Se in ritiro si sta faticosamente ricreando un clima di entusiasmo grazie alla presenza costante di oltre 1500 persone per ogni amichevole, in città l’aria è completamente diversa. Le scorie della passata e negativa stagione non sono state ancora assorbite e sussiste la paura di vivere un altro campionato da “galleggianti”, tanto per usare un termine assai in voga negli ambienti del tifo granata. Per far riesplodere la passione popolare (emersa in pieno in occasione della celebrazione del centenario) serviva qualche iniziativa concreta, una sorta di segnale distensivo utile a chiedere implicitamente scusa. E invece è stata persa l’ennesima occasione: abbonamenti a prezzi leggermente più alti rispetto alla passata stagione, nessuna agevolazione per i 4100 innamorati a prescindere che l’anno scorso hanno assistito ad uno spettacolo calcisticamente parlando deprimente e due partite a pagamento per tutti (le famose giornate granata), unico caso in cadetteria.

Per non parlare dei prezzi dei biglietti: 15 euro per la curva, 24 per i distinti, addirittura 30 per la tribuna azzurra dopo aver rischiato la retrocessione e con un calciomercato che, ad ora, è assai deludente e ricco di contraddizioni. Ci sono società che fanno l’Europa League e attuano prezzi decisamente più bassi pur spendendo milioni e milioni di euro per rinforzare la rosa. Alla base del malessere generale non c’è tanto la voglia di bocciare tutti dopo appena due settimane di ritiro, ma una nota pubblicata dalla Salernitana non più tardi di 4 mesi fa e che non va assolutamente dimenticata. Marco Mezzaroma e Claudio Lotito, il 25 marzo, diramarono un comunicato nel quale promettevano a chiare lettere investimenti concreti per puntare alla serie A. Ad oggi sono arrivati giovani di belle speranze (molti non pronti per giocare titolari), un Giannetti che bomber non è mai stato, qualche prodotto scuola Lazio a costo zero e null’altro, complici anche gli errori del passato che costringono a dover cedere prima ancora che acquistare.

Andassero via i "fuori rosa" la Salernitana si ritroverebbe con un risparmio complessivo di almeno due milioni di euro (contando anche le partenze già avvenute di Bernardini e Mazzarani), sia da insegnamento anche per il futuro affinché la società non proponga pluriennali a calciatori poco motivati e non più giovanissimi. Tra l'altro probabilmente gli epurati non sono nemmeno tanto più scarsi di chi c’è ora, ma questo è un altro discorso e solo il tempo dirà se le bocciature sono state giuste o premature. La domanda è legittima: l’ex capitano Raffaele Schiavi è davvero meno adeguato rispetto a un Migliorini in calo da mesi e a Billong reduce dalla retrocessione col Foggia?Chi potrà mai investire su Rosina, Perticone e Signorelli se non hanno nemmeno la possibilità di svolgere un ritiro normale? Perché mettere in discussione un leader come Raffaele Pucino, uno che ci ha messo sempre la faccia, che ama la Salernitana, che ha indossato la fascia di capitano nell’anno del centenario, che ha giocato in tutti i ruoli per il bene dei granata e che è stato tra i pochissimi a salvarsi in un biennio modesto?  

Dubbi, perplessità e interrogativi che domani dovrà fugare mister Ventura in conferenza stampa. Aveva chiesto, oltre a Firenze e Maistro, otto innesti prima del 18. Ne sono arrivati di meno e non certo di primissimo livello, tutto mentre le altre trattano gente come Rispoli, Ceravolo, Ciofani e Ciciretti o chiudono per Kragl, Mancuso, Dezi e Sau. La speranza è che il nuovo allenatore abbia il carisma per chiedere rinforzi (siamo perplessi su Cerci, fermo da tempo e a rischio “Rosina-bis”)evitando di abdicare prima del tempo come accadde con il Chievo, con tanto di polemica social di un leader come Pellissier. Ad oggi la Salernitana necessita di un centrale, due esterni, un regista e un vero bomber, ciò che manca dai tempi di Coda e Donnarumma. Viceversa parlare di play off significa gettare fumo negli occhi. Salerno non ha niente in meno di altre piazze di B e anche di A. E andava coinvolta emotivamente in modo diverso. Così facendo, invece, l’Arechi sarà vuoto e mancherà la componente più importante. E che nessuno se la prenda con l’ambiente e i fattori imponderabili se non arriveranno i risultati. Giusto dire che non si vince con i nomi, ma con la gente forte e magari giovane. Con un investimento importante si può comprare Moncini, Lotito lo farà?

Sezione: Editoriale / Data: Lun 29 luglio 2019 alle 23:00
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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