Il Verona di Tudor, fresco reduce dalla roboante vittoria ai danni della Roma di Mourinho, è ad oggi un’incognita dal punto di vista tattico. Il 3-4-2-1 imposto da Di Francesco è stato riproposto da Tudor alla sua prima uscita stagionale, al fine di non stravolgere troppo la condizione psico-fisica dei giocatori scaligeri. Sicuramente un passo in avanti è stato fatto nella fase offensiva, che Di Francesco non era riuscito a rodare a dovere. Le partenze di Silvestri, Di Marco e Zaccagni sono state attenuate dall’arrivo di Montipò e Caprari, con la conferma di Lazovic sulla sinistra al posto dell’esterno ritornato all’Inter. In avanti Simeone ha rimpinguato un reparto scarno composto da Lasagna e Kalinic.
IL CREDO TATTICO DI IGOR TUDOR
Da calciatore ricopriva il ruolo di difensore centrale, con una vita in bianconero, sponda Juventus. All’inizio della sua carriera da giocatore Tudor ha impostato il suo credo su un 4-4-2 abbastanza coperto, che all’occorrenza diventava un 4-2-3-1 con le due ali che si alzavano e la seconda punta che si abbassava sulla trequarti, lasciando solo la boa in avanti. Negli ultimi due anni, da allenatore dell’Hajduk Spalato e da vice di Pirlo alla Juventus, il croato si è orientato sulla linea a 3 in difesa, come il suo maestro bianconero, con un centrocampo di quinti e due punte in avanti. Probabilmente sarà questo il modulo che proverà pian piano ad inculcare ai suoi nel corso della stagione, senza stravolgere vertiginosamente i principi tattici del precedente tecnico Di Francesco.
COME GIOCA IL VERONA
Sarà difficile prevedere i cambi tecnico-tattici che l’ex Juve potrà apportare in così poco tempo. Sicuramente la filosofia tattica del gioco verticale, che lo ha contraddistinto in tutte le sue precedenti esperienze, sarà la base per rifondare il suo Verona. Le squadre di Tudor si lasciano ricordare per un possesso palla al limite della sufficienza, per la compattezza ed il baricentro basso. Gli esterni del suo 3-5-2 difendono più che offendono, in quanto in fase di non possesso restano bloccati sulla linea del terzetto arretrato. Appena recuperata palla, il centrocampo senza perdersi in troppi fraseggi cerca subito la verticalizzazione per la prima punta. Quindi poca costruzione dal basso, molta più costruzione dall’alto, con staffilate a cercare di innescare le punte. Quando le vie centrali sono chiuse, il tecnico ex Udinese prova ad allargare sugli esterni, che preferisco accentrarsi e dialogare con i terminali offensivi piuttosto che andare al cross dal fondo.
PRO E CONTRO DEGLI SCALIGERI
Uno dei punti di forza sarà la condizione mentale: le squadre di Tudor fanno della concentrazione e della condizione psico-fisica un vero e proprio mantra. Tudor è in grado di trasferire una mentalità aggressiva a tutta la squadra, dalla difesa al centrocampo. L’essere molto bassi e compatti, con un baricentro arretrato permette al tecnico di croato di chiudere tutti i varchi e di poter aspettare il momento giusto per la controffensiva veloce. Uno dei punti deboli è la difesa dall’esterno: nel caso di maglie strette in mezzo al campo, Tudor spinge il proprio gioco sugli esterni che quindi abbandonano la loro posizione frenata e si lanciano spesso in avanti, lasciando il terzetto difensivo scoperto.
LA CHIAVE DI LETTURA
Per Castori si prospetta una gara complicata, in quanto difficilmente potrà anticipare le mosse del suo “nuovo” avversario. Sicuramente la gara con la Roma, benché abbia portato i primi tre punti agli scaligeri, ha evidenziato alcune problematiche derivanti dalla gestione precedente, sulle quali Tudor non è ancora riuscito a lavorarci. Uno di questi è sicuramente la difesa dall’esterno, soprattutto dall’out sinistro dove Lazovic, che ha di fatto sostituito Di Marco, non svolge bene la fase difensiva nascendo come terzo d’attacco. Quando l’esterno infatti supporta la manovra offensiva lascia alle sua spalle metri e spazi che se attaccati bene, potrebbero creare non pochi pericoli alla retroguardia gialloblu. Ieri contro la Roma infatti entrambi i due goal, cosi come la maggior parte delle azioni pericolose degli uomini di Mourinho, sono nate proprio da quel lato. Castori potrebbe decidere di impiegare Ribery sulla trequarti con libertà di decentrarsi sulla sua destra, in modo da creare in quella zona di campo un po' di problemi al Verona. Per la fase difensiva invece, il trainer marchigiano dovrà essere bravo a coprire la difesa nella zona centrale del campo, per ridurre le verticalizzazioni e spingere Tudor ad aprirsi sull’esterno. Si chiederà ancora tanto lavoro ai due centrali, Lassana e Mamadou, che dovranno replicare l'ottima gara di sabato sera con l'Atalanta.
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