Che gennaio rappresenti forse l'ultima occasione per la società di ricucire lo strappo con i tifosi attraverso investimenti concreti e innesti di livello non ci sono dubbi. Questa squadra, palesemente incompleta, necessita di 3-4 calciatori di categoria superiore per essere davvero competitiva per la promozione diretta e "cedere prima di acquistare" è strategia alla base del fallimento sportivo degli ultimi due anni. Tuttavia parlare di ridimensionamento dopo la sconfitta di Catania sarebbe ingeneroso, ancor di più perchè la Salernitana conserva il primo posto seppur in condominio con il Benevento. L'analisi della partita del Massimino deve essere lucida e costruttiva e non può non partire da una prima mezz'ora assolutamente positiva.

La Salernitana, nella bolgia di uno stadio quasi sold out e contro un'autentica corazzata, è scesa in campo con personalità, palleggiava bene, ha sfiorato il vantaggio con Ferraris e non aveva subito nulla. Giocarsi uno scontro diretto con due punte, un trequartista e due esterni costantemente nella metà campo del Catania certifica la fiducia che Raffaele ripone nella sua squadra, il modo migliore per infondere coraggio pur mettendo in preventivo qualche rischio. La punizione magistralmente calciata da Cicerelli, con responsabilità di Donnarumma, ha stravolto l'inerzia di un match che il Catania stava giocando anzitutto per non perdere. Il problema vero è la totale mancanza di reazione nella ripresa, i peggiori 45 minuti della stagione. Già dopo 20 secondi i padroni di casa avrebbero potuto raddoppiare con Lunetta, poi la sagra degli errori che ha permesso a Forte di fare 2-0.

"E' mancata comunicazione tra di noi, siamo stati ingenui" ha ammesso Coppolaro che, al pari di Golemic, ha letto malissimo l'azione su un rilancio apparentemente innocuo di Dini. Da quel momento in poi la Salernitana è completamente sparita dal campo: nessuna scossa, nessuna azione pericolosa (se non un tiro di Villa dai 25 metri), tanta confusione tattica e un impatto molto negativo da parte dei subentrati. Liguori sembrava un pesce fuor d'acqua e ha caratteristiche che poco si sposano con il modulo di Raffaele, Knezovic non ha toccato palla e Quirini ha irritato tifosi e compagni con passaggi sbagliati, falli inutili e un retropassaggio insensato che stava per causare il 3-0 di Rolfini.

Inspiegabile davvero quest'impatto così negativo da parte di un calciatore reduce da una stagione estremamente positiva e sul quale il ds ha investito prelevandolo dal Milan a titolo definitivo. Male anche l'attacco. Ferraris trequartista dà equilibrio ma perde lucidità in zona gol, Inglese ha pagato l'ostilità dell'ambiente ed è stato tra i peggiori per la seconda domenica di fila, Ferrari non va oltre un 4,5 in pagella e andava sostituito molto prima. Insomma, al primo test davvero probante il tandem offensivo ha fatto cilecca. E anche questo non può non essere motivo di riflessione per società e dirigenza.

Ora sotto con la Casertana, altro avversario di spessore che ambisce ad un piazzamento playoff. Il popolo dell'Arechi, che ha preparato una bella scenografia, si aspetta un immediato riscatto. E il concomitante scontro diretto tra Catania e Benevento potrebbe consentire di riappropriarsi del primo posto in solitaria.

Sezione: News / Data: Mar 21 ottobre 2025 alle 17:30 / Fonte: La Città
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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