Che Iervolino sia il principale responsabile di questi due anni e mezzo tristissimi per i colori granata non ci sono dubbi. Non parlare alla stampa locale e ai tifosi per spiegare cosa abbia comportato questo totale ridimensionamento dopo promesse e proclami roboanti sarebbe stato obbligo morale, ancor di più perchè la gente ha continuato a sostenere la Salernitana garantendo numeri importanti in casa e in trasferta e senza mai contestare il patron come accaduto a tutti i suoi predecessori. Anche quelli che hanno vinto e investito milioni di euro rimettendoci senza guadagnarci nulla.

Ma su una cosa ci sentiamo di spezzare una lancia a favore del patron: il calo d'entusiasmo è derivato anche da consigli sbagliati e dagli errori dei dirigenti che lo ho hanno affiancato. Di Sabatini abbiamo parlato ieri: milioni e milioni di euro spesi per calciatori a fine carriera, modesti, che non hanno dato nulla alla causa. Senza dimenticare Valentini e quelle nove riserve a costo irrisorio che hanno ulteriormente indebolito l'organico come testimoniato dalla retrocessione finale. Ora è arrivato Faggiano e che vi scrive (tanto per rinfrescare la memoria) caldeggiò il suo nome non appena Valentini fu esonerato. Ad oggi, e con la speranza che la Salernitana possa fare un super campionato tornando in B, c'è delusione anche sul suo operato.

Tutte le anime societarie convergono su un aspetto: il direttore sportivo ha carta bianca e non c'è obbligo di cedere prima di acquistare. E allora Faggiano deve assumersi tutte le responsabilità se, al 19 agosto e con il campionato alle porte, mancano all'appello un difensore centrale rapido, tre centrocampisti, l'esterno destro titolare e un attaccante da doppia cifra. 6 tasselli possibilmente di categoria superiore e di comprovata esperienza dopo aver propinato alla piazza e al club svincolati  a basso costo, atleti fermi da un anno per problemi fisici e altri che hanno giganteggiato in piccole realtà e che ora dovranno riconfermarsi in un contesto come Salerno.

E avete visto Liguori in coppa? Quell'attaccante fortemente voluto senza dare alcun peso alla legittima presa di posizione della curva e che sarebbe stato sonoramente fischiato quando, a porta vuota, ha mandato in pallone sopra la traversa impedendo ai granata di passare in vantaggio col Sorrento. E non fa bella figura chi dovrebbe lottare per stravincere il campionato se uno svincolato e un Primavera del Sassuolo devono attendere le partenza di Njoh e Bradaric per firmare il contratto, saltando oltre 20 giorni di ritiro. Se poi l'obiettivo è la salvezza, allora lo dicano e saremo tutti più sereni. La verità è che Faggiano è caduto in una serie di evidenti contraddizioni.

Aveva promesso un organico completo all'80% prima della partenza per il ritiro e ha totalmente disatteso le indicazioni dell'allenatore, diceva che avrebbe portato a Salerno solo gente affamata e motivata senza pregare nessuno e oggi dialoga con Daniliuc in ottica reintegro dimenticando quanto accaduto nel mese di luglio, affermava che non si sarebbe fatto prendere per il proverbiale cravattino nelle trattative in uscita ma, ad oggi, la Salernitana ha racimolato qualche spicciolo soltanto dalla vendita di Bradaric. Operazione tra l'altro favorita dal fatto che il croato avesse già giocato con la maglia gialloblu fino a pochi mesi prima.

E ancora. Dov'è la protezione dell'allenatore rispetto alle parole della società nel post Sorrento? Perchè ammettere di aver riaperto trattative con calciatori che 20 giorni fa dicevano no alla Salernitana, quando invece Casasola e altri sono stati congedati dopo un primo rifiuto? "Chi vuol venire qui deve essere convinto dall'inizio.

Chi prende tempo o gioca al rialzo non mi piace e mi scade subito" ha detto più volte e, dunque, anche in questo caso possiamo riscontrare una contraddizione. Faggiano, che nel biennio di Catania ha speso tantissimo fallendo l'obiettivo promozione (e sul web i commenti dei tifosi etnei sono stati sempre eloquenti, una pioggia di critiche), in carriera ha fatto ottime cose, ma ha anche fallito gli obiettivi in piazze come Genova (su entrambe le sponde) o Siena, con un epilogo tristissimo.  Ora, a Salerno, ha la chance di dimostrare per davvero il suo valore.

In che modo? Formando una corazzata e non una discreta squadra di categoria, investendo il necessario per gente di B o di A, assecondando le richieste del proprio tecnico senza prendere elementi non funzionali al suo sistema di gioco (tanti dubbi anche su Golemic, alla Salernitana manca un braccetto rapido e bravo tecnicamente...ad ora lì dietro sembrano tutti doppioni), parlando alla stampa e alla gente con chiarezza, soprattutto dopo quello che è successo domenica sera.

Col Fabiani di turno siamo certi che giammai un presidente e un amministratore delegato, il 17 agosto, sarebbero usciti allo scoperto con dichiarazioni di quel genere. Il ds che fa la differenza non è solo quello che indovina qualche acquisto, ma anche colui che sa gestire il quotidiano con saggezza, evitando tutto ciò che può alimentare tensione in una piazza che merita di vincere da subito e senza badare a spese. 

Sezione: Primo Piano / Data: Mar 19 agosto 2025 alle 13:00
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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