Il doppio ex Errico Altobello ha rilasciato alcune dichiarazioni in esclusiva a tuttocavese, alla vigilia del derby tra i metelliani e la Salernitana. Ecco le sue parole:

Errico, sei un doppio ex. Da dove vogliamo partire? Sono passati quasi vent’anni, torniamo a un derby così importante. Come vivi questo derby, visto che hai giocato in entrambe le squadre?

«In realtà nell’ultimo derby ero in campo, ma solo come raccattapalle (ride). Comunque un bel ricordo, anche perché fu proprio sotto la nostra curva. Mi sono divertito molto. Salerno per me è stata la prima vera opportunità tra i professionisti: ho fatto il settore giovanile lì e poi ho avuto la possibilità di debuttare in prima squadra. Quindi conservo tanti ricordi. Però, essendo di Cava e con il cuore cavese, seguo sempre con grande interesse le sorti della Cavese. Aspetto questo derby con emozione, anche se purtroppo non riuscirò a vederlo in diretta perché sarò impegnato con la mia squadra. Ma lo recupererò sicuramente».

Tu sei cresciuto con la Salernitana, ma sei tifoso Cavese e hai giocato in un periodo particolare della storia della Cavese. Ci sono differenze tra i derby di allora e quello che ci aspetta adesso? E, sincero, ti sarebbe piaciuto giocarlo con la maglia della Cavese?

«Assolutamente sì, penso sia il sogno di chiunque giocare un derby così sentito con la maglia della propria squadra del cuore. Poi, a prescindere dalle formazioni, il bello di queste partite è sempre l’agonismo. Magari sulla carta ci sono differenze di organico, ma in campo lo spirito supera tutto. Un peccato che oggi non ci sia più la possibilità per entrambe le tifoserie di vivere insieme lo spettacolo sugli spalti: quello rendeva unico il derby».

Visto che hai vestito entrambe le maglie: se avessi dovuto giocare un derby con la maglia granata contro la Cavese, che sensazioni avresti avuto?

«Sì, ho affrontato la Cavese da avversario. Però il cuore rimane diviso. Da professionista, però, quando sei in campo pensi solo alla partita e dai tutto per la maglia che indossi. L’etica del lavoro te lo impone. È un po’ come la storia di Miccoli col Lecce: non voleva mai giocarci contro. Io preferisco pensarmi cavese, in questo derby».

Le due squadre hanno rose diverse, soprattutto per età ed esperienza. Tu, da giocatore esperto, che consigli daresti ai ragazzi della Cavese che si troveranno ad affrontare questo derby in uno stadio caldissimo come l’Arechi?

«Sono d’accordo, la Cavese quest’anno avrebbe meritato di più per quello che ha fatto vedere in campo. Seguo le loro partite e vi faccio un esempio: contro il Catania, sulla carta c’era una grande differenza di organico, ma lo spirito e la preparazione della gara da parte di mister Prosperi furono eccezionali. Ecco, credo che questo sia l’approccio giusto: cuore, compattezza e la consapevolezza che, in queste partite, l’agonismo può colmare qualsiasi divario. Certo, quando i risultati non arrivano nonostante le buone prestazioni, può subentrare frustrazione e calo di fiducia. Ma sono convinto che la costanza alla fine paga: la Cavese ha sempre provato a giocare a viso aperto e con intraprendenza, pur tra alti e bassi, e Prosperi sta facendo davvero un grande lavoro».

Sezione: News / Data: Sab 04 ottobre 2025 alle 12:30
Autore: Lorenzo Portanova
vedi letture
Print