Guglielmo Stendardo è un'icona del calcio italiano: 369 presenze, tra Serie A e Serie B, e 19 gol segnati. A Salerno ha giocato soltanto per sei mesi: un'esperienza breve, ma intensa. Un'avventura che gli ha dato tanto, soprattutto a livello umano, ma che si è conclusa, sportivamente, nel peggiore dei modi. Oggi è un ottimo avvocato e uno spigliato opinionista di Rai Sport.
Insieme a Stendardo, ieri, abbiamo passato una mezzora piacevole, durante la quale abbiamo parlato della situazione covid-19, del suo lavoro e soprattutto di calcio. A seguire trovate l'intera intervista.
Salve Guglielmo, come sta vivendo questo brutto periodo?
"Stiamo vivendo giorni drammatici perché le notizie che ci arrivano quotidianamente sono tristi. In Lombardia specialmente si sta vivendo una situazione di emergenza sanitaria incredibile. Parlare di calcio in questo momento è difficile. Mi auguro che l'umanità alla fine abbia capito la lezione e che quando riprenderemo in mano la nostra vita qualcosa sarà cambiato, ovviamente in positivo. Per il calcio, invece, è un momento di riflessione importante e un'opportunità di cambiamento per il nostro sistema".
Secondo lei quando si tornerà a giocare?
"In questo momento dobbiamo seguire quello che ci dice lo Stato: c'è un dpcm approvato dal governo che ha prorogato la sospensione, almeno fino al quattro maggio, di tutte le attività sportive. Il calcio non è immune a questo virus e tutti - dai tifosi alle società - devono rispettare le regole. La prima cosa è la tutela della salute pubblica, tutto il resto passa in secondo piano".
Prima della ripartenza dei campionati le squadre dovranno effettuare un mini-ritiro?
"Credo che i calciatori si stiano allenando anche a casa, seguendo dei programmi di lavoro preparati dal proprio staff tecnico. Comunque credi di si, prima di partire la maggior parte delle squadre faranno un mini-ritiro di una quindicina di giorni. Inoltre ho letto che la FIFA sta lavorando ad una possibile proroga dei contratti, oltre il 30 giugno. Così si potranno concludere tutti le competizioni in maniere legale".
E' a favore di un possibile taglio degli stipendi?
"Serve buon senso: parlare di soldi e stipendi ora è difficile. Sono discorsi che vanno affrontati nelle sedi adatte. Comunque l'effetto di questa pandemia avrà un impatto negativo anche sul mondo del calcio. Giuridicamente sono soltanto quattro i casi in cui può essere sospeso lo stipendio ad un calciatore: quando lo stesso è vittima o prende parte a un illecito sportivo, quando non rispetta il divieto di scommessa e quando ci sono dei provvedimenti disciplinari o di doping contro l'atleta. Se le società decidessero, senza un vero e proprio accordo, di dimezzare/sospendere la paga potrebbero anche incappare in problemi giudiziari. E' una situazione surreale, che non era prevedibile. Bisogna prendere come esempio la Juventus: i calciatori, in quel caso, sono stati molti bravi a trovare un accordo con il club. Ripeto, mi auguro prevalga il buon senso. Comunque bisognerà fare una distinzione tra le categorie perché poi non sarebbe una cosa equa".
E se i campionati fossero tutti annullati?
"Non c'è una norma al momento che possa risolvere questa situazione. Il giudizio finale spetta al consiglio federale che potrà: non assegnare lo scudetto/promozioni, cristallizzare la classifica oppure far giocare play-off e play-out. Una cosa è certa nessuna di questa ipotesi accontenterebbe tutti. Io credo che i campionati debbano essere portati a termine sul campo".
Raccontaci un po' della sua esperienza a Salerno...
"La mia parentesi con la Salernitana è stata breve, ma intensa. E' stato un momento importante per la mia carriera. Ringrazio ancora la società, il presidente Aliberti, tutti i tifosi che ci sono stati vicini nonostante tutto. Salerno resta una parte importante della mia vita".
17 presenze, 6 reti: qual è il gol che ricorda con più piacere?
"Palermo - Salernitana è stato un dei gol più belli che io abbia mai realizzato. Un tiro da fuori area, di destro, che si è insaccato sotto l’incrocio".
Quella squadra aveva qualità, uomini importanti: come mai retrocesse?
"Quando arrivai a gennaio la situazione in classifica era già compromessa. Giocammo un girone di ritorno complicato, anche se ricordo che la squadra diede sempre il massimo, in ogni partita. Ho ottimi ricordi di mister Varrella, una persona molto competente e umanamente squisita".
Ricorda la sconfitta nel derby con il Napoli quando un gruppo di tifosi granata vi chiese di abbandonare il campo per 'arbitraggio a sfavore'?
"Quella fu una partita difficile. Potevamo fare di più e portare a casa un risultato diverso. Né noi né il Napoli stavamo passando un bel periodo. Poi giocavamo fuori casa, al San Paolo. Non proprio una passeggiata. Dell'arbitraggio non ricordo un granché".
Quando eri a Salerno avevi la sensazione che la società sarebbe fallita?
"No, mi dispiacque tantissimo perché so che Aliberti fece di tutto per risanare la posizione della società. Ho comunque ottimi ricordi di quell'esperienza".
Perché andasti via?
"Retrocedemmo e quindi ebbi la possibilità di firmare con il Perugia che poi mi diede in prestito al Catania. Se avessi saputo prima questa cosa non mi sarei mosso da Salerno".
Tornando al campionato: anche se non stavate facendo bene all'Arechi vi seguivano, ad Aprile, in media 15.000 mila persone, perché secondo lei?
"Il pubblico di Salerno è straordinario, da Serie A e merita un palcoscenico diverso. Credo che comunque il calcio senza tifosi non possa esistere. Però bisogna riportare allo stadio quei tifosi sani, non razzisti, che amano il pallone".
Passiamo alla Salernitana di oggi: che presidente è Lotito? E due parole su Fabiani?
"E' un personaggio vulcanico, un imprenditore capace. Il modello Lazio è il chiaro esempio di come sappia gestire il tutto: i risultati schiacciano le parole. In alcuni momenti i suoi modi potrebbero essere diversi, ma lui è così. Fabiani non lo conosco personalmente, ci siamo sentiti soltanto un paio di volte al telefono".
Mister Ventura è l'uomo giusto per questa squadra?
"Ventura mi ha allenato alla Sampdoria e mi ha fatto esordire in Serie B. E' un allenatore preparato, ma ha bisogno di tempo. Viene da due esperienze negative, con la Nazionale e con il Chievo. Ma la Salernitana può essere un punto importante per la sua carriera. E' la persona giusta per una piazza esigente come la vostra. Sono sicuro che farà un ottimo lavoro."
Da difensore, come può migliorare la retroguardia granata?
"La fase difensiva è importantissima. Se analizziamo le statistiche finali di chi vince un campionato o una coppa, oltre ad avere un grande attacco, ha soprattutto un' ottima retroguardia. La Salernitana ha un reparto solido, il mister saprà come farlo crescere".
Secondo lei la Salernitana può emulare il percorso dell'Atalanta?
"Ci vuole un progetto serio, che duri nel tempo. E soprattutto servono strutture adatte e personale con le competenze specifiche giuste. E' uno sforzo impressionante, che non tutti possono permettersi".
Questione multiproprietà: se la Salernitana dovesse andare in Serie A come funzionerebbe?
"C'è un vuoto normativo in ambito nazione ed europeo. E' un problema da risolvere, subito. Credo che comunque i tifosi granata vogliono un proprietario che faccia il bene della squadra. La Salernitana non può essere seconda ad altre società".
Il 4 maggio finisce il lockdown, cosa farà Guglielmo Stendardo?
"Il mio auspicio è di vedere di nuovo la ripresa di tutte le attività produttive del Paese. Mi preoccupa la situazione di molte persone che non riescono nemmeno a mangiare. MI preoccupo del futuro e della possibilità di convivere ancora con questo virus se non dovessimo trovare un vaccino".
Un saluto ai tifosi della Salernitana...
"Mi auguro che possiate tornare presto in Serie A perché lo meritate. E buona Pasqua a tutti".
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