Una scelta intelligente, la conferma del fatto che c'è stato un taglio netto con un passato fatto di chiusure e distacco, con atteggiamento da padre padrone che allontanava la gente a prescindere dai campionati vinti e da una scalata che resterà nella storia. La Salernitana di oggi è altra roba e incontra la sua gente che ha raccolto in massa l'invito dell'amministratore Maurizio Milan e della proprietà. Un'ora di confronto a cuore aperto, nel corso della quale si sono toccati tanti argomenti di strettissima attualità: dalla curva Nord alla conferenza stampa del Governatore passando per gli abbonamenti, per l'Arechi del futuro e per il Vestuti. Condivisibile la linea dei gruppi ultras che, ancora una volta, hanno ribadito un concetto: non esistono schieramenti, conta solo il bene della Salernitana. Altri tifosi, invece, farebbero prevalere la linea dura e hanno proposto civili e pacifiche contestazioni nei confronti dell'amministrazione comunale e del Governatore De Luca. Evidentemente non era matto chi, da qualche anno, rimarcava che determinati personaggi potessero ostacolare il percorso di crescita dei granata. Del resto se si preferisce spendere 100 milioni di euro di soldi pubblici per uno stadio e non - ad esempio - per la sanità pur di dire no a un imprenditore che, privatamente, farebbe con la propria tasca è palese ci sia qualcosa che non va. E la società fa bene a non mollare, consapevole che il "Delucacentrismo" appartiene al passato e che la piazza è tutta dalla parte di Iervolino. Domani speriamo che prevalga il buonsenso e che si dia l'ok per la riapertura della Nord. Dopo la brutta figura fatta con la Lega A e la bocciatura di una proposta fuori luogo come il divieto a oltranza per i tifosi ospiti (con annessa PEC inviata alla Lega Pro!), sarebbe il caso di fare un passo indietro, chiedere scusa e rendersi conto di aver commesso l'ennesimo autogol figlio di disorganizzazione e incoerenza. Sulla questione nuovo Arechi ci siamo già espressi: caduta di stile inaccettabile convocare una conferenza stampa senza aver prima esposto il progetto alla Salernitana. Invitata in extremis senza poter quantomeno vedere la documentazione. E l'idea suggestiva ma irrealizzabile del Vestuti è il classico specchietto per le allodole che fa battere il cuore ma non offusca la mente. La soluzione migliore è restare all'Arechi accettando chiusure saltuarie dei settori, del resto ha ragione Milan quando dice che si può realizzare un'opera meno costosa e più semplice per ottimizzare i tempi. Giocare un paio di campionati di fatto sempre fuori casa sarebbe un bel problema per una squadra che spesso ha legato le proprie fortune all'apporto del pubblico, lo stesso Iervolino potrebbe contare su meno introiti. Un caos che va assolutamente evitato optando per il male minore.
Contestualmente guai a tralasciare l'aspetto tecnico. Tra poco più di due settimane si gioca e la Salernitana è un cantiere aperto. La scelta di investire il budget a disposizione per Pirola e Dia (ora fuori Italia per motivi personali, non c'è nessun caso) è legittima così come quella di attendere agosto per 2-3 colpi di spessore inarrivabili a giugno. Sostituendo da subito Piatek e Vilhena la società sarebbe stata inattaccabile, forse è stato questo il vero errore del mercato estivo. Perchè, di fatto, il ritiro è stato fatto con due centrocampisti e un attaccante. Al primo settembre, come abbiamo sempre detto, la Salernitana avrà una rosa all'altezza ma il calendario impone una partenza super e forse ci voleva una via di mezzo tra le richieste di un Sousa insofferente e a tratti nervoso e le strategie di una proprietà che in 18 mesi ha speso tantissimo e che, pur ricca, fa bene a far quadrare i conti. Nel mentre ecco la notizia della vertenza di Bonazzoli nei confronti del club. Cosa pensa di ottenere, un reintegro con panchina a vita e i fischi del pubblico? Una storia senza lieto fine che conferma che Iervolino debba ragionare più di testa che di cuore ascoltando chi è nel calcio da tempo senza farsi travolgere dai sentimenti. Un anno fa De Sanctis lanciò un campanello d'allarme lasciando intendere che Bonazzoli non fosse solo quello che offriva le brioches dopo una salvezza miracolosa e che il rifiuto ad un ritorno dovesse significare chiusura di rapporto. E' andata diversamente, impossibile tornare indietro. Ma ribadiamo quanto sia utile seguire la linea ultras: conta la maglia, non chi la indossa. Perchè chi la bacia oggi ti porta in tribunale domani pur avendo percepito regolarmente 1,5 milioni di euro per due miseri gol e tanti 5 in pagella.
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