Addetti ai lavori e dirigenti lo hanno indicato spesso come uno dei fiori all’occhiello del vivaio della Salernitana, un calciatore di grandissima qualità e già estremamente maturo nonostante la giovane età. Il suo trasferimento in prestito alla Lazio aveva scatenato una serie di eccessive polemiche, ma per fortuna chi ben lo conosce aveva parlato di un’esperienza assolutamente positiva e formativa che lo potesse forgiare come uomo prima ancora che come professionista. E così mister Rizzolo si gode un Andrea Vignes ancora più forte, consapevole dei suoi mezzi, profondamente innamorato dei colori granata e desideroso di esordire con i “grandi” nello stadio che frequenta da tifoso e che certo lo accoglierebbe con affetto. La redazione di GranataCento ha avuto il piacere di chiacchierare con lui parlando di calcio, famiglia, scuola e argomenti di strettissima attualità. Un’intervista a 360° che permetterà ai lettori di ammirare Vignes sotto tanti punti di vista e di scoprire un ragazzo con la testa sulle spalle, simpatico e che lancia un messaggio distensivo nei confronti di un mondo del calcio troppo spesso rovinato dalla piaga del razzismo.
Partiamo da questa bella vittoria contro il Benevento…
“Finalmente stiamo dando continuità ai nostri risultati, obiettivamente abbiamo sempre giocato un buon calcio e dispiace aver lasciato punti per strada. A Benevento abbiamo superato un esame di maturità: primo tempo di grande qualità e con trame di gioco orchestrate alla perfezione, ripresa di sacrificio durante la quale non abbiamo mollato di un centimetro a cospetto di un avversario ostico. Il nostro grande sforzo è stato ripagato, la classifica sta migliorando e la distanza dai playoff non è incolmabile. Speriamo di continuare così, a partire dalla gara di sabato contro il Crotone: mi piacerebbe vedere tanti tifosi al Volpe, anche noi abbiamo bisogno della spinta della gente”.
Immaginiamo che la dedica sia per Cannavale, purtroppo reduce da un grave infortunio…
“Sicuramente sì, ma Lorenzo sa che sono incidenti di percorso che fanno parte del gioco e purtroppo vanno messi in preventivo. Ci dispiace, ma anche grazie al nostro supporto riuscirà a tornare in campo più forte di prima. Al momento del’impatto avevamo intuito subito si trattasse di qualcosa di serio, non è un ragazzo che si lamenta per un contrasto o per un fallo e se piangeva evidentemente era consapevole che la situazione fosse seria”.
Il tuo ruolo: trequartista quando c’è Morrone, regista, mezz’ala. Dove ti trovi meglio?
“E’ vero, quando c’è Biagio in cabina di regia gioco in posizione più avanzata. Naturalmente sono a disposizione dell’allenatore e cerco di dare il massimo in qualunque ruolo, per dieci anni ho agito da mezz’ala di sinistra e cerco di mettere a disposizione della squadra la mia qualità. Cerco anche di andare al gol, qualche traversa ha inciso negativamente ma ci riproverò a partire da sabato prossimo. Le mie prestazioni? Sicuramente con la Juve Stabia è stata la migliore, peccato che non sia coincisa con un successo sfumato negli ultimi minuti e che avremmo assolutamente meritato”.
Che squadra hai ritrovato dopo la parentesi in terra laziale?
“Mi avevano detto che c’erano i presupposti per qualcosa di importante, effettivamente è proprio così. La squadra è assolutamente competitiva, ci sono giocatori che secondo me potranno arrivare in prima squadra e che ci regaleranno grosse soddisfazioni. Il gruppo è unito, è questo l’aspetto fondamentale. Gran parte dei meriti vanno attribuiti a mister Rizzolo, un professionista di spessore che tiene moltissimo alla crescita umana prima ancora che all’aspetto tecnico-tattico. Dopo anni di sconfitte e di classifiche deficitarie noto un salto di qualità a 360°, ma anche negli anni precedenti c’era tanto impegno in ogni componente. In più abbiamo forse lo spirito di rivalsa e la voglia di dimostrare che la Salernitana può essere competitiva anche a livello giovanile”.
Quanto ti fa male, da salernitano, ascoltare tante critiche del pubblico? Gente che probabilmente non viene nemmeno a vedere le vostre partite…
“Sono d’accordo, invito tutti a venire al campo prima di esprimere giudizi che, trattandosi del settore giovanile, non possono limitarsi esclusivamente ai risultati. Sono discorsi che non aiutano a crescere e che non rendono giustizia ai sacrifici che facciamo. Siamo giovani, ma mettiamo in campo tanto cuore e rispetto per la maglia granata. Ovviamente a nessuno faceva piacere vedere una Salernitana Primavera ultima o penultima, spesso sconfitta e in difficoltà. Ma i grandi progetti si costruiscono nel tempo e con il sostegno dell’ambiente, parlare senza vederci all’opera dal vivo lo trovo non corretto”.
A tal proposito ricordiamo anche il vespaio di polemiche quando sei andato alla Lazio, il solito discorso della succursale. Chi ti conosce bene, però, sa che è stata una parentesi fondamentale per te…
“Ho letto qualcosa sui social e so che si sono state discussioni anche accese, ma io vado avanti per la mia strada. E’ vero, chi mi conosce ha inquadrato bene la situazione: a Salerno mi sentivo uno dei più bravi e sapevo di avere sempre ottime chance di scendere in campo dal primo minuto, a Roma mi sono messo in discussione ripartendo da zero, allontanandomi da casa e dalla mia famiglia e accettando 3-4 mesi di panchina senza mai perdere entusiasmo durante gli allenamenti. Per fortuna i miei genitori e la mia ragazza mi hanno supportato, alla lunga i sacrifici sono stati ripagati e ho segnato anche due gol. Alla gente deve interessare che Vignes è tornato a Salerno più forte, più consapevole dei propri mezzi, in una Primavera competitiva e con una società che tiene tantissimo alla nostra crescita”.
Quanto conta per voi sapere che in prima squadra c’è un mister come Ventura?
“Devo essere sincero: quando abbiamo saputo che sarebbe stato lui l’allenatore siamo stati tutti contenti. La competenza di mister Rizzolo abbinata all’esperienza di Ventura rappresentano un mix vincente per noi ragazzi che sogniamo di arrivare ad alti livelli. Quando giochiamo contro la prima squadra mettiamo in campo qualcosa in più anche per farci notare dallo staff tecnico della Salernitana, i loro consigli possono essere preziosissimi per noi”.
I tuoi coetanei possono vivere tante esperienze in piena libertà, tu invece devi fare tanti sacrifici. Raccontaci un po’ la tua vita…
“Quando scegli di fare il calciatore metti in preventivo tante cose, non mi pesa nulla. E’ stata dura essere lontano dalla mia famiglia o poter salutare la mia fidanzata soltanto tramite una webcam, ma tutto questo mi ha forgiato come uomo e come giocatore. Sono uno studente, facoltà informatica: quest’anno sosterrò l’esame di maturità, successivamente credo che mi dedicherò esclusivamente al calcio. Mi ritaglio i miei spazi di svago, certo, ma ho le idee chiare e so che per diventare bisogna costruire”.
Magari sarai ripagato con l’esordio in prima squadra…
“Magari, sarei felicissimo. Sono un grande tifoso della Salernitana, sarebbe una gioia immensa. Ventura in carriera ha lanciato tanti giovani, chissà”.
Cosa pensi della scelta del pubblico di allontanarsi dalla Salernitana?
“Negli ultimi anni, purtroppo, è successo spesso che la tifoseria abbia abbandonato gli spalti e così si fa un danno ai calciatori: la spinta dell’Arechi e soprattutto della curva è effettivamente una marcia in più, il cosiddetto dodicesimo uomo. Anche le critiche alla società dovrebbero essere ponderate: la rosa allestita, a mio avviso, raggiungerà i playoff ad occhi chiusi e ci sono tutti i presupposti per risollevarsi da un momento difficile. Tante squadra attraversano una fase critica in un campionato lungo ed estenuante come la B, ma non mi sembra ci siano tutti questi drammi. Solo insieme si possono raggiungere traguardi importanti”.
Nel calcio regna sovrana la piaga del razzismo, chissà che non possa partire un esempio proprio dai giovani. Secondo te in Italia si è maturi per affrontare tematiche come l’omosessualità nello sport o la “diversità” del colore della pelle?
“Temo proprio di no! In Italia siamo indietro su molte cose. Non capisco perchè un atleta debba essere giudicato per l’orientamento sessuale, per la religione che professa o per il colore della pelle. Ognuno, nella vita privata, può fare ed essere quello che vuole, purtroppo credo che molta gente accoglierebbe con diffidenza certe situazioni. La strada è ancora lunga per raggiungere un accettabile livello di civiltà”.
Quali sono i tuoi sogni nel cassetto e gli idoli ai quali ti ispiri?
“Modric era il calciatore che seguivo di più, ora osservo con attenzione Busquets. Il mio sogno è proseguire il mio percorso di crescita: l’anno prossimo spero di firmare il mio primo contratto da professionista con la Salernitana e, magari, di contribuire alla crescita del settore giovanile e della prima squadra. Mi fa anche piacere aver condiviso parte di questa avventura con mio fratello, altra persona che mi sento di ringraziare e che aveva qualità importanti anche come atleta”.
Chiudiamo con un appello per sabato?
“Certamente: tutti al Volpe! Sarebbe bello vincere insieme a voi la prima partita casalinga. Questo nuovo corso mi sembra decisamente interessante e meritiamo l’apporto del pubblico di Salerno”.
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