Sei mesi per un’intesa. L’accordo si troverà, questo è certo, perché pronunciare le tre parole “convenzione stadio Arechi” significa dire “la casa della Salernitana”. Insomma, interessi superiori a ogni possibile contesa, da una comprensibile trattativa tesa a risparmiare qualcosa al più inimmaginabile dei contrasti. Eppure, se sulla meta non ci sono dubbi, la strada da percorrere non è poi così scontata. Il Comune di Salerno sta preparando la bozza del nuovo schema da sottoporre alla società granata. Roba da uffici tecnici, certi. Però quando la materia è “nostra signora del pallone”, l’unica società esclusivamente privata ma di totale interesse pubblico, le cose escono sempre un po’ fuori dalla routine. Del resto, che non siano tempi di grandissimo idillio tra la proprietà Lotito-Mezzaroma e l’amministrazione è storia nota, di “centenaria memoria” verrebbe da dire, ricordando il volar di stracci a cavallo del 19 giugno scorso ma soprattutto la questione vigili urbani (“gli straordinari glieli pago io, anzi no li paghi tu”) finita in Tribunale. Eppure non è (solo) questo il punto. Alla base d’un annunciato ritocco delle tariffe, definite anche dall’opposizione “iper vantaggiose” per la Salernitana, il Comune pone una motivazione quasi fisiologica, sicuramente inevitabile.

Sezione: News / Data: Mer 15 gennaio 2020 alle 22:30
Autore: TS Redazione
vedi letture
Print