Primo scontro diretto stagionale e subito necessità di incamerare tre punti per la Salernitana. La discreta prova offerta per un'ora contro la Roma e il pareggio di Udine senza subire gol hanno dato fiducia a tutto l'ambiente, ma ora bisognerà trasformare i proclami in risultati positivi a cospetto delle tante avversarie che saranno di scena all'Arechi nelle prossime settimane. Si parte da una Sampdoria ridimensionata rispetto al passato e che, pur annoverando tra le proprie fila  elementi di indiscutibile valore (Audero, Colley, Sabiri, Caputo e quel Djuricic che sembrava ad un passo dai granata un mese fa), sta vivendo un periodo non floridissimo sul piano economico certificato dalle tante partenze "di lusso" e dalle dichiarazioni spesso polemiche del tecnico Giampaolo.

Nello scorso campionato la miracolosa rimonta partì dal 2-1 di Marassi nel segno di Fazio ed Ederson, chissà che anche stavolta non si possa avviare un discorso interessante battendo i blucerchiati. Per farlo occorrerà forse rivedere qualche scelta dal punto di vista tattico. Non vogliamo sostituirci a Nicola, ci mancherebbe, ma ora anche il tecnico è chiamato a fare un salto di qualità dimostrando di essere non solo un carismatico subentrante in grado di far la differenza come motivatore ma anche un ottimo allenatore. E questo passa dalla capacità di sfruttare appieno le caratteristiche dei giocatori a disposizione. Il 3-5-2 è l'abito adatto alla Salernitana, con un Candreva potenzialmente devastante chiamato a sfiancanti compiti in fase difensiva a 35 anni? Si può pretendere da un Botheim ancora acerbo che faccia lo stesso compito del fu Djuric, attaccante che sarebbe stato meglio riconfermare? Questa squadra, pur con tante scommesse e qualche lacuna ancora da colmare, ha un buon potenziale tecnico e può abbinare gioco e risultati, a patto che si individui il modulo giusto e che ci sia l'atteggiamento corretto. 0 gol segnati in tre gare ufficiali (una contro un avversario di B, un'altra in 11 contro 10 per 50 minuti) fanno capire che c'è tanto da migliorare e che, al netto dei tanti investimenti e sacrifici fatti da Iervolino ad agosto, è un handicap svolgere il ritiro con una rosa completamente diversa da quella che poi affronterà il campionato. Lo ha detto l'allenatore in conferenza stampa con chiarezza, non è solo l'opinione di un giornalista.

Ad ogni modo, anche grazie alla spinta di ogni singolo tifoso che sarà all'Arechi domenica (attesi 18mila spettatori, ottima risposta), bisognerà portare a casa il risultato pieno. Anche perchè, con 3 punti in più in classifica e un entusiasmo importante negli ambienti del tifo, potrebbe essere anche più semplice piazzare il classico colpo di fine mercato. A nostro avviso arriverà un grosso attaccante, siamo certi che la società tirerà fuori dal cilindro una piacevole sorpresa. Si spera una certezza tra tante scommesse. Riteniamo che De Sanctis sbagli a non riprendere Verdi e Ranieri per esigenze di lista o di natura tattica: sono stati tra gli artefici della salvezza, possono ricoprire più ruoli e, presi a titolo definitivo, avrebbero mille motivazioni aggiuntive per esplodere definitivamente in una piazza che li stima. Anche a centrocampo, stanti le assenze di Radovanovic e Bohinen, forse occorrerebbe qualcosina sul piano numerico. Da qui la riflessione con cui chiudiamo l'editoriale: come mai tutti questi infortuni e tutte queste ricadute? Iervolino ha speso  tanto e ha dimostrato nella sua breve ma intensissima esperienza di non guardare in faccia a nessuno pur di tutelare, legittimamente, i suoi investimenti. Ed è giusto voglia capire chi ha dato l'ok per schierare a Udine gente che evidentemente non era pronta. Non ci sorprenderebbero comunicazioni ufficiali e decisioni anche drastiche nelle prossime ore. I risultati della Salernitana dipendono da tante componenti e la gestione degli infortuni può essere determinante. In un senso o nell'altro

Sezione: Editoriale / Data: Ven 26 agosto 2022 alle 00:01
Autore: Maurizio Grillo
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