E ora chiamatela zona Salernitana. La formazione granata, come accaduto con Pisa, Cittadella, Reggina e Ascoli, sfrutta al massimo gli ultimi minuti e vince anche a Pordenone grazie ai gol di Gondo e Tutino, capocannoniere della squadra con 12 gol capace di prendere in mano un pallone che scottava, posizionarlo sul dischetto e caricarsi sulle spalle, metaforicamente, una città intera. A Salerno e provincia c’è stato un boato incredibile, da anni non c’era un entusiasmo del genere e mille persone hanno accolto i granata al rientro dalla trasferta, con fuochi d’artificio e fumogeni e il video di Castori in festa che spopola sul web. L’ottimismo non deriva dalla seconda posizione attuale (a +2 da Lecce e Monza, con cui però gli scontri diretti sono a sfavore), ma da un calendario che propone prima Empoli e poi Pescara. La prima è matematicamente promossa, la seconda è virtualmente retrocessa. Ma su una cosa non ci sono dubbi: entrambe, guidate con professionalità da dirigenze e allenatori, venderanno cara la pelle e non regaleranno nulla, come giusto che sia in un campionato in cui anche l’Entella ultimo ha dato filo da torcere a tutti lasciando sempre il campo a testa altissima. Non è fatta, dunque, anzi il cammino è ancora tortuoso e ricco di ostacoli. Anche perché l’organico incompleto allestito dal ds Fabiani (cui ciclo potrebbe essere finito) è composto da gente inesperta o abituata a lottare per la salvezza. L’assenza di leader di personalità, soprattutto ora che l’allenatore non può andare in panchina, è il vero nemico di questo finale di stagione, in cui la Salernitana è artefice del proprio destino e non sempre è un vantaggio. Anzi, i granata hanno dato il meglio di sé quando dovevano rincorrere. E’ giusto, dunque, che Salerno sogni dopo cinque anni fallimentari. Ma con i piedi per terra per non vivere un eventuale playoff come un fallimento: anche qualificarsi agli spareggi, in fondo, è una impresa per una rosa sulla carta inferiore a tante altre.

Sezione: News / Data: Mer 05 maggio 2021 alle 20:30
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
vedi letture
Print