Anche nel calcio le coincidenze a volte puzzano più del pesce lasciato tre giorni al sole ad agosto, chi mastica da sempre questo mondo lo sa benissimo. Ma che proprio ora, proprio quando la Salernitana si permette di rompere le scatole ai piani alti per la situazione debitoria della Sampdoria, arrivi un arbitro come Tona Mbei a massacrarci all'Arechi... beh, questo proprio no.

Riavvolgiamo il nastro di questa 'jurnata maledetta' per provare a capire se davvero siamo solo noi paranoici o se qualcosa che non quadra c'è davvero...

Il timing che fa riflettere

Martedì la Salernitana, attraverso i suoi legali, presenta una richiesta di chiarimenti alla FIGC sulla situazione finanziaria della Sampdoria. Mercoledì mattina la notizia rimbalza su tutti i giornali nazionali. Mercoledì sera, guarda un po', il direttore di gara designato ci confeziona un finale di partita da horror.

Tona Mbei - nome che da oggi rimarrà scolpito nella memoria di ogni tifoso granata - in novanta minuti riesce nell'impresa di: annullare due gol regolari ai granata, regalare un rigore inesistente al Cerignola, espellere Capomaggio per un secondo giallo eccessivo ed espellere negli spogliatoi anche Raffaele, Faggiano e il capitano Inglese.

Coincidenza? Mah...

La bomba Sampdoria che dà fastidio

Perché la Salernitana ha deciso di rompere il silenzio proprio ora? Perché la Sampdoria ha debiti per 70 milioni di euro, secondo Cellino addirittura 200 milioni, eppure continua a galleggiare in Serie B come se niente fosse. Mentre noi, che abbiamo fatto economie su tutti i fronti, siamo finiti in Serie C.

La FIGC aveva ammesso la Samp in Serie B "sulla fiducia" che sarebbe ritornata subito in A e ci sarebbe rimasta. Una scommessa persa malamente, visto che i blucerchiati sono retrocessi in Serie C. Ma intanto noi eravamo già stati spediti al piano di sotto.

I nostri legali non mollano e chiedono spiegazioni. Bene, bravi, giusto così. Ma forse a qualcuno questo zelo non è piaciuto...

L'arbitraggio dell'orrore: casualità o messaggio?

Tona Mbei martedì sera all'Arechi ha dato spettacolo: direzione impulsiva, a tratti isterica, zeppa di errori. Non uno, non due, ma una sequela infinita di sviste che hanno trasformato una partita dominata 2-0 in una sconfitta 2-3 che brucia come l'inferno.

Il primo gol annullato: Villa era in posizione regolare dopo una giocata del difensore del Cerignola, ma l'arbitro annulla per fuorigioco inesistente.

Il secondo gol annullato: Ferraris segna una rete bellissima, ma il direttore di gara vede una "manata" di Ferrari che nessuno aveva notato.

L'espulsione di Capomaggio: doppio giallo per uno che stava solo cercando di intercettare un pallone. Il secondo cartellino per un fallo che fallo non era.

Il rigore regalato: episodio dubbioso che neanche il VAR riesce a chiarire, ma che Tona Mbei conferma dopo aver guardato il monitor.

E per finire in bellezza, espulsioni anche per il ds Faggiano, l'allenatore Raffaele e pure Inglese negli spogliatoi. Una autentica strage.

Il sistema che non perdona

Ora, non voglio alimentare complotti o dietrologie varie, ma certe coincidenze fanno venire i brividi. La Salernitana dà fastidio perché non accetta l'ingiustizia della retrocessione mentre la Sampdoria, ha i conti in rosso da far paura.

La FIGC sa benissimo che il sistema è alla deriva, ma finché qualcuno non rompe le scatole, tutto fila liscio. Quando invece una società come la nostra ha il coraggio di dire "basta" e di chiedere spiegazioni, ecco che casualmente arriva un arbitro che ti distrugge una partita.

Non sarà che qualcuno ha voluto mandare un messaggio? Del tipo: "State zitti, abbassate la testa e accettate quello che vi abbiamo dato"?

Gabry, ma tu che dici?

I tifosi granata non sono scemi e hanno capito benissimo che certe coincidenze puzzano.

Certo, potrebbe essere davvero tutto un caso. Magari Tona Mbei era solo nervoso, magari aveva litigato con la moglie, magari gli era andata di traverso la cena. Può essere. Ma quando ti capitano cinque errori clamorosi tutti dalla stessa parte, quando l'arbitraggio massacra proprio la squadra che sta dando fastidio ai piani alti... beh, i dubbi vengono eccome.

La lezione che dobbiamo imparare

Due riflessioni finali, come sempre.

La prima: in questo calcio, quando fai il bravo e stai zitto ti fregano comunque. Quando invece hai le palle di alzare la voce e chiedere giustizia, allora ti fregano pure peggio. Ma almeno con dignità.

La seconda: noi tifosi granata dobbiamo continuare a sostenere chi ha il coraggio di lottare contro questo sistema. La società sta facendo quello che deve fare, non mollando di un centimetro. E se per questo dobbiamo pure sopportare alcune conseguenze, pazienza. La verità prima o poi viene sempre a galla.

E comunque, caro Gabry, noi granata abbiamo la memoria lunga. Molto lunga. E quando torneremo dove meritiamo di stare - e torneremo, statene certi - organizzeremo una bella festa. Inviteremo tutti: chi ci ha sostenuto, chi ci ha ostacolato, e soprattutto chi ci ha regalato lezioni di vita così... educative. Sarà una serata memorabile, con tanto di ringraziamenti speciali per i 'maestri' di giustizia sportiva. Perché il calcio, alla fine, è solo un gioco. Ma la giustizia, quella è una cosa seria.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 28 settembre 2025 alle 00:00
Autore: Giovanni Santaniello
vedi letture
Print