Quello di stasera era un appuntamento da cerchiare in rosso. Non tanto perchè si doveva consolidare il primo posto, quanto per l'obbligo di riscattare la brutta figura di Brescia a cospetto della squadra più forte del campionato, per di più con Lombardi e Di Tacchio out e Djuric e Cicerelli in panchina. C'era tanto timore e rispetto per un Lecce che, in settimana, si era lamentato dei torti arbitrali ma che stasera deve ringraziare l'arbitro Chiffi che non ha espulso Coda e Stepinski (clamoroso l'errore in questo caso), che ha concesso un rigore generoso negandone uno alla Salernitana che, regolamento alla mano, poteva starci perchè Meccariello ostacola la corsa di Tutino non tirando indietro la gamba. Ad ogni modo abbiamo ritrovato la squadra combattiva, arcigna e senza paura che aveva meritato il primo posto e che ora, pur seconda e risucchiata in un vortice pieno di grandi avversari, staziona al vertice sin dalla prima giornata lanciando ogni volta dei segnali incoraggianti. 

Il Lecce ha giggioneggiato palla al piede, ha tenuto un possesso palla sterile e a tratti fine a sè stesso, ma le occasioni più importanti sono di marca granata: il rigore in movimento fallito da Anderson, il colpo di testa di Djuric, l'anticipo provvidenziale di Gabriel su Aya, il tiro a lato di Tutino da distanza ravvicinata. Il pari è complessivamente giusto, anche Mancosu ha sbagliato una chance colossale a tu per tu con Belec, mentre Coda non si è fatto rimpiangere ed è stato tra i peggiori nella serata da ex. Un plauso ai subentranti: quando chi entra dalla panchina incide così tanto, vuol dire che il gruppo sta lavorando bene ed è stimolato al meglio dal mister. Riteniamo soltanto che Cicerelli debba essere preso maggiormente in considerazione, per il resto anche oggi un Castori convincente e bravo a leggere una partita che ha soddisfatto i tifosi, anche i più scettici. Oggi non contava essere primi: fossimo scesi anche al quinto posto non sarebbero cambiati giudizi e commenti. La Salernitana, con tre innesti di qualità, può essere la mina vagante del torneo di B, come tanti addetti ai lavori ed ex stanno dicendo da tempo. E, stavolta, è mancato tanto il ruggito dell'Arechi. Chissà in quei 20 minuti finali quante cose potevano cambiare con il dodiceismo uomo in campo a spingere come spesso accaduto in passato. Ma prima o poi tornerà anche questa componente. E daremo davvero filo da torcere a tutti. 

Sezione: Editoriale / Data: Mer 16 dicembre 2020 alle 00:39
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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