“L’orientamento, almeno in serie A, è quello di ripartire. Non so se nelle altre categorie accadrà la stessa cosa. E’ chiaro che, per recuperare il tempo perduto, bisognerà fare dei sacrifici e prepararsi ad un ritmo serrato. Il calcio è fermo da 3-4 mesi, ci sono retrocessioni e promozioni da stabilire ed è necessario che ogni componente metta in campo attenzione e disponibilità. E’ come se fosse una sorta di Mondiale con più gare, nessuno poteva aspettarsi un’emergenza del genere e adeguarsi è l’unica cosa che possiamo fare. Assegnare titoli a tavolino non è bello e forse nemmeno lecito, ma siamo a cospetto di un dramma: questo virus non permette di essere sereni, nessuna soluzione potrà accontentare tutti e gli scontenti saranno in maggioranza. Annullare tutto, però, sarebbe sportivamente parlando brutto”. Così l’ex tecnico della Salernitana Franco Colomba ai microfoni di TuttoSalernitana.

Il mister, come sempre signorile e gentile, prosegue nella sua analisi: “Qualsiasi scelta ha pro e contro, c’è chi sarà avvantaggiato e chi penalizzato. Non esiste una soluzione giusta, gli scontenti proveranno a far valere le proprie ragioni ma dobbiamo renderci conto che è un qualcosa di completamente nuovo per noi. Non possiamo fare altro che aspettare e capire come evolverà la situazione, sperando anzitutto che il virus dia un po’ di tregua e si possa tornare a sorridere”. Sul campionato di B: “Tranne il Benevento, credo che ci sia un grande equilibrio. Arrivare secondi, per la Salernitana, è difficile, ma i playoff sono assolutamente alla portata. I granata hanno le carte in regola per giocarsela alla pari con tutte”.

Angolo amarcord. Ecco il suo ricordo della Salernitana: “Nel primo anno ho sostituito Delio Rossi. Dopo una buona partenza, abbiamo espresso un bel calcio anche sul piano tattico ma il quinto posto non bastò. Perdemmo la A per un punto, ma il girone di ritorno fu eccellente. Nella seconda stagione sbagliammo qualche scelta, azzeccammo uno solo degli stranieri che portammo a Salerno. Perdemmo, contestualmente, giocatori importanti come Iuliano e Grassadonia e andammo in difficoltà. L’ambiente si divise, se la piazza si orienta in un certo modo diventa difficile esprimersi: c’era fame di vittoria, si voleva ripetere l’annata precedente ma si capì che la direzione non fosse quella giusta. La Salernitana si salvò alla penultima giornata, evidentemente senza di me le cose non sono andate meglio”. Si batte sul tasto del pubblico, componente determinante a Salerno: “E’ un punto di forza della Salernitana, giocare i playoff con l’Arechi pieno è un qualcosa di importante. Cittadella, Pordenone e Chievo avrebbero disputato uno spareggio in un contesto ambientale freddo, i granata invece potevano contare su una curva trainante”. Infine ancora sui suoi ricordi e sul suo futuro: “Nel primo anno sono stato veramente benissimo, ricordo gente che ha fatto la storia come Pirri. Non ha fatto una grande carriera, ma era un talento puro ma con noi si espresse benissimo. La sua genialità consentiva al collettivo di esaltarsi. Ho stima anche per Ferrante. Non era in condizione quando arrivò, ma Pisano si ruppe e dovette giocare pur non essendo pronto. Ha dato qualità e personalità al reparto offensivo. Come dimenticare anche Iuliano e Grassadonia, a capo di un gruppo che stimavo molto e che ricordo con affetto. Cosa faccio oggi? Mi documento, mi aggiorno, studio il calcio su libri e dvd in attesa di trovare qualcosa di interessare. Non è facile perché sono cambiate tante cose, ci sono procuratori che sponsorizzano gli allenatori e diventa tutto più difficile. Io ho fatto scelte diverse, ad ora non hanno pagato”.

Sezione: Esclusive TS / Data: Dom 17 maggio 2020 alle 13:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
vedi letture
Print