Sgomento, rabbia e delusione. Così può essere sintetizzato lo stato d'animo della piazza di Salerno dopo la vergognosa prestazione di San Siro contro l'Inter che ha turbato il weekend di una tifoseria stanca e vilipesa. Ennesima pagina nera di una stagione disastrosa, nata male e proseguita peggio, di cui la società dovrà rispondere a tempo debito. 

Una sconfitta in casa di un'Inter lanciatissima verso il ventesimo scudetto era assolutamente preventivabile, ma non certo un simile spettacolo indegno. Inconcepibile che undici giocatori professionisti possano scendere in campo senza il benché minimo mordente, prestandosi a un'umiliazione raramente ammirata su un campo di Serie A ed esponendo gli indomiti ed encomiabili sostenitori accorsi a Milano, circa 1800, allo scherno avversario. Uno schiaffo inammissibile a un popolo che rappresenta da sempre il vanto del club di via Allende nel mondo. Aldilà del divario tecnico e dell'estrema difficoltà della sfida, non riuscire a trovare motivazioni in una gara di tale prestigio, in un vero e proprio tempio del calcio, e nemmeno con l'arrivo sulla panchina di un nuovo tecnico risulta davvero inaccettabile e racconta tanto dello stato dello spogliatoio granata. Non è un caso che mister Liverani nella conferenza stampa di presentazione abbia imposto come primo obiettivo quello di "diventare squadra". Il gruppo granata, di fatto, non lo è mai stato.

A tenere in gioco la Salernitana ci pensa solo la matematica, ma la salvezza è, ormai, utopia, anche per i più ottimisti. Una squadra senza capo né coda, che ha cambiato tutto - terzo allenatore in pochi mesi e nove nuovi innesti sul finire del mercato di gennaio - per non cambiare assolutamente niente. Il calendario da questo momento è anche dalla parte dei granata, ma con un simile spirito arrendevole non esistono partite alla portata. Il messaggio deve passare chiaro: in ballo non c'è (quasi) più la salvezza, ma la dignità e l'onore personale prima ancora che per la piazza. Se retrocessione dovrà essere, che si saluti almeno la massima serie onorando la maglia e dando il massimo su ogni pallone, invece di partire già sconfitti, arrivare molli nei contrasti, senza alcuna rabbia agonistica, come sottolinea anche l'unico cartellino giallo rimediato contro i nerazzurri. 

E' giunta l'ora che la squadra restituisca ai suoi tifosi anche solo il 10% della grinta e della passione ricevuta. Non si è più disposti a trattare su impegno e abnegazione. 

Sezione: Editoriale / Data: Lun 19 febbraio 2024 alle 00:00
Autore: Valerio Vicinanza
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