L'intervista rilasciata questa mattina all'ottimo collega Antonio Longobardi ha permesso al presidente Danilo Iervolino non solo di fare il punto della situazione con estrema chiarezza, ma anche di togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Gli spunti di riflessione sono tanti, così come gli argomenti messi sul tavolo. Li analizziamo uno per uno, con annessa riflessione che condividiamo con i nostri lettori.
MALEDETTI SOCIAL. Per la prima volta da quando ha iniziato la sua avventura in granata, il patron non ha nascosto un pizzico di amarezza. Lo ha fatto con toni pacati, educazione, atteggiamento positivo e senza mai alzare la voce, è ben altra pasta rispetto al suo predecessore e sa lanciare messaggi all'ambiente senza bisogno di offendere o rinfacciare. Ma una presa di posizione netta è stata presa: ok le critiche, ok il confronto, massima apertura al dialogo, ma basta offese su questi maledetti social. La distinzione, stavolta, l'ha fatta proprio la proprietà che, con intelligenza, ha diviso l'ambiente in due tronconi: i tifosi della Salernitana e i frustrati che creano pagine anonime o seguono demagoghi amanti di fake news e telenovele infinite (e inventate) pur di attaccare chiunque. La maggioranza appassionata deve obbligatoriamente isolare questa minoranza rumorosa che, negli anni, ha provato sempre ad affossare la Salernitana vivendo di minacce e diffamazioni. Statene certi che, venisse il futuro pallone d'oro o il presidente più facoltoso del mondo, dopo due settimane criticherebbero anche loro per il gusto di farlo. Maledetto Zuckerberg, verrebbe da dire. E' chiaro, però, che una fetta di pubblico ha mosso critiche legittime basate sui dati oggettivi ritenendo che la proprietà, peccando di inesperienza, abbia fatto troppi proclami disattendendo alcune promesse. E i fatti sono questi: Sabatini era una leggenda del calcio e poi è stato attaccato pubblicamente, "Djuric rinnova" ed ha firmato per il Verona 24 ore dopo, "Sei innesti prima di partire per il ritiro" e l'elenco dei convocati lo ricordiamo tutti. "Ederson resta al 99%" e via con la firma per l'Atalanta. Anche su questo è necessario crescere, dopo otto mesi non è possibile che qualche idiota creda per davvero che si muove una critica costruttiva perchè mossi da chissà quali sentimenti per la "triade" precedente. Il giornalista e l'opinionista non fanno politica, non devono raccogliere consensi e dovrebbero scrivere ciò che accade e ciò che pensano.
MERCATO E MESSAGGI IMPLICITI AL DIRETTORE SPORTIVO. "Non vogliamo creare nessuna dicotomia con il direttore sportivo e siamo convinti che bisogna agire seguendo le indicazioni tecnico-tattiche del nostro grande condottiero Nicola, ma se un calciatore è bravo va preso. Ho già detto che sono disposto a fare il sacrificio, a mettere sul tavolo il budget necessario. E sto parlando in prima persona con alcuni elementi in trattativa" è frase indirizzata alla dirigenza. Elogiata per il lavoro svolto ("Abbiamo preso gli under migliori, stiamo agendo sul mercato come poche altre") ma chiamata anche a chiudere le operazioni avviate da tempo. Iervolino ha chiesto pubblicamente di riaprire trattative per calciatori che hanno scritto comunque una pagina di storia importante, gente che ad ora non è nemmeno sul taccuino di De Sanctis. Prevarrà il diktat del patron o l'ultima parola spetterà al ds? Si spera tra le parti ci sia sempre sinergia totale, ma anche la risposta su Mazzocchi va interpretata: "Ha chiesto di andare via, la proposta d'aumento c'è stata. Certo,sarebbe importante che il ds provi a parlarci per convincerlo a restare". Ad ogni modo il quadro è chiaro: arriveranno portiere ed esterno sinistro under, due centrocampisti (uno under) e due attaccanti, senza dubbio forti. Bonazzoli, al netto della vicenda a cui abbiamo assistito, sarebbe un ottimo colpo e pure in questo caso ci sono dichiarazioni differenti. Dall' "attacco" di De Sanctis alle "coccole" di Iervolino che, oggi, ha lanciato un appello: "E' un ragazzo d'oro, un campione. Qualunque decisione prenderà, va ricordato con affetto e ringraziato". Ad ogni modo la Salernitana resta un cantiere aperto e se è vero che altrove non accade granché è altrettanto vero che i granata, salvi per miracolo con record negativi in serie, hanno più bisogno d'altre di intervenire soprattutto se parte della rosa è stata smantellata. I sei innesti arrivati sin ora (che peccato per Lovato!) non vanno etichettati come scommesse perchè hanno già maturato, tutti, esperienze internazionali di un certo livello, ma ora bisogna andare sui big per consentire anche a loro di crescere senza eccessive responsabilità. E ci chiediamo: non occorrerebbe un elemento esperto dietro dopo aver preso 80 gol e chiuso solo due gare con la porta inviolata? Aggiungiamo: Ranieri corrisponde perfettamente all'identikit tracciato dal club due mesi fa, perchè non riprenderlo visto che tornerebbe di corsa e a cifre molto più basse rispetto a giugno? Per il resto, dopo aver atteso sempre fino al 31 luglio registrando i famosi no di Dezi e Ceravolo, è obbligatorio attendere e fidarsi.
MA I RIFIUTI INIZIANO A PREOCCUPARE. Certo, i tanti no collezionati sorprendono. A nostro avviso non può essere solo questione di blasone. Non crediamo che Caprari, Pessina e Cragno accettino Monza perchè attratti dalla bolgia dello stadio o dalla storia del club biancorosso, con rispetto parlando. Tradotto: metti un euro in più sul tavolo rispetto alle altre e vedi come le remore su progetto, ambizioni e passato vengono meno. Il che non vuol dire essere presi per la gola, ci mancherebbe, ma se è vero che Iervolino ha "speso 30 e ne spenderò altri 30" è altrettanto vero che in un anno saranno altrettanti - se non di più - gli introiti e che per un acino di sale non bisogna perdere la minestra. Il colpo avanti e a centrocampo va fatto, un sacrificio economico che però può fruttare in termini di risultati. Ad oggi la Salernitana è una squadra interessante, incompleta, ma pronta ad essere mina vagante con 4 tasselli di livello più under (Rovella?) già pronti e provenienti da top club. Della questione agenti abbiamo già parlato, così come delle intromissioni che sono tipiche del calciomercato. Ma siamo convinti che, se vuoi un giocatore e fai l'offerta giusta, non c'è intromissione che tenga nè "soffiata" che può frenare l'operazione. Iervolino ha aperto il portafoglio, Nicola ha fatto i nomi. Ora tocca a De Sanctis.
ABBONAMENTI. Sugli abbonamenti ci sentiamo di non essere d'accordo. E' vero che in passato, senza società e con un ultimo posto in classifica, si pagavano anche 60 euro per le gare con le big, pur con la possibilità di risparmiare con i mini abbonamenti e l'obbligo di autofinanziarsi che imponeva di attingere il massimo da ciascuna componente. Ma è altrettanto vero, come detto sopra, che le aspettative sono state alimentate dal club. Se nel giorno della prima conferenza stampa si parla di osmosi, famiglie allo stadio e coinvolgimento totale, non si può pensare alla seconda curva più cara d'Italia dopo quella della Juventus. Anche perchè ciò lascia presagire prezzi alti anche per i singoli biglietti. E il commerciante piuttosto che il libero professionista non ha colpe se non può sottoscrivere l'abbonamento a causa di questo spezzatino indigesto che agevola le tv e svuota gli stadi senza che nessuno alzi la voce per risolvere il problema. I 5700 carnet sottoscritti sino ad ora, con altre tre settimane a disposizione, è dato che conferma anche quanti occasionali ci siano a Salerno e quanto sia strano pensare a quanti veri tifosi, partiti da Budoni per arrivare a San Siro, si siano ritrovati fuori contro Venezia, Cagliari e Udinese. Ad ogni modo ciò che conta è che l'Arechi sarà sempre pieno, ribollente di tifo e di entusiasmo. Perchè ricreare quel clima magico del trimestre marzo-aprile-maggio può fare la differenza più dei gol di Piatek e gli assist di Djuricic.
In conclusione. Ci vorranno comunque due anni per iniziare a dare un giudizio più concreto sull'operato di una società che, per quanto fatto, merita sostegno e fiducia. Iervolino è imprenditore di successo che farà grandi cose per Salerno e per la Salernitana, ma non è Re Mida nè il mecenate che getta soldi dalla finestra. La sua politica aziendale equilibrata può essere foriera di un progetto lungimirante che consenta alla nostra squadra del cuore di essere protagonista in A senza approssimazione. Ma che in questo mese e mezzo ci sia stata qualche battuta a vuoto è evidente. Niente di irreparabile, per fortuna. Alla fine, ai nastri di partenza, c'è da scommetterci sarà una Salernitana competitiva. Ma ora è tempo di aggiungere alla discreta base formata quei 3-4 tasselli di livello assoluto che servono come il pane. E che la società ha promesso.
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