Non è un fulmine a ciel sereno, come in tanti potrebbero immaginare, la rottura tra Iervolino e Sabatini, che ha portato alla chiusura del rapporto di lavoro tra i due. Ha origini ben lontane, almeno dal mese di febbraio, in mancanza dei risultati immediati sperati. Sembrava, però, l’idillio tra i due continuasse dopo la conquista della salvezza, ma seduti al tavolo delle trattative qualcosa si è inceppato. Il presidente granata, pur non avendo esperienza in campo calcistico, è uomo d’affari, un re Mida che qualsiasi cosa tocca diventa oro. Alla fine si parla di investimenti importanti, di soldi che deve tirare fuori la proprietà ed è chiaro che ci sono stati alcuni impegni economici assunti che non hanno convinto. Sabatini ha basato il suo “instant team” su una grossa quantità di calciatori.

L’esperienza del ds non è da mettere in discussione, il suo curriculum di grande scopritore di talenti parla chiaro. Ma a conti fatti ci sono operazioni di mercato che non sono piaciute al presidente. Impegni economici eccessivi in rapporto al risultato, che in virtù di una salvezza conquistata, hanno comportato rinnovi automatici abbastanza onerosi in qualche caso. In fondo, è vero che Ederson e Bohinen, sono calciatori di talento che possono comportare plusvalenze per la società, altrettanto vero però che i rinnovi di alcuni calciatori, Mikael su tutti, sono risultati onerosi in rapporto alla qualità e soprattutto al risultato. Aggiungiamoci Mousset, i due attaccanti non hanno inciso quanto Gondo, mandato via frettolosamente. Non sta a noi valutare uno ad uno gli acquisti e i relativi costi dei calciatori presi a gennaio, lasciamo volentieri il compito al presidente che ci mette i soldi. In fondo, oltre al contributo fornito dagli acquisti di Sabatini (a cui aggiungere anche i Fazio e Radovanovic ammirati nella seconda parte del girone d'andata, tutto sommato anche Mazzocchi e quel Verdi arrivato a Salerno in verità soprattutto grazie ai rapporti tra Cairo e Iervolino), a consentire la rimonta vincente sono stati anche i vari Gyomber, Lassana Coulibaly, Ranieri, Kastanos e i gol di Djuric e Bonazzoli, gente della vecchia guardia che aveva bisogno solo di un contesto stabile e sereno per esprimere il proprio valore.

Ai vari costi di gestione e di operazioni di mercato vanno aggiunti, qui le più importanti perplessità del presidente, i compensi agli agenti dei calciatori, estremamente elevati per i gusti di Iervolino, che da più parti ha manifestato l’intenzione di dare una svolta a questo tipo di sistema, dannoso per il calcio. Insomma, tutti vogliono mettere parola, ma alla fine chi caccia i soldi sono i proprietari, che hanno tutto il diritto di vedere chiaro in ogni operazione. Una decina di milioni di euro o più investiti a gennaio per concretizzare la rimonta quasi impossibile, i costi derivanti, come dicevamo, dalla salvezza in tema di rinnovi, circa trenta milioni per allestire una squadra competitiva in grado di raggiungere quantomeno una salvezza tranquilla, forse costituiscono un investimento troppo importante o comunque da raggiungere con una somma più adeguata.

Inoltre non bisogna dimenticare i circa tre milioni promessi ai calciatori in caso di salvezza: un’altra operazione che poteva essere gestita meglio, non tanto dal presidente che non ha la necessaria esperienza, ma dal direttore. Promettere la settimana prima della gara con l’Udinese una cifra così importante per raggiungere l’obiettivo, non poteva prescindere dal come doveva essere raggiunto. L’importo promesso avrebbe dovuto comprendere una clausola fondamentale: la conquista dei tre punti con l’Udinese. Premiare una squadra che perde 4-0 in casa nell’ultima di campionato di fronte al proprio pubblico contro una formazione senza più ambizioni di classifica, non ha senso. Se non fosse stato per il Venezia, squadra “provvidenza” da sempre per i granata, oggi si parlerebbe di ben altro. E ora cercheremo di capire se la rivoluzione sarà completa e riguarderà anche mister Nicola, eccellente persona e straordinario motivatore che, però, potrebbe fare un passo indietro dopo l'addio del ds. Inutile spiegare perchè un eventuale approdo di Cannavaro sarebbe un autogol...

Sezione: Editoriale / Data: Ven 03 giugno 2022 alle 00:01
Autore: Maurizio Grillo
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