La prima partita del campionato di Serie A 2022-23, di domenica sera contro la Roma, all’Arechi, sarà una sfida interessante per vari motivi. Il motivo principe che ci ha sempre accompagnato in ogni inizio di stagione e di campionato, è che assisteremo al debutto con le nuove maglie dei nuovi acquisti delle squadre. I fari – forse – saranno puntati su due calciatori che una decina d’anni fa, precisamente in Olanda, facevano parte di una nuova generazione di campioni olandesi, che si apprestava ad avanzare nel firmamento calcistico. Tra questi c’erano Depay (ora al Barcellona ed in trattativa con la Juve), De Vrij (ora all’Inter), e i due che in questa stagione giocheranno in Italia, rispettivamente con le maglie di Roma e Salernitana, ossia Georginio Wijnaldum e Tonny Vilhena.

Il primo, che era in uscita dal PSG, è stato prelevato dai giallorossi in prestito con diritto di riscatto, fissato quest’ultimo a 8 mln. Con la stessa formula, è stato prelevato dai granata dall’Espanyol anche il secondo, con però il riscatto fissato a 3,5 mln.

Due centrocampisti, il primo classe 1990, il secondo classe 1995, che sono stati, precoci nel debuttare da professionisti. Gini a 16 anni e 148 giorni (fino a quando non ha debuttato nel 2021 Antoni Milambo a 16 anni e 131 giorni, ha detenuto il record del più giovane esordiente di sempre nella storia del Feyenoord); mentre Tonny, a 17 anni appena compiuti. Tutti e due hanno debuttato con il club di Rotterdam. Gini l’8 aprile 2007, nella partita di Eredivisie persa 4-0 contro il Groenigen; mentre Tonny il 22 gennaio 2012, sempre in Eredivisie subentrando al 82º minuto della sfida persa 2 a 1 contro il Venlo.

Hanno avuto due carriere diverse. Wijnaldum ha girato di più l’Europa, diventando uno dei giocatori più forti in circolazione. Dopo essere cresciuto al Feyenoord, nel 2011, è passato al PSV, per poi trasferirsi in Inghilterra prima al Newcastle nel 2015, dove dopo una stagione si è trasferito al Liverpool, dove ad Anfield ha fatto il definitivo salto di qualità, diventando uno degli uomini chiave della squadra di Jurgen Klopp. La sua serata più bella sull’altra sponda del Merseyside, è stata nella stagione 2018-19, nella notte della remuntada ad Anfield sul Barcellona, dove lui, assieme a Divock Origi (ora al Milan), hanno trascinato i Reds alla finale di Champions League di quella edizione, poi vinta contro il Tottenham di Mauricio Pochettino. Nello scorso calciomercato estivo, passa al PSG, dove vive un anno non al top, e poi quest’estate, come detto prima, passa alla Roma, sperando di ritrovarsi.

Vilhena invece, ha scelto il cuore. È rimasta un’eterna promessa che non è mai sbocciata realmente. Da quando ha debuttato col Feyenoord – si potrebbe anche dire, prendendo le redini di Gini – quella maglia non l’ha lasciata più, diventando un faro del centrocampo, ma soprattutto un simbolo della squadra. Con essa ci ha giocato fino dal 2012 – come detto prima – al 2019, giocando 258 partite e realizzando 41 gol e 29 assist, vincendo 1 campionato olandese (2016-17), 2 coppe nazionali d’Olanda (2015-2016, 2017-2018), e 2 Supercoppe D’Olanda (2017, 2018). Poi ha provato ad uscire da questa zona di comfort, andando prima al Krasnodar – esperienza non fortunata per lui, essendo stata tempestata da infortuni – e poi passando in prestito con diritto di riscatto, nel gennaio di quest’anno, all’Espanyol, dove, anche se ha giocato 17 partite realizzando 1 gol ed 1 assist, ma non ha convinto fino in fondo, tanto da essere stato si riscattato dalla squadra spagnola, ma ceduto, come detto prima, in prestito alla Salernitana, in un vero e proprio blitz del Patron granata Iervolino.

I due si sono ritrovati a giocare insieme ovviamente in nazionale. Carriere diverse anche con la maglia degli Orange. Gini al centro del progetto della nazionale maggiore, Tonny più oscurato, anche se anche lui era un grande protagonista nelle nazionali minori olandesi. Da rilevare la loro partecipazione all’Europeo Under 21 in Israele nel 2013, quando quella nazionale olandese arrivò fino alle semifinali. Lì eliminati dall’Italia del CT Devis Mangia, con un gol di Fabio Borini. Wijnaldum giocò quell'Europeo da fuori quota (avendo 22 anni all’epoca). Segnò 2 gol nella competizione, e fu per lui il trampolino di lancio verso la nazionale maggiore, essendo che l’anno dopo andò a giocare il mondiale in Brasile, cosa che invece non fece Vilhena, essendo che fu pre selezionato ma non convocato.

Sono simili nello stile di gioco, ma fuori dal campo sono due ai due poli. Wijnaldum rappresenta la testa, Vilhena il cuore, che vuole riprendersi una rivincita e finalmente avere come obiettivo di diventare una farfalla.

Quindi TESTA O CUORE?

Sezione: News / Data: Mer 10 agosto 2022 alle 17:00
Autore: Nicola Cannoniero
vedi letture
Print