Thailandia, Singapore e Reggio Emilia.
3 posti che, domenica 2 ottobre, nel giro di 7 ore, saranno decisivi per, rispettivamente, Ducati, Ferrari e Salernitana. Tutt’e 3 hanno un obiettivo in comune, ossia vincere per rimediare ad una sconfitta e per tenere ancora aperti i giochi per la "salvezza". Salvezza che però per le 3 ha un significato diverso. Ducati, precisamente con Francesco “Pecco” Bagnaia, deve rimediare allo zero ottenuto nell’ultima gara corsa domenica in Giappone, a seguito di una caduta che gli complica la sua rincorsa mondiale su Fabio Quartararo, che ora ha 18 punti di vantaggio sul pilota italiano. Quindi per “salvezza” per la casa di Borgo Panigale e per il piemontese, qua s’intende salvare le flebili speranze di titolo.
Speranze di titolo che ormai per Ferrari son sparite da almeno un mese per vari motivi. Bisogna però salvare la faccia, avendo visto, nelle precedenti gare, un dominio schiacciante di Red Bull e di Max Verstappen. Anche per far ritrovare alla squadra ed ai tifosi, morale.
Morale che un pochino deve recuperare anche la Salernitana. La sconfitta contro il Lecce brucia ancora tantissimo. Prima di quella partita la Salernitana aveva perso solo una volta, ossia contro la Roma, sempre in casa, alla prima giornata. Poi nelle altre 5 giornate ha ottenuto 1 vittoria – per lo più schiacciante per 4-0 contro la Sampdoria – e 4 pareggi, tra cui quelli pesanti, ottenuti in trasferta, uno contro la grande rivelazione di queste prime 7 partite di campionato, ossia l’Udinese, conclusasi con il risultato di 0-0; e l'altro contro una delle grandi delusioni di queste prime 7 partite di campionato - essendo che le aspettative per essa erano altre e non quelle di lottare per la conquista di un posto per la Conference League – ossia la Juventus.
Prima della sconfitta nell’ultima partita giocata, la Salernitana aveva mostrato grandi progressi rispetto allo scorso anno - trasformati questi,come visto prima, nella maggior parte dei casi, in risultati - soprattutto in fatto di gioco. Upgrade dovuto anche all’innalzamento dell’asticella, avendo rafforzato moltissimo la squadra dal punto di vista tecnico sul mercato, ma non solo. Si è riuscita anche a rafforzare la squadra ancor di più, rafforzando le già forti materie prime a disposizione dalla scorsa stagione. Vedi ad esempio Sepe e Mazzocchi. Soprattutto quest’ultimo è cresciuto tantissimo. Lo dimostra il suo mese di settembre stellare. Dal risultare decisivo in ogni partita, grazie ai suoi assist, alle sue galoppate sulla fascia, soprattutto quella non sua, essendo che, con Candreva in campo, Pasquale ha giocato a sinistra, adattandosi in maniera rapida, ad un ruolo che non era mai stato suo; al segnare il suo primo gol in Serie A – nonché il primo gol con la maglia granata addosso – nella partita contro l’Empoli. Tutto questo coronato dalla prima convocazione nella Nazionale maggiore italiana – prima convocazione in Nazionale in assoluto per lui, ma anche la prima in assoluto per un giocatore della Salernitana – e dalla prima presenza in Nazionale – nonché anche la prima presenza in Nazionale per ottenuta ieri, contro l’Ungheria (partita vinta dagli azzurri per 0-2 grazie ai gol di Giacomo Raspadori e Federico Di Marco. Con questa vittoria gli uomini di Roberto Mancini, hanno vinto il proprio girone, e, di conseguenza, affronteranno le Final Four), entrato al 90’ minuto, al posto di Di Lorenzo.
Avere un giocatore che va in nazionale, dà grandi stimoli ad una squadra. Soprattutto se questa squadra, finora, è stata considerata sempre una piccola, e che sta lavorando per diventare grande.
Pasquale Mazzocchi è l’uomo simbolo e del momento della Salernitana. Il trascinatore della squadra che nessuno si aspettava di avere, anche a seguito delle sue esperienze passate prima di approdare a Salerno. La partita contro il Sassuolo, quindi, oltre ad essere la partita della rivalsa, è anche la partita della maturità. Si perché il Sassuolo, anch’essa fino a più di 10 anni fa lottava con la Salernitana, in Serie C, per fare il salto di categoria in Serie B, è cresciuta tanto. Ha puntato sui giovani, la maggior parte, italiani. Il giocatore simbolo dei neroverdi, nonché anche capitano, è Domenico Berardi. L’attaccante classe 1994, diventato l’estate scorsa Campione d’Europa con l’Italia, l’ha vista crescere questa squadra. È diventato uomo con questa squadra, essendoci nato calcisticamente, ma è diventato il calciatore che è ora, anche grazie ad Eusebio Di Francesco, suo primo allenatore, che nel 2012, lo lanciò in prima squadra, facendolo debuttare nel derby tutto emiliano tra Cesena e Sassuolo, vinto dai neroverdi con il risultato di 0-3.
Una partita tra due squadre che hanno tanto in comune, ma che potrebbero acquisire più cose in comune.
Mentre per la Salernitana è la partita della rivalsa e della ripartenza, per il Sassuolo sarà la partita dove dovrà confermarsi. Quindi dove dovrà dare continuità ai propri risultati, essendo che, nella sua ultima partita prima della sosta, ha ottenuto 3 punti importantissimi contro il Torino, ottenendo la sua seconda vittoria in campionato, la prima in trasferta, rialzandosi, per ora, dalle zone calde della classifica, e superando i granata, ora a -2 dai neroverdi.
Insomma, ci aspetta una domenica di fuoco.
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