S’erano lasciate 130 giorni fa, con i propri animi inquieti. La Salernitana salva, dunque risollevata, eppure tutto sommato infelice. Il Venezia retrocesso, forse senza neanche aver capito sino in fondo l’inferno in cui stava bruciando, o magari già sicuro - i bene informati avevano cominciato a spifferare sull’estate rovente delle iscrizioni ch’era di là da venire - che in serie B ci sarebbe tornata comunque perché il Palermo rischiava grosso. E infatti, come spoiler annunciava, ora è sprofondato (con altra proprietà) nei dilettanti. Era una domenica di giugno. L’ultimo battello granata dall’isolotto di Sant’Elena partiva tra i cori di sollievo di chi aveva appena scongiurato il rischio di celebrare il Centenario in C. E d’accordo che la festa è della gente e che la fede va oltre il risultato, tutto vero e persino bellissimo, però a tutto c’è un limite e in quel caso si sarebbe superato quello della (sportiva) “decenza”. Ritorna tutto in mente alla vigilia d’un altro Venezia-Salernitana, non più playout ma match per l’ippocampo con vista sul primato. È una suggestione forte, un obiettivo sfuggito due settimane fa, prima della sosta, per un gol incassato dal Frosinone all’Arechi, all’ultimo respiro, e che adesso potrebbe riproporsi se i granata calassero il poker di successi esterni. Sarebbe roba storica, mai vista, quattro vittorie di fila in trasferta, un record senza precedenti a firma Gian Piero Ventura, che quel giorno di quattro mesi fa era a casa, probabilmente davanti alla tv a seguire quella partita, perché l’ipotesi d’un suo arrivo a Salerno era maturato già (molto) prima che l’ippocampo rischiasse di annegare in terza serie.

Sezione: News / Data: Ven 18 ottobre 2019 alle 13:30 / Fonte: La Città
Autore: TS Redazione
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