Il Benevento stellare di Inzaghi ha segnato gli stessi gol della Salernitana e ha vinto sul campo dell’ultima in classifica sfruttando un errore al 90’ del portiere. La Cremonese in estate ha speso una barca di soldi per Ciofani e Ceravolo, ha formato una rosa di esperienza e ha perso ancora una volta in casa a cospetto del Cittadella che giganteggia pur senza aver acquistato nessuno. L’Empoli paracadutato e milionario perde sul campo neutro del Pordenone a cospetto di una neopromossa priva di tre titolarissimi e in campo con tanti ragazzini di belle speranze. Il Frosinone ha una classifica deleteria, avrebbe cambiato allenatore senza il gol al 95’ frutto di un rimpallo e in trasferta ha conquistato un solo punto sui 12 a disposizione. Senza dimenticare che il Pescara sta andando così e così e che lo stesso Chievo ha pareggiato in casa in 11 contro 9 appena sette giorni fa. Leggendo la classifica e valutando con quante situazioni di emergenza ha dovuto convivere l’allenatore ci chiediamo: di cosa ci si lamenta a Salerno? Davvero un secondo posto a -1 dalla prima con una squadra senza sette potenziali titolari, un calendario difficile, un’annata disastrosa alle spalle che difficilmente si smaltisce in poche settimane, un gruppo totalmente nuovo e tra i più giovani in Italia fa storcere il naso a qualcuno? Certo, quando al 95’ si leggeva la classifica e il Frosinone era in 10 si pensava fosse fatta: brutto secondo tempo, ma il risultato è quello che conta. Poi è arrivata la beffa, ad onor del vero meritata per quanto visto sul campo sebbene l’occasione colossale per Karo gridi vendetta. Il calcio è così, dà e toglie. Si meritava qualcosa in più col Chievo, con il Benevento era gara da 0-0, non si doveva vincere a Trapani e oggi l’1-1 è storia del quinto minuto di recupero. Continuiamo a dire, però, che quando rientreranno Jallow, Heurtaux, Mantovani, Lombardi e Akpro ci sarà da divertirsi, ancor di più se Dziczek dimostrerà di essere il potenziale fuoriclasse descritto da tanti addetti ai lavori e che Ventura sta gestendo in maniera oculata. Ad onor del vero oggi qualche scelta tecnica ha fatto discutere, se in panchina ci fossero stati Menichini o Gregucci la critica sarebbe stata feroce. Kiyine, dopo il giallo, ha staccato la spina rivedendo i fantasmi della settimana scorsa e andava sostituto, dopo l’uscita forzata di Djuric la squadra si è abbassata tantissimo e forse si doveva gestire diversamente. Pur con pochissime alternative in avanti, va detto. Facile dire ora “doveva entrare Gondo e non Cerci”. Il fantasista sembra davvero lontano anni luce da una condizione accettabile, ma in caso contrario chi oggi lo critica avrebbe detto “Come si fa a preferire uno che viene dal Rieti a Cerci?”. Chi non gioca è sempre il migliore in campo, quando non si vince non ha giocato mai quello che doveva giocare. Guardiamo avanti, con rinnovato ottimismo e il bicchiere mezzo pieno. In altri tempi un 1-1 a tempo scaduto in 11 contro 10 avrebbe dato il via a critiche, malumori e depressione. Oggi, pur con amaro in bocca, i più sono soddisfatti. Perché vedono alla base di tutto un’aria nuova e un progetto finalmente credibile. Che riparte dai 9800 dell’Arechi, un dato non degno di una piazza che chiede, pretende e critica, ma che si giocava il primo posto contro una big con distinti e tribuna semivuoti pur scendendo in campo di domenica alle 15….

Sezione: Editoriale / Data: Dom 06 ottobre 2019 alle 23:30
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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