Nel calcio di oggi, ricco di giocatori che si montano la testa già dopo le prime apparizioni tra i professionisti, fa sicuramente piacere parlare con un atleta umile, consapevole di non primeggiare nelle gerarchie dell'allenatore, ma allo stesso tempo sempre pronto quando chiamato in causa. "Non chiedetemi di mettere la palla all'incrocio dei pali, ma la corsa e l'impegno non mancheranno mai" dice ai tifosi che hanno seguito la diretta Instagram sulla pagina di TuttoSalernitana interagendo con simpatia. Sedric Kalombo ha lasciato un buon ricordo. Nel pubblico, nei compagni, nell'allenatore. Per motivi di lista è stato collocato altrove, ma ha ancora un altro anno di contratto e potrebbe tornare...per restare. Ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni:
Anzitutto come sta vivendo questo momento. Si pensava fosse una normale influenza, oggi invece milioni di persone sono chiuse in casa terrorizzate...
"E' vero, credo che tutti abbiano sottovalutato questa situazione. A febbraio probabilmente non c'era ancora la consapevolezza dei danni che il virus potesse causare, ma purtroppo morti e ricoverati in gravi condizioni rappresentano una triste realtà. Il calcio ovviamente viene in secondo piano e sospendere tutto era la cosa più logica, vedremo cosa accadrà nelle prossime settimane e se ci saranno le condizioni per riprendere".
Come cambia la vita di un atleta e cosa pensa del possibile annullamento dei campionati?
"40-45, forse di più. Ho perso il conto dei giorni in cui sono chiuso in casa. Ma ci sta, ci sono delle regole da rispettare e la salute della gente e di noi stessi da salvaguardare. Per quanto possibile mi alleno da casa, ma sarei ipocrita se non dicessi che il campo mi manca molto e non vedo l'ora di tornare a giocare. Anche perchè il Rieti ha tutte le carte in regola per potersi salvare e potrei tornare a Salerno ancora più pronto di prima. Giocare ogni tre giorni? Per me sarebbe ottimo, avrei ancora più spazio".
Taglio degli stipendi, è giusto secondo lei?
"Bisognerà fare le dovute distinzioni tra chi guadagna 10 e chi percepisce 4, ma il mondo del calcio ha l'obbligo morale di dare un segnale e fare dei sacrifici".
Però lei non è molto fortunato sotto questo aspetto. L'anno scorso, a Piacenza, fallimento e tanti soldi in meno, quest'anno lo stop dei campionati proprio quando stava ingranando la marcia giusta in una società che non navigava nell'oro...
"Inizio a pensare che sono io a portare sfiga. Battute a parte, è vero: l'anno scorso ho vissuto una situazione molto particolare a Piacenza e sapete tutti come siano andate a finire le cose. A Rieti qualche nuovo compagno mi aveva illustrato le difficoltà del club e temevo di trascorrere altri mesi all'insegna delle difficoltà, ma per fortuna sta andando tutto nella direzione giusta e il presidente è molto presente. Ci trasmette le rassicurazioni giuste, va bene così".
La certezza sarebbero le porte chiuse negli stadi per un anno, quanto cambia per un calciatore e per un tesserato della Salernitana in particolare?
"Sono sceso in campo contro il Benevento davanti a 20mila persone, al di là del risultato posso dire che è una componente molto importante che può fare la differenza e ti dà la sensazione di giocare con un uomo in più. Anche in trasferta sembrava di essere all'Arechi e ci hanno dato una spinta fondamentale. Per un giocatore è bruttissimo immaginare di scendere in campo a porte chiuse, con la possibiltà di ascoltare solo le nostre voci. Speriamo di regalare comunque un paio d'ore di svago a chi seguirà le partite da casa. Se si riprenderà, ovviamente...".
Veniamo alla sua esperienza a Salerno. Nel primo anno subito cessione al Pro Piacenza, era messa già in preventivo?
"Sì, non è stata una grande sorpresa. Ho svolto una parte del ritiro e poi mi hanno trovato un'altra sistemazione in prestito. Pensavo fosse giusto accettare per mettere minuti nelle gambe e scendere in campo con maggiore continuità".
Quest'estate, invece, Ventura elogiò pubblicamente Kalombo. Considerando che lei è stato ceduto a gennaio, se ripensa a quelle parole si sente orgoglioso o infastidito?
"Orgoglioso, sicuramente, Un allenatore come Ventura va soltanto seguito e ringraziato, quelle parole mi fecero piacere e mi hanno trasmesso un importante senso di responsabilità. Anche dopo la cessione non c'è stato nessun problema, non sono un tipo che porta rancore o che vive di sentimenti negativi. Ognuno fa le sue scelte, è naturale che con una lista over intasata dovesse partire qualcuno. E' toccato a me, non ne ho fatto un dramma. Vorrà dire che farò il massimo possibile per convincerli a trattenermi in futuro".
Però nel girone di ritorno aveva dato un contributo importante contro Pescara e Cosenza, la sua partenza è stata inaspettata. Anche nel girone d'andata, tutto sommato, difficilmente aveva sbagliato partita anche in ruoli come il difensore centrale mai ricoperti prima...
"Però grazie a Ventura ho aggiunto questo tassello alle mie caratteristiche e potrei trarne giovamento nel mio futuro professionale. Contro il Benevento, dopo l'infortunio di Karo, ho fatto mezz'ora da centrale e me la sono cavata bene. Quando sai che non primeggi nelle gerarchie perchè ci sono calciatori molto forti, è naturale che non puoi sbagliare quando vieni chiamato in causa. Ti scaveresti la fossa da solo, è una chance da non buttare via. Non chiedetemi di mettere il pallone all'incrocio dei pali, ma non toglietemi la corsa e l'attaccamento alla maglia: sono doti importanti, che mi hanno permesso comunque di togliermi le mie soddisfazioni a Salerno".
Al completo è davvero convinto che la Salernitana sia inferiore al Benevento?
"Senza dubbio giocare con la squadra al completo avrebbe cambiato il campionato, poteva essere un testa a testa anche per il primo posto. Gli scontri diretti, del resto, lo hanno dimostrato. In casa era la classica gara da 0-0, si è parlato tanto di dominio giallorosso ma Micai non ha fatto una parata. Si è sbloccata con una giocata individuale di Viola, altrimenti avremmo portato a casa un punto. Lì la Salernitana ha messo sotto il Benevento. Il pareggio ci può stare, per carità, ma dominare in casa della capolista non è roba da tutti. Questa lunga sosta, sul piano sportivo, ha sortito dei vantaggi: il mister ha recuperato tutti e potrà dare filo da torcere per il secondo posto o negli spareggi".
Ha la sensazione che gli arbitri penalizzino la Salernitana?
"Sono d'accordo con il direttore, sono capitati tanti episodi sfavorevoli. Ricordo il rigore non fischiato a Djuric a Livorno, sul risultato di 2-2. Nessuno ne ha parlato abbastanza perchè poi abbiamo vinto, ma se non avessimo fatto gol allo scadere? Chi ci restituiva quei due punti?Anche a Cremona abbiamo perso soltanto per una rete in fuorigioco. Ne sono successe tante, poteva cambiare la nostra classifica".
Sorpreso dall'esplosione di Djuric e dall'involuzione di Jallow?
"Sono contentissimo per Milan, un grande giocatore che sta facendo la differenza e che meritava queste soddisfazioni. Quanto a Lamin, ricordo che ha anche segnato gol belli ed importanti che testimoniano le sue qualità. Scendere in campo con un ginocchio malandato ha il suo peso".
Kiyine ha detto che aspetta di finire la stagione e di andare alla Lazio, parole che hanno dato fastidio alla piazza...
"Probabilmente si è espresso male, ma rientra comunque nell'ordine naturale delle cose essere ambiziosi e puntare alla massima categoria. Anche perchè se fai bene a Salerno puoi ambire alla Lazio, viceversa resti dove stai e non fai nessun salto, E' nell'interesse suo e di tutti i laziali in prestito alla Salernitana dimostrare di essere di categoria superiore. A mio avviso Sofiane è pronto".
C'è chi dice che la Salernitana non vada in A su precisa indicazione di Lotito, complici regolamenti chiari. Quale obiettivo vi ha indicato la società e quanto pesa per un giocatore vedere uno stadio vuoto per l'attrito con la società?
"Alla fine deve pesare il meno possibile: che ci siano 20mila persone o 200 a noi tocca dare il massimo. Certo, conoscendo le potenzialità della piazza di Salerno anche noi eravamo sorpresi vedendo uno stadio vuoto, mentre in trasferta erano tantissimi e facevano la differenza. L'obiettivo era quello di vincere e convincere, mi sembra che la Salernitana sia sulla strada giusta. E' assolutamente impensabile, a prescindere dai regolamenti, che si vinca il campionato e si resti fuori per le norme. Una volta andati in A nessuno potrà togliercela".
Come sta andando a Rieti?
"Mi sto trovando bene,qui c'è anche un ragazzo di proprietà della Salernitana come Mirko Esposito che, dopo un periodo di leggero appannamento, sta ritrovando una buona continuità. Stavo giocando spesso, nell'ultima partita abbia vinto il derby di Viterbo perchè è scattata una scintilla negli occhi di tutti. Crediamo fortemente nella salvezza".
A proposito di scintilla, cosa è successo dal post primo tempo di Cittadella in poi?
"Nessuno vuole fare brutte figure. Mai! Figuriamoci in una piazza come Salerno. Stavamo giocando malissimo, ci guardammo negli occhi e capimmo che non poteva essere quella la Salernitana. Anche deludere il mister ci dava fastidio. Per fortuna dopo quella gara abbiamo visto un'altra Salernitana".
Qualche aneddoto particolare che riguarda il gruppo?
"Posso dire che mi hanno accolto bene, ci sentiamo spesso e c'è un ottimo rapporto. Ci facevamo scherzi a ripetizione, ma sono cose "intime" ed è meglio non dirle pubblicamente. Lopez è uno dei trascinatori, ma non fidatevi di Cicerelli: sotto quello sguardo timido si nasconde un ragazzo molto simpatico ed estroverso".
Problema razzismo. Cosa ne pensa?
"Non dò peso. E' capitato, in passato, di sentire qualche cosa di antipatico, ma mi sono concentrato sulla partita e sono andato avanti. Non a Salerno, sia chiaro. Non sono d'accordo con i miei colleghi che abbandonano il campo. Se c'è uno stadio intero che ti becca per il colore della pelle tocca eventualmente all'arbitro, ma a me scivola addosso. Il problema è delle 4-5 persone che mostrano ignoranza, non mio che sto facendo il mio lavoro".
Che persona è Kalombo fuori dal rettangolo di gioco?
"Sono un ragazzo con tanti problemi, forse un po' matto. Ma una brava persona, semplice, che ama trascorrere il tempo con gli amici e dedicarsi alla famiglia e al proprio lavoro. Qualcuno dice che sono un miracolato, forse ha ragione. Ringrazio anche i miei genitori perchè mi hanno trasmesso valori importanti e mi hanno insegnato anche la lingua".
Allora la aspettiamo a Salerno, ovviamente con i granata in A...
"Se la Salernitana vince il campionato, mi incateno all'Arechi e non me ne vado più. Ci sono tutti i mezzi per il salto di categoria, peccato soltanto che mancherà la spinta dei tifosi. In un contesto come Salerno si falsa un po' tutto, viene meno il vantaggio del fattore campo. Ma ci credo fortemente e auguro il meglio ai miei compagni".
In bocca al lupo e complimenti per il suo italiano...
"Sono nato a Fano, da piccolo ho imparato a parlare la lingua. Me la cavo abbastanza bene. Ogni tanto sbaglio i congiuntivi...ma non lo diciamo a nessuno!".
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