Esonerare gli allenatori serve? Cambiare la guida in panchina porta a risultati migliori? È questa la domanda che in molti si fanno, quando una società sceglie di cambiare allenatore a stagione in corso. E i numeri degli ultimi quattro campionati di Serie A dicono che nella maggior parte dei casi il nuovo allenatore porta risultati migliori rispetto al predecessore.

Nel dettaglio, sono stati 42 i cambi in panchina dall’inizio della stagione 2018/19 ad oggi avvenuti durante il campionato: in 30 casi (71%) chi è subentrato ha fatto meglio del tecnico esonerato a livello di media punti a partita, con una sola occasione in cui il rendimento è stato identico (D’Anna e Ventura nel Chievo 2018/19, entrambi con media punti 0,25).

Il miglior tecnico subentrato in queste stagioni è stato Igor Tudor nel campionato appena concluso, migliorando di 1,51 la media punti a partita del Verona rispetto a Eusebio Di Francesco (da 0 a 1,51). Nel corso della stagione 2021/22, solo Shevcenko (subentrato a Ballardini) al Genoa e Agostini (subentrato a Mazzarri) al Cagliari hanno fatto peggio dei predecessori. Anche se, va detto, i migliori risultati di Blessin al Genoa e Soncin al Venezia non sono bastati per salvare i due club dalla retrocessione, al contrario del miglioramento di Nicola alla Salernitana.

Complessivamente, quindi, quanto impatta l’esonero sui risultati? Nelle ultime tre stagioni, la media a partita è passata da 0,86 per gli allenatori esonerati a 1,13 per quelli subentrati, con un differenziale di 0,27 punti a partita.

Un dato che, se letto singolarmente, potrebbe sembrare una differenza risibile. Proiettata sulle 38 partite di campionato, tuttavia, la media punti degli allenatori esonerati è di 33 punti in una stagione, contro i 44 punti della proiezione sull’intero campionato per i tecnici subentrati: la differenza, in sostanza, che spesso passa tra la retrocessione e la salvezza.

Sezione: News / Data: Lun 06 giugno 2022 alle 17:30 / Fonte: calcioefinanza
Autore: Lorenzo Portanova
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