Ci sarebbero tante cose da dire sulle chiacchiere e sulle solite angherie che provengono dai social e che spesso colpiscono chi ha l'unica colpa di fare il giornalista in modo libero dicendo quello che pensa e quello che sa e non ciò che la gente vorrebbe sentirsi dire. Se oggi far notare a un allenatore che la sua linea di pensiero è contrapposta a quanto pubblicamente affermano società e direttore sportivo merita addirittura le frecciate di gente radiata dall'albo e che poi scade nella diffamazione a categorie deboli beh...siamo veramente alla frutta. Sarebbe facile attaccare i più attaccati, inventare nomi e dire che sono tutti belli, biondi e con gli occhi azzurri. Ma chi vuol bene alla Salernitana fa anche notare ciò che non funziona prima del tempo, senza paura della corrida dei social e di questo clima indegno da tutti contro tutti. Sousa l'ha fatta fuori dal vaso. Ma non perchè ha avuto una reazione scomposta nei confronti del sottoscritto (che, al pari dei colleghi del portale, si è schierato a suo favore quando un mese fa si parlava di alto tradimento), ma perchè era talmente nervoso da non capire che quel tipo di domanda fosse a suo favore. Perchè se lui afferma che "Siamo al livello del Frosinone", che "Siamo nettamente indietro, non ci voleva l'infortunio di Maggiore per capire che dobbiamo fare presto" e che "partiremo diversamente da quello che speravo", è del tutto naturale fargli notare che il club parla in direzione opposta. Ma va bene così, fa parte del gioco. Ci "massacravano" quando dicevamo trust e non Della Valle e altre favolette. Ci attaccavano quando parlavamo di Kastanos potenzialmente determinante, quando da Sarnano raccontavamo di una Salernitana da serie A e ne scrivevano di tutti i colori. O ancora quando anticipammo l'arrivo di Candreva, Ochoa, Vilhena, Piatek, dello stesso Sousa. Chi è in malafede ricorda solo ciò che gli conviene, sapessero costoro che nessuno si espone se non ha notizie certe. E se parliamo di rapporti tesi tra le parti, giocatori scontenti e budget ridotto è perchè, privatamente, la società e i diretti interessati ci dicono le cose. Stop. L'argomento è chiuso, con altri proseguirà in sedi diverse. Chi lede l'immagine di persone con problemi di salute o dà spazio a minacce fisiche va messo al suo posto. Forse, davanti alla legge, saranno altri a balbettare.

Ciò detto e tornando a Sousa, il mister eviti certe cadute di stile, non si aggrappi a nessun alibi e dica eternamente grazie a Salerno. A chi lo ha portato e a chi gli ha garantito due anni di contratto consentendogli di rilanciarsi dopo esperienze pessime che gli valsero l'anonimato calcistico. Iervolino ha rivitalizzato Sousa, gli ha messo in mano una rosa forte e se oggi è costretto a gestire il budget con oculatezza lo deve anche alla sua scelta di tenere ai margini gente che la società avrebbe trattenuto volentieri e che per lui è fuori dal progetto. E Sousa non può pretendere di accantonare calciatori ben pagati e di essere poi accontentato subito. Ci sono i tempi, ci sono i bilanci, c'è il budget, c'è una base diversa da quella con cui Nicola esordì col Parma. Che poi 0 ufficialità in 30 giorni sia dato deludente è altra cosa, tutti ci saremmo aspettati almeno il sostituto di Piatek e di Vilhena e un difensore forte stante l'inaffidabilità di parte del reparto. Pensi a fare risultato, non faccia arrabbiare una società che, pur con tutti i suoi errori, gli consente oggi di sedersi al tavolo con i campioni d'Italia o di guadagnare un lauto stipendio. E' libero di non rispondere alle domande, ci mancherebbe, e noi lo giudicheremo esclusivamente per i risultati senza essere prevenuti. Fino a quando il suo palese malumore tocca i giornalisti...sorridiamo. Se tocca la squadra il discorso si fa delicato.

A nostro avviso chi va sempre sostenuto è Iervolino. Uno che, di fatto, ha salvato la Salernitana tre volte in un anno e mezzo, che nel gennaio del 2022 poteva benissimo pensare al futuro e che invece mise 20 milioni nelle mani di Sabatini, che parla di centro sportivo e non si fa problemi a fare battaglie che possono sembrare perse in partenza ma che palesano ambizione. Certo, ridimensionare il budget dopo tre anni e pensare prima alle uscite in attesa di agosto non segna una grande linea di discontinuità rispetto al passato, ma un imprenditore di successo come lui ha acquisito un credito tale a meritare a prescindere una base di oltre 10mila abbonati. Siamo certi che, alla fine, la rosa sarà all'altezza dell'obiettivo salvezza, a patto che il buon De Sanctis acceleri nelle uscite. Perchè è vero che Simy punta i piedi e che qualche tesserato non ha grosse richieste, ma ci sono una decina di esuberi e c'è necessità di darsi una mossa. Magari acquistando anche in Italia e non solo all'estero.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 31 luglio 2023 alle 00:00
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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