberto Carlos nei suoi primi anni veniva saltato così spesso che in Brasile lo chiamavano "il tornello umano". E ricorda: chi conquista rigori da fermo ha sempre una marcia in più di chi li subisce correndo!

VILLA 7

Il nostro tuttologo granata, più versatile di un coltellino svizzero. Gioca ovunque come un Uber che accetta qualsiasi destinazione pur di fare soldi. Mezzala, esterno, libero interpretativo, baby-sitter della difesa: se gli chiedessero di fare anche il barbiere dello stadio probabilmente accetterebbe sorridendo. Il cross per il gol di Quirini è un'opera d'arte più preziosa di un quadro di Leonardo da Vinci ritrovato nella soffitta della bisnonna. È già il leader morale di questa squadra, più carismatico di un predicatore televisivo che vende miracoli a rate.

TASCONE 6

Corre per novanta minuti come un criceto impazzito nella ruota, ma almeno con uno scopo ben definito. Il tiro a giro che sfiora il gol è più bello di un tramonto sul Golfo di Salerno fotografato da National Geographic. Cala fisicamente alla distanza come il segnale WiFi quando piove, ma il suo impegno è più costante della puntualità dei treni tedeschi.

DE BOER 6,5

Commette un solo errore grave in novanta minuti, statistica migliore di quella di un chirurgo che opera con i guanti da forno. Non fa rimpiangere Capomaggio e gestisce il pallone con l'eleganza di un maestro di scacchi che calcola mosse che gli altri nemmeno immaginano. Ha la resistenza fisica di un maratoneta keniano nutrito a pasta e fagioli della nonna campana.

FERRARIS 6,5

Quando regge fisicamente è più elegante di un ballerino della Scala. Porta a spasso la difesa avversaria come un cane al guinzaglio al parco. Sfiora il gol più volte, con la costanza di un corteggiatore respinto che non si arrende mai,  ma evidentemente le porte del Casarano erano benedette dal parroco del paese.
 

FERRARI 6,5

Trasforma il rigore con la freddezza emotiva di un killer di professione che ha appena bevuto un caffè decaffeinato. Ma poi sbaglia tre occasioni da gol che farebbero piangere anche il pubblico di "C'è posta per te" durante la puntata più triste della stagione. Nel primo tempo sembrava il Messi della Campania, poi si è trasformato nel cugino sfigato di Messi che gioca solo ai videogiochi.

QUIRINI 6,5

Entra in campo come un attore di teatro che ha dimenticato la battuta di apertura, poi si ricorda di essere un calciatore professionista pagato per fare gol. Il suo 2-2 è più liberatorio della prima birra dopo una settimana di dieta ferrea imposta dalla moglie. Dimostra di essere un esterno naturale e non un esperimento di laboratorio geneticamente fallito.

ACHIK 6,5

Il giallo per simulazione è l'unica macchia su una tela altrimenti perfetta, come trovare un pelo nella minestra della domenica a casa della suocera. Quando collabora con i compagni è più utile di un traduttore simultaneo alle Nazioni Unite, quando fa il fenomeno da spiaggia diventa più fastidioso di un venditore ambulante che suona il citofono alle 7 del mattino.

KNEZOVIC 6

Entra in partita con la naturalezza di chi sa già dove sono nascosti tutti i segreti del calcio. Si inserisce negli schemi di gioco come un pezzo di puzzle che trovi dopo aver cercato per ore sotto il divano. Raffaele ma come fai a ignorarlo? Sveglia prima che Knezovic si stufi di aspettare e decida di tornarsene in Croazia a fare il pescatore di tonni! Hai un diamante grezzo in panchina che brilla più del faro di Punta Licosa, e tu lo usi meno di un ombrello durante la siccità estiva. Il ragazzo entra e subito si vede che ha classe da vendere, ma se continui a farlo giocare col contagocce diventerà più misterioso di un tesoro nascosto dai pirati nei fondali del Cilento.

VARONE 6

In pochi minuti dimostra di avere più classe di un sommelier che degusta un Barolo del '78. I suoi colpi di tacco sono più eleganti di un valzer viennese ballato da Fred Astaire ubriaco di champagne. La sua presenza in area avversaria terrorizza i difensori come l'arrivo di Equitalia nella cassetta della posta.

ALL. FERRARI (per RAFFAELE squalificato) 6,5

Gestisce la panchina con la saggezza di un monaco tibetano che ha raggiunto l'illuminazione calcistica. Azzecca le sostituzioni, anche se in ritardo, come un indovino che legge il futuro nei fondi di caffè della moka napoletana. Capisce che questa difesa è più fragile di un castello di carte costruito durante un terremoto e cerca di ovviare giocandosela con il coraggio di chi scommette tutto al casinò puntando sul rosso.

ARBITRO ZAGO 6

Dirige la partita con la tranquillità di chi sa che domani non finirà sui giornali nazionali. Qualche fischio generoso per i padroni di casa, ma niente di più scandaloso di un politico che mantiene una promessa elettorale. Il VAR lo salva da una figuraccia epocale, permettendogli di tornare a casa senza dover emigrare in Nuova Zelanda sotto falso nome.

Ecosì, mentre la nostra Bersagliera continua a navigare in acque tempestose come quelle affrontate da Ulisse nel suo viaggio verso Itaca, noi prendiamo fiato fino alla prossima battaglia. Perché tifare Salernitana è come innamorarsi della persona sbagliata: sai che ti farà soffrire, ma non riesci proprio a smettere di sperare nel lieto fine!

Ci vediamo alla prossima dose di adrenalina granata!

Sezione: Primo Piano / Data: Dom 28 settembre 2025 alle 21:00
Autore: Giovanni Santaniello
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