Una boccata d'ossigeno ma soprattutto la voglia di continuare sulla falsariga di Venezia. Certo il colpaccio in laguna non poteva passare inosservato. Tutt'altro. Se si vince in rimonta, dando un significato preciso ad una gara che era iniziata male, allora vuol dire che questa Salernitana è viva e ha voglia di rimettersi in gioco. Innanzitutto lasciare l'ultimo posto in classifica è un aspetto significativo, da non sottovalutare perchè ci sono tante squadre racchiuse in pochi punti e, dunque, l'ex cenerentola ha voglia di scalare ancora di più la classifica. Dopo dieci giornate di campionato, un terzo della stagione, i pronostici lasciano il tempo che trovano. E la Salernitana, in attesa di riavere in squadra i tanti infortunati che sono anche l'ossatura del centrocampo sta facendo di necessità virtù. Ed anche l'arrivo del nuovo tecnico Stefano Colantuono dopo l'inizio della gara contro l'Empoli ha ridato alla squadra voglia ed anche carattere per rilanciarsi in questa stagione. La spinta emotiva c'è stata. Venezia non poteva essere una tappa da sottovalutare più di tanto. E' bastato un Franck Ribery in grande spolvero malgrado la sua età a riavvolgere il nastro, far capire che le condizioni ci sono per giocarsi la salvezza con altre squadre. E dunque che nulla è perduto anche in vista di scontri sulla carta quasi proibitivi (vedi derby con il Napoli e Lazio in trasferta) che potrebbero in un certo qual senso ancora rallentare la marcia. Ma si parte sempre dallo 0 a 0 iniziale con tutti. Dunque.....Dunque nel calcio tutto è possibile, anche che squadre cosiddette piccole possano mettere in difficoltà le di questo campionato. Non deve mancare l'entusiasmo che è sempre la medicina migliore. La compattezza del gruppo va cementata con tutte le altre componenti. Nessuna fuga in avanti e critiche a volte esagerate ed ingiustificate anche contro dirigenti di questa squadra che solo grazie a loro è stato possibile allestire questa squadra ed iscriversi al campionato in attesa, poi, della futura società che verrà. I processi si faranno dopo, se ci saranno i presupposti. Per ora a queste persone dileggiate riteniamo ingiustamente va detto grazie per quello che hanno fatto e stanno facendo in queste condizioni di precarietà. Dunque come dice il vecchio adagio: a buon intenditor poche parole....

Sezione: Editoriale / Data: Sab 30 ottobre 2021 alle 00:00
Autore: Enzo Sica
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