Se qualcuno pensa che sia stato il triangolare di ieri a dare lo spunto per alcune riflessioni è totalmente fuori strada. Avrei detto e scritto esattamente le stesse cose anche se la Salernitana avesse alzato al cielo il trofeo battendo in scioltezza i rispettivi avversari. Nessuno si poteva aspettare una performance brillante e di qualità, intendiamoci. Di attenuanti ce ne sono a bizzeffe e vanno pienamente riconosciute ad un gruppo che sta onorando la maglia e che profonde massimo impegno in ogni suo tesserato. Il cambio di temperatura, i carichi di lavoro, i tanti infortuni e la testa altrove di qualche elemento con la valigia pronta giustificano, in parte, la figuraccia nella prima amichevole e la prestazione non brillante nella seconda a cospetto di un rivale di categoria inferiore, cui rosa è stata allestita praticamente in sette giorni. Ma questa Salernitana, a 14 giorni dall'esordio con la Roma, è un cantiere aperto ricco di incognite e con innumerevoli perplessità che nascono esclusivamente dalle promesse ad ora non mantenute da parte del presidente. E' bello che Iervolino palesi all'esterno buona volontà ed entusiasmo, ma nel calcio e nella vita contano i fatti e, per ora, ci sono una serie di enormi contraddizioni. Per i soliti noti del web, anti Salernitana senza argomenti che parlano in malafede, si tratta di "vedovanza" e "nostalgia", gentaglia che dà spazio ai diffamatori di professione che preferiscono essere presi in giro dai "Della Valle" di turno a cui perdonano fake news a raffica a patto che attacchino Fabiani, Lotito, "il nocerese" e chi offre loro un servizio gratuito lavorando con il cuore 24 ore su 24. Per chi invece ha un po' di sale in zucca è un dato oggettivo che manchino all'appello due difensori di valore, un esterno sinistro, tre centrocampisti di livello oltre Kastanos e un bomber. Se poi si pensa che Botheim possa risolvere da solo i problemi del reparto offensivo ereditati dalla passata stagione e che Pirola, arrivato dalla B, basti per tenere a galla una retroguardia composta da chi ha fatto maluccio l'anno scorso allora alziamo bandiera bianca.
La gestione di Mazzocchi è l'emblema della confusione. Hai in casa un giocatore forte, gli prometti farà parte del progetto quasi prospettandogli la possibilità di indossare la fascia di capitano, c'è una sorta d'accordo con la vecchia dirigenza per un rinnovo a cifre più alte, ti tiri successivamente indietro per una cifra tutt'altro che elevata e poi offri un quadriennale da ottocento/50 mila euro a Sambia che, per stessa ammissione di Nicola, non sarà al top prima di un mese e mezzo? Come può sentirsi uno degli artefici della salvezza se una scommessa viene messa su un piano superiore rispetto ad una certezza? A questo punto non si perda altro tempo, per il bene di tutti la questione va risolta in 24-48 provando, si spera, a ricucire lo strappo per riconsegnare allo staff tecnico il titolare della corsia di destra. Anche perchè, dopo Verdi, Ranieri, Ruggeri
, Djuric ed Ederson, perdere un altro dei protagonisti della salvezza sarebbe un errore grossolano. Ma è dovunque che bisogna intervenire, ricordandosi che il povero Mamadou Coulibaly purtroppo è tormentato dagli infortuni e che Bonazzoli si è fatto attendere più del dovuto pur non avendo richieste e che dovrà ripagare l'affetto della piazza con un bottino di gol che non sappiamo sia effettivamente nelle sue corde. Ma si può passare da Cavani, Piatek, Joao Pedro e Maupay al giovane di belle speranze, al Lammers di turno o alla scommessa che arriva dall'estero? I giovani su cui lavorare ci sono già: Botheim e Valencia. Ora occorre una certezza, un bomber che conosca la serie A. Anche a costo di fare un sacrificio economico. D'altronde dove sta la differenza con le altre società se, pur con introiti enormi garantiti dalla categoria, non si trova quasi mai un accordo? Non è certo solo una questioni di appeal ed obiettivi: allarga i cordoni della borsa, aumenta il budget a disposizione del ds e vedi come i tentennamenti diventano strette di mano, con tanto di firma sui contratti. A volte, poi, pare ci si voglia complicare la vita. C'è emergenza in difesa, occorre un alter ego di Bradaric a sinistra (Jaro non convince del tutto), si punta a giovani italiani di prospettiva che possano essere patrimonio per il futuro e si perde ancora tempo per riportare Ranieri a Salerno? Misteri.
Micai, Motoc, Mantovani, Veseli, Sanasy Sy, Boultam, Capezzi, Cavion, Kechrida, Vergani, Kristoffersen. Non osiamo immaginare cosa avrebbero detto e scritto i soliti noti se, ad una settimana dall'esordio ufficiale, la Salernitana si fosse presentata così in campo davanti a seimila persone con la precedente proprietà alle spalle. Iervolino non è uno stupido, non è l'ultimo arrivato, ha salvato due volte la Salernitana e ha fatto investimenti, sia chiaro, ma non è Re Mida e, ora, deve assolutamente rinforzare la squadra. Se davvero, come ha detto ieri in conferenza stampa, si limiterà a 3-4 innesti allora saranno tempi duri per la Salernitana che, contro la Roma, è già in emergenza. Se invece si stanno evitando proclami e si lavora sotto traccia per 7-8 giocatori di spessore, allora è un altro discorso. Perchè, con gare ogni tre giorni, incognita covid e tante altre problematiche, non bisogna concentrarsi solo sulla formazione titolare ma anche sulle alternative. Senza troppe scommesse, soprattutto in alcuni ruoli. Mikael e Mousset insegnano. Ad ogni modo anche mister Nicola deve assumersi le sue responsabilità. In attesa che dimostri di essere decisivo non solo da subentrante, come motivatore, ma anche dall'inizio come allenatore che dà idee di gioco, l'allenatore granata ha fatto benissimo ad essere diretto in conferenza stampa, ma non deve scaricare le responsabilità. Se il mercato, da ora, è un flop sta a lui imporsi, dettare le linee guida, non accettare elementi di cui non è convinto e pretendere il reintegro in organico di gente che serve come il pane. Sarà il primo a "saltare" se le cose, malauguratamente, andassero male. Per fortuna il tempo c'è e Iervolino ha tutto per mantenere le promesse fatte. Ma va fatto entro 3-4 giorni, altrimenti con la Roma si rischia un altro poker umiliante come quello di un anno fa. All'epoca c'erano autogestione, trust, trustee, ambiente teso, ex Generali e pericolo fallimenti. Oggi non ci sarebbero alibi e non basterà aver sostituito gli "odiati" predecessori per guadagnare applausi a prescindere. Del resto il desolante dato degli abbonamenti venduti in una piazza dalle potenzialità mostruose come questa certifica che, social a parte, i veri tifosi non sono propriamente soddisfatti.
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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