E' passata quasi una settimana dalla beffarda partita con lo Spezia e tutti quanti noi ci siamo concentrati sulle cause del fallimento dando la colpa alla società, al direttore sportivo, all'allenatore, ai calciatori e agli arbitraggi. Nessuno, però, ha rimarcato quanto abbia pesato l'assenza del pubblico ai fini del risultato finale. Prima del lockdown la Salernitana era una macchina da guerra in casa: sempre in gol (tranne nel derby col Benevento), sconfitta una sola volta, porta quasi sempre inviolata, prestazioni di qualità e una simbiosi con la gente che andava oltre lo scarno numero di presenze. Da quando le autorità, invece, in modo discutibile hanno chiuso gli stadi italiani sono cambiate tante cose: appena due vittorie su sei, contro Juve Stabia e Cittadella. Poi due pareggi (con Pisa e Cremonese) e due sconfitte, a cospetto di Empoli e Spezia. Immaginiamo cosa sarebbe stato l'Arechi venerdì scorso se la tifoseria avesse avuto la possibilità di presenziare in curva, in una regione con numero di contagi irrisorio e con uno stadio da 40mila posti a disposizione. E' andata così, non è la motivazione principale. Ma tutti, prima della doppia sfida interna, avevano detto che "la Salernitana perderà tanto senza il suo dodicesimo uomo". Purtroppo è andata proprio così.

Sezione: News / Data: Mer 05 agosto 2020 alle 12:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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