Il tamburo riprende vita, le bandiere sventolano alte nel cielo, la voce si scalda forte. Buonasera, benvenuti: riecco il vero stadio Arechi. Il ritorno degli ultras suona la scossa. Anche dentro al campo: perchè dagli spalti della Curva Sud Siberiano - che in settimana ha annunciato lo stop alla diserzione dopo il secco “no” alle regole imposte dagli Governo per gli stadi italiani che limita l'utilizzo degli strumenti del tifo - la passione ribolle e sembra contagiare pure capitan Djuric e compagni che giocano e si animano al ritmo di una curva compatta, colorata, scatenata. È la festa di chi l’ha seguita ovunque la Bersagliera, nei polverosi campi di serie C così come - adesso - sul glorioso palcoscenico della serie A che ritrovano dopo esser stati lontani dai gradoni sia in casa con la Roma che nelle trasferte con Bologna e Torino. Il risultato immediato di questo ritorno? Il resto del pubblico dei 13mila del “principe degli stadi” s’adegua alla grinta dei calciatori e al battito del cuore pulsante della torcida. Già prima del fischio d’inizio dell’arbitro Valeri di Roma, infatti, mentre nei vialoni di via Allende le procedure di controllo di “green pass”, documenti e biglietto procedono più velocemente - funziona il correttivo del piano di sicurezza con gli steward che effettuano una sorta di pre-verifica all’esterno esclusivamente dei “lasciapassare” dell’Ue indirizzando poi la fila al solo “visto” per il ticket - e la tribuna autorità si riempie di “vip” - oltre all’annunciato generale Ugo Marchetti (a cui viene dedicato pure un timido coro), si notano il governatore Vincenzo De Luca e gli ex allenatori granata Stefano Colantuono e, soprattutto, Gian Piero Ventura - i primi supporters dell'ippocampo che già prendono posto si caricano e caricano. Tanti, tantissimi applausi alla squadra, dedicati in particolare a Franck Ribery, l’alieno arrivato da Boulogne-sur-Mer che per la Sud diventa già il «fenomeno». E poi è la balaustra a prendersi la scena, gli applausi, gli occhi della gente: tornano i cori che accompagnano questa Signora del calcio con più di cent’anni e, come per magia, cambia pure la musica in campo. La squadra si trasforma, in meglio, al ritmo del suo cuore. Chissà, forse la Salernitana aveva proprio bisogno che i suoi ultras gli suonassero la sveglia...

Sezione: News / Data: Dom 19 settembre 2021 alle 10:30 / Fonte: La Città
Autore: TS Redazione
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