La settimana che sta per concludersi è stata caratterizzata non solo dalla qualificazione agli Europei della nostra nazionale, ma anche - e soprattutto - dai numerosi incontri tra esponenti della società e il mondo della tifoseria granata. Certo, sarebbe stata importante la presenza "live" del presidente Danilo Iervolino. Lui che è stato accolto trionfalmente, che ha goduto di sostegno e appoggio incondizionato, che nei momenti di gioia lanciava messaggi d'amore sui social e sotto la curva ma che quest'anno resta costantemente in silenzio. Certo, se parlare vuol dire prendersela con i giornalisti, rammentare quanto s'è speso, auspicare ponti con i rivali di sempre o aggrapparsi ad alibi di svariata natura forse è meglio evitare e preferire i fatti.

Tuttavia l'occhio del padrone ingrassa il cavallo e vedere il patron al fianco del pubblico e della squadra potrebbe essere un segnale. Ciò che emerge, comunque, è un quadro preoccupante. Perchè si parla di rinforzi, ma non si escludono partenze eccellenti. Perchè Dia è perno fondamentale, ma è stata inserita una nuova clausola dimenticando quanto accaduto in estate. Perchè si lega la campagna acquisti al piazzamento in classifica a fine girone d'andata, quando ci sono 11mila persone che hanno sottoscritto l'abbonamento a scatola chiusa e meriterebbero promesse d'altro genere.

Altro che piano B e "bisogna far quadrare i conti". Il risparmio non è mai guadagno, tanto per restare in tema di proverbi, e se in estate ci si è basati esclusivamente sugli algoritmi e le scommesse a basso costo è ora scotto da pagare (mai verbo fu più azzeccato) quello di allargare i cordoni della borsa e inserire in organico almeno sei giocatori pronti, di livello. E se c'è un direttore sportivo bravo si può anche rivoluzionare la rosa spendendo pochissimo. In fondo basta avere agganci, contatti e credibilità per accaparrarsi qualche prestito di spessore, garantendo soltanto il pagamento dello stipendio. A luglio si poteva agire così, con i vari Sansone, Soriano, Gagliardini e D'Ambrosio che erano svincolati e ai quali De Sanctis non pensò affatto, perdendo tempo sui potenziali arrivi dalla Juventus per poi farsi scappare Soulè a favore del Frosinone neopromosso.

A proposito di De Sanctis. Dopo Napoli era stato virtualmente esonerato, oggi resta al suo posto pur con errori evidenti e un gruppo che necessiterebbe di un sergente di ferro. E' giusto faccia ancora lui mercato dopo i 25 milioni di euro spesi per una difesa mediocre e gli sbagli del trimestre precedente? A nostro avviso lo scossone serviva da subito anche in dirigenza, questo trascinarsi senza decidere sa tanto di rassegnazione. Chiudiamo con la gara di sabato pomeriggio, da giocare senza perni come Dia, Ochoa e Cabral. Arriva la Lazio degli ex, quelli che hanno portato i granata dalla D alla A al netto di teorie folli e interpretazioni fantasiose di svariate dichiarazioni. Assodato che c'è parte dell'ambiente ancora ossessionato dal passato (e la colpa dell'ultimo posto attuale è anche loro, che parlavano di vedovanza, mentre si suonava solo un campanello d'allarme) e che la gratitudine è il sentimento del giorno prima, auspichiamo due cose: che un giorno a mente fredda si riconoscano i meriti dei "romani" e che Iervolino garantisca alla Salernitana la categoria dalla quale è partito.

Prendendola a poco prezzo e introitando quello che, forse, spettava a chi in A ce l'ha portata. Una retrocessione sarebbe un fallimento, oltre che un grave pericolo sul piano sportivo. Lo scenario del salto all'indietro, con un buco di bilancio, incassi dimezzati, giocatori da svendere e l'obbligo di giocare in campo neutro un sabato sì e l'altro pure mette i brividi al sol pensiero. Si faccia di tutto per restare in A, per imparare dagli errori e per riconquistare il cuore di una tifoseria che, al netto di tutto, garantirà circa 20mila presenze. 

Sezione: Editoriale / Data: Ven 24 novembre 2023 alle 00:01
Autore: Maurizio Grillo
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