Stiamo leggendo da più parti numerose critiche nei confronti di Roberto Breda. E sicuramente è legittimo rimarcare che alcune cose non abbiano funzionato a dovere e che talvolta anche un pizzico di fortuna abbia agevolato il cammino della Bersagliera. Tuttavia un'analisi va fatta sempre a 360°, contestualizzando i momenti e rendendosi conto di quale momento storico stia vivendo la Salernitana ormai da due anni a questa parte.
Un allenatore che, è bene ricordarlo, ha ereditato una squadra ultima in classifica, totalmente senz’anima, in pieno calciomercato, con una condizione fisica approssimativa per tante ragioni e una piazza in contestazione. Certo, anche il mister ha commesso i suoi errori e vanno messi in preventivo quando guidi un gruppo composto da 34 atleti. E sicuramente – tanto per fare un esempio – l’ingresso di Jaroszynski a Pisa e la scelta di togliere Verde dopo aver subito il gol sono decisioni che hanno fatto storcere il naso ai tifosi e, forse, anche alla stessa società.
Tuttavia continuare a battere sul tasto del “bel gioco” anche quando si conquistano 7 punti in 4 partite appare un tantino esagerto anche per una piazza che vive di eccessi. Andiamo ai numeri e ai fatti oggettivi. I granata, con Breda in panchina, hanno vinto uno scontro diretto delicatissimo con la Reggiana, hanno battuto una corazzata come la Cremonese per poi conquistare un punto sul campo di Brescia che non è mai stato amuleto per la Bersagliera. Il tutto con 220 minuti di porta inviolata (una rarità da queste parti) e un maggior equilibrio dal punto di vista tattico.
“Senza le parate di Christensen avremmo perso” e “Con la Reggiana abbiamo vinto soltanto grazie a un rigore, in 11 contro 10 e in casa” aggiunge qualcuno per alimentare la discussione. E ci può stare. Ma perchè non si rimarca con la stessa enfasi che il Pisa ha battuto la Salernitana con un tiro in porta e con un gol di mano e che i granata hanno messo sotto la capolista e corazzata Sassuolo creando quattro opportunità limpide per agguantare un pareggio che sarebbe stato strameritato?
E anche la classifica sta traendo giovamento dal lavoro dello staff e del suo preparatore atletico: da -6 a -3 dalla zona salvezza diretta pur con un calendario altamente proibitivo e che ci ha visto affrontare tre delle quattro prime della classe, senza essere messi sotto da nessuno se non dalla Cremonese negli ultimi 20 minuti, ma dopo aver sfiorato il 2-0 con Verde e Tongya.
Andiamo poi all’analisi tattica e partiamo da una domanda: ma siamo certi che questa squadra possa esprimersi meglio di così? La difesa ha interpreti lenti, che non sono dediti all’impostazione e che devono restare bassi perchè – come abbiamo visto con Sassuolo e Cremonese – andare a prendere alto l’avversario è un rischio enorme che espone la squadra al contropiede. I centrocampisti sono altrettanto lenti, non garantiscono un cambio di passo, faticano a creare superiorità numerica e si inseriscono poco nell’area di rigore avversaria (da qui Tongya mezzala), senza dimenticare che gli esterni faticano nei cross.
E allora non è più semplice ipotizzare che Breda, allenatore pragmatico e concreto, abbia semplicemente riconosciuto i limiti della rosa lavorando a tappe e badando anzitutto a ritrovare solidità in una fase delicatissima della stagione? Tutti vorremmo vedere una Salernitana spregiudicata, che magari va a Carrara con un trequartista e le due punte e con i quinti che si sovrappongono di continuo. Forse non è ancora il momento. Perchè giocare un certo tipo di calcio propositivo richiede condizione fisica e forza mentale, componenti che al momento mancano.
Ma avete visto quanto la squadra abbia pagato psicologicamente il gol del Brescia, seppur annullato? E siamo sicuri che a Pisa, in 10 contro 11, non sia stata scelta giusta badare anzitutto a non perdere e a prendere almeno un punto sul campo della seconda forza del campionato tentando il colpaccio nel finale? E’ evidente che la dirigenza in primis si aspetti, dopo un mese di rodaggio e con un mercato chiuso, qualcosa di meglio dal punto di vista estetico. Ma un allenatore intelligente è quello che sa leggere i momenti, che studia pregi e difetti della squadra e che…fa punti.
Ricordate la strategia di Castori, al quale Fabiani consegnò una rosa perfettamente confacente alle caratteristiche richieste? Battaglia nei primi tempi, grandissima fase difensiva, duelli fisici e tanto agonismo per sfiancare gli avversari e inserire i Kiyine, i Cicerelli, gli Anderson e i Gondo o Tutino nell’ultima mezzora. I famosi elementi di squilibrio. Quando a Empoli si andò con il 3-4-3 a viso aperto il punteggio recitava 4-0 al 45′. Breda, con le dovute proporzioni, a nostro avviso sta facendo la stessa cosa. Il Cittadella ha sbancato Pisa con un solo tiro in porta e dopo aver subito per 90 minuti, eppure nessuno si è scandalizzato…
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