E' ancora presto per esaltarsi e solo un cieco non si rende conto che questa squadra sia ancora incompleta per poter puntare alla prima fuga stagionale. Tuttavia, pur ricordando sempre che all'inizio sono tutti belli, biondi e con gli occhi azzurri (persino il pessimo gruppo dell'anno scorso iniziò con due vittorie su tre e cantava sotto la curva!), avvertiamo che qualcosa sia cambiato soprattutto per quanto riguarda l'aspetto "umano". Da questo punto di vista pare che il ds Faggiano sia stato di parola: prima gente che senta la maglia e poi calciatori bravi.

In queste settimane abbiamo assistito ad un qualcosa di bello e che va oltre l'aspetto tecnico-tattico. Sin dal primo minuto di tutte le partite casalinghe  i giocatori guardano il pubblico, cercano lo sguardo degli ultras invocando un coro, una frase di incoraggiamento, quella spinta che fa la differenza. SI batte un calcio d'angolo? C'è Villa che va sotto il settore più caldo dello stadio e chiede aiuto. Si vince un contrasto? Ecco Cabianca che esulta come se avesse segnato abbracciando idealmente l'Arechi.

Anche Knezovic conferma di avere personalità e attributi per giocare all'Arechi. Braccia in alto prima di calciare una punizione e richiesta di partecipare attivamente come solo la tifoseria granata sa fare. E alla fine, quando si vince, la festa è stata travolgente. Perchè Salerno non ha bisogno di essere prima per forza per dimostrare l'amore incondizionato nei confronti della maglia. Si parte con "Despacito", si finisce con il suono dei clacson fino a tarda serata come non accadeva da tempo. E non per l'estemporanea posizione di classifica o per aver battuto la Primavera dell'Atalanta. I tifosi sono felici perchè vedono un gruppo che risponde presente, che ha voglia di coinvolgerli, che suda la maglia, che desidera vivere il territorio e trarre linfa vitale dalla propria gente.

I numeri parlano chiaro: 5300 abbonati (mille in più dell'anno scorso), 36mila spettatori in pochi giorni, tribuna e distinti che vivono la gara assieme alla curva cantando e spronando i propri beniamini soprattutto nei momenti di difficoltà. E i giocatori, dopo il triplice fischio, proprio non volevano saperne di lasciare il campo. "Vi vogliamo così" dicono gli ultras, ed ecco che capitan Inglese invita i compagni a restare sul terreno di gioco per godersi lo spettacolo, per ricevere quell'abbraccio che dovrà accompagnare la Bersagliera anche domenica quando, pioggia permettendo, saranno in 16mila.

Sezione: Primo Piano / Data: Ven 03 ottobre 2025 alle 23:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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