Non è bastato il tam tam mediatico di parte della tifoseria e della stampa. Non è bastato caricare la squadra 24 ore su 24, con tanto di accoglienza festosa all'arrivo del pullman. Non c'è rabbia per la sconfitta di stasera, ma tanta tanta delusione. Si può perdere, certo, ma nessuno, nemmeno il più pessimista dei tifosi, si aspettava una prestazione così scadente sotto tutti i punti di vista. E stavolta non possiamo puntare il dito contro nessuno: l'ambiente ha risposto alla grande, l'undici titolare era potenzialmente il migliore che si poteva schierare (con tutti al posto giusto ,si intende), l'arbitro - pur mediocre e tra i peggiori- non ha inciso e la sola assenza di Lombardi è troppo poco per spiegare il flop a tinte granata. Una sola consolazione: andare ai playoff con questo atteggiamento significava illudersi e poi tornare sulla terra. Stavolta in modo doloroso. La società è nel mirino della critica, sui social sono centinaia i commenti contro una proprietà che, però, ha comunque allestito una rosa competitiva puntando su un allenatore di grido. Mezzaroma nel primo tempo sembrava un ultras "prestato" alla tribuna: un "forza Salerno" urlato a ripetizione, incitamento per chi perdeva palla, una grande esultanza quando Gondo ha portato in vantaggio la squadra con una prodezza. Poi una chiacchierata a volo con Fabiani, molto teso e preoccupato per la mancata sostituzione di Maistro ammonito. Pietrificato dopo il pari dello Spezia, Mezzaroma ha lasciato la tribuna scuro in volto. Ma c'è una immagine che è rimasta impressa, che certifica il ko di stasera. Negli ultimi 20 minuti ci aspettavamo un clima diverso, di sostegno per i calciatori e di battaglia sportiva. Invece la Salernitana sul campo camminava, rallentava il gioco e non aveva alcuna idea, Ventura era isolato in panchina e le "riserve"erano silenziose, a distanza l'una dall'altra. Nessun applauso, nessun incoraggiamento, un silenzio irreale. E' per questo che la gente è delusa. Ci può stare una sconfitta con la terza in classifica e il calendario ci ha messo del suo così come le porte chiuse, ma non così. Non senza combattere. Non senza scendere in campo.

Sezione: News / Data: Sab 01 agosto 2020 alle 12:01
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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