In un Paese troppo spesso ipocrita e in modalità politically correct, sembra quasi si abbia paura di dare giudizi negativi nei confronti del primo arbitro donna che ha diretto una partita di serie A. Evento storico, ma non esente da valutazioni oggettive e critiche. Proprio perchè siamo fortemente convinti che nessun essere umano, per nessun motivo, debba essere valutato per sesso, religione, etnia, orientamento sessuale o politico, riteniamo di non imbatterci nel reato di "lesa maestà" se rimarchiamo che questa totale esaltazione a livello nazionale sia del tutto esagerata nonché controproducente se rapportata al concetto di "normalità". E' vero, è stato fatto un grosso passo in avanti in termini di civiltà e di lotta per i diritti e per l'eguaglianza. Tanta roba se pensiamo a cosa di orrendo accade altrove. Ma ci chiediamo cosa avrebbero detto gli opinionisti che popolano i salotti televisivi se qualunque altro arbitro fosse stato designato per una partita importante di A pur avendo accumulato pochissima esperienza tra i cadetti e, soprattutto, se avesse decretato un penalty che sarebbe eufemistico definire generoso. Sia chiaro: la Salernitana ha perso con merito, è stata asfaltata dall'avversario, ha propinato ai tifosi una performance imbarazzante e non avrebbe rimontato nemmeno se Ferrieri Caputi avesse preso la decisione corretta. Tuttavia i voti altissimi in pagella e la definizione di "prestazione perfetta" cozzano con una realtà dei fatti che parla, appunto, di un rigorino per il Sassuolo, di un fallo inesistente fischiato a Piatek che stava per segnare di testa, di due gialli che mancano a Coulibaly e Frattesi per falli tattici dalla semplice interpretazione regolamentare. 

Estendendo il discorso a quest'avvio di stagione, notiamo che la Salernitana ha subito quattro rigori contro in altrettante trasferte, tutti quantomeno discutibili. A Udine, per fortuna, la cantonata di Aureliano è stata corretta dal VAR, non è accaduto invece per il tuffo di Sansone a Bologna, per la simulazione di Alex Sandro a Torino e ieri per la caduta plateale di un calciatore del Sassuolo appena sfiorato da Maggiore. Chi ancora oggi si inalbera per il gol annullato a Milik e per la famosa posizione di Candreva, ieri avrebbe dovuto rimarcare con altrettanto impeto che i neroverdi sono stati indirettamente agevolati da una scelta azzardata, frettolosa. In uno sport di contatto non si può decretare la massima punizione per un contatto minimo e con il pallone ormai diretto a fondo campo. La speranza è che, domenica prossima, possa essere designato un fischietto all'altezza. Uomo o donna è uguale, basta che non incida sul risultato finale.

Sezione: News / Data: Lun 03 ottobre 2022 alle 20:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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